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Phisikk du role – Giovanna Boda e la reputazione stuprata

La ministra Cartabia, senza indulgere a clamori ma aderendo allo stile concreto di chi prima fa le cose e poi le racconta, sta mettendo mano ai dossier più complessi di una giustizia gravemente ammalata, avendo cura di dialogare col Parlamento. A lei, alla sua prassi silenziosa e fattuale, il compito di spegnere una volta per tutte quel brutto vezzo che abbiamo imparato a chiamare “giustizialismo”.La rubrica di Pino Pisicchio

I cinesi la chiamano “mianzi”, in italiano potremmo tradurla più o meno come la”faccia” intesa come “reputazione”. Nella cultura orientale di impianto confuciano rappresenta il valore sociale più importante di cui può disporre ogni uomo. Una volta perduto è la vita stessa a svuotarsi di senso: esempi conficcati nella memoria collettiva occidentale sono i samurai giapponesi, guerrieri medievali che non esitavano a darsi la morte trapassandosi con la spada piuttosto che sopportare lo smacco di una sconfitta. Viene, allora, da pensare al mianzi di fronte al doloroso fatto che la cronaca, aprendosi un varco nella contabilità dei morti da covid (sempre troppi), ha messo in pagina raccontando dell’alta dirigente del ministero della Pubblica Istruzione che ha tentato il suicidio gettandosi da una finestra dell’edificio di viale Trastevere a Roma ove ha sede il dicastero.

La funzionaria, di rango superiore e conosciuta e apprezzata da ministri e colleghi per la sua competenza e per la sua disponibilità nei confronti degli studenti, non ce l’ha fatta a superare lo stress di un’accusa di corruzione e delle procedure infamanti che con questa si accompagnano, con le coreografie da film polizieschi americani. La sequenza era stata quella classica: perquisizione da parte della Guardia di Finanza della casa romana e poi dell’ufficio al ministero nel bel mezzo di una ordinaria giornata di lavoro, al cospetto di colleghi e ospiti che ti guardano come fossi la reincarnazione di Jack lo Squartatore, sequestro del telefonino e del pc. Probabilmente è questa una sceneggiatura che non smuoverebbe un solo muscolo facciale di un delinquente abituale, tipo, appunto, Jack lo Squartatore, ma che può sconvolgere in modo definitivo la vita di chi non ha mai avuto a che fare con la giustizia: dice Jorge Luis Borges che non è necessario essere colpevoli per aver paura di un magistrato. Noi non sappiamo come andrà a finire la storia processuale di questa triste vicenda, ma ci auguriamo di cuore che la signora, in questo momento ricoverata al Gemelli in condizioni molto gravi, se la cavi.

Il suo gesto fa riandare con la memoria ai suicidi di Tangentopoli da parte di manager e politici che non ressero alla pressione di un fuoco inquirente fortemente sostenuto dal concerto dei media nazionali, in un contesto che descriveva l’armaggeddon dei vendicatori contro la “casta” politica ( per sostituirla con una nuova, più famelica). Nel sentiment popolare s’instillò il dominio di un’opinione, quella che i reati contro la pubblica amministrazione fossero da considerare in cima al catalogo delle efferatezze che i cittadini italiani potessero compiere, più dell’omicidio seriale o di altre nefandezze irreparabili. L’obiettivo fu quello della sottrazione del “mianzi”, della reputazione sociale e dell’esposizione al ludibrio mediatico: il pre-giudizio che diventava sentenza definitiva. Quel tempo si concluse- non giudichiamo ora gli effetti sul piano dell’equilibrio dei poteri nello Stato democratico- ma qualche traccia è ancora rimasta. E la funzionaria che tenta il suicidio perché umiliata dall’accusa di corruzione, lo fa intuire. Alla ministra Cartabia, che senza indulgere a clamori ma aderendo allo stile concreto di chi prima fa le cose e poi le racconta, sta mettendo mano ai dossier più complessi di una giustizia gravemente ammalata, avendo cura di dialogare col Parlamento, lei, alla sua prassi silenziosa e fattuale, il compito di spegnere una volta per tutte quel brutto vezzo che abbiamo imparato a chiamare “giustizialismo”. Non sarà facile, ma non abbiamo un girone di ritorno in questo campionato durissimo e complicato.

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