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Più Leonardo in Germania. Mulè spiega perché la scelta è strategica

Giorgio Mulè, sottosegretario alla Difesa, celebra l’intesa Leonardo-Hensoldt: rilancia la cooperazione italo-tedesca ed esalta lo slancio internazionale dell’azienda italiana. E su Rheinmetall…

Leonardo ha annunciato la stipula di un’intesa per l’acquisizione del 25,1% di Hensoldt, leader in Germania nel campo della sensoristica, con ambizioni in crescita tra robotica e sicurezza cibernetica.

L’operazione ha incassato il sostegno del governo italiano. Il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha espresso “soddisfazione” per l’acquisizione, per la quale era intervenuto personalmente con il ministro tedesco dell’Economia Peter Altmaier.

Un’intesa “molto positiva”, ha twittato il ministro della Difesa, il dem Lorenzo Guerini: “Eccellente operazione condotta dall’azienda italiana che va nella direzione della cooperazione europea che sosteniamo nel settore della Difesa”, ha aggiunto il numero uno di Palazzo Baracchini che martedì sarà ospite con l’omologa tedesca Annegret Kramp-Karrenbauer del nuovo appuntamento di Strategic Dialogues.

Raggiunto telefonicamente da Formiche.net il sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè, esponente di Forza Italia, spiega che “è un’ottima notizia per due ragioni. La prima: rilancia la cooperazione italo-tedesca in ambito difesa e sicurezza spostando un asse europeo che è molto franco-centrico”.

Parole che confermano, come notavamo su Formiche.net, come Roma sti provando da tempo a incunearsi nell’asse Parigi-Berlino, spingendo sulle relazioni bilaterali con entrambi per riequilibrare i rapporti di forza nel Vecchio continente. In tale quadro, aggiungevamo, sono emerse opportunità di collaborazione industriale rilevanti tra Italia e Germania, al centro dei contatti tra i due ministri della Difesa degli ultimi mesi: Fincantieri è trattative con Thyssenkrupp per i sommergibili e c’è una proposta di Rheinmetall Italia per un polo congiunto volto alla collaborazione nel settore degli armamenti terrestri.

A tal proposito, l’esponente di Forza Italia spiega che la direzione è proprio quella: “Un’azienda che rappresenta un’eccellenza nel suo settore che ha già avviato e ha già in corso importanti collaborazioni con imprese italiane e che va assolutamente spinta ad aumentare questo tipo di collaborazione, trovando le occasioni giuste per potere incentivare questa attività”.

Ma c’è una seconda ragione che spiega l’entusiasmo del sottosegretario Mulè: “Questo progetto a lungo termine esalta lo slancio internazionale di Leonardo, consentendo all’azienda di espandere capacità e know how affermandosi non soltanto in Italia e in Europa ma anche a livello mondiale”.

Nelle ultime settimane la Difesa italiana si è adoperata affinché l’accordo si chiudesse, in particolare dopo il pressing francese. Oggi il sottosegretario Mulè festeggia parlando di “un lavoro di squadra tra industria e istituzioni, un’operazione in cui tutti i protagonisti in campo hanno giocato con la maglia della nazionale”.

Chiusa l’operazione, nella seconda metà del 2021, Leonardo diventerà il maggior azionista di Hensoldt insieme a Kreditanstalt für Wiederaufbau (all’80% della Repubblica Federale Tedesca), che spesso viene equiparata all’italiana Cassa depositi e prestiti. Un elemento che il sottosegretario sottolinea con forza: “Dimostra la fiducia che la banca pubblica tedesca e la nazione tedesca hanno risposto in Leonardo e quindi nell’Italia”.

Ma non è tutto. L’intesa, infatti, “mette in evidenza anche l’impegno del governo a sostenere le aziende del comparto difesa, che concorrono a innalzare il prestigio del nostro Paese”, prosegue il sottosegretario. Poi indica l’importanza di “una visione strategica che possa portare a incrementare quell’1,4% del prodotto interno lordo destinato alla spese militare”. Anche in vista del lancio dello European defence fund che prevede 7,9 miliardi in sette anni.

E come capita sempre l’innovazione militare può sostenere l’innovazione civile. A tal proposito il sottosegretario Mulè ritorna su una recente intervista alla Stampa in cui aveva definito – suscitando le reazioni contrarie di molti – che gli F-35 sono “sistemi d’arma ma sono anche sistemi di difesa che possono essere utilizzati a scopi civili”. “C’è una serie di sviluppi che oggi trovano spazio nella cabina di pilotaggio dell’F-35 che hanno ricadute in ambiti civili”, ribadisce oggi. “È sufficiente guardare a ciò che accadrà tra 5-10 anni, quando quella tecnologia si calerà in ambiti civili come è accaduto oramai da quasi mezzo secolo quando, dal turbo al Gps, il know-how pensato in ambito militare ha poi rivoluzionato in meglio le nostre vite”, conclude.

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