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Vi spiego la centralità delle infrastrutture italiane nel Mediterraneo. Parla De Vincenti

La mobilità sostenibile e le infrastrutture nel settore aeroportuale rappresentano i fattori abilitanti per la modernizzazione e il rilancio di un potenziale unico per l’Italia. Ne hanno parlato durante il web talk “Rilanciare il potenziale dell’Italia” Valerio De Luca, presidente di Task Force Italia, e Claudio De Vincenti, presidente di Aeroporti di Roma

La mobilità è al centro dei dibattiti attuali soprattutto in chiave di sostenibilità e si trova quindi al centro di cambiamenti enormi con i quali tutte le filiere devono stare al passo. Qual è il ruolo del settore aeroportuale e del trasporto aereo nel ripensare la mobilità aerea e tutto ciò che vi ruota intorno? Il presidente di Aeroporti di Roma, Claudio De Vincenti e Francesca Isgrò, avvocato e presidente di Enav, hanno raccontato le sfide e le opportunità del settore a Valerio De Luca, presidente di Task Force Italia.

Tra i partecipanti al tavolo di lavoro sulle infrastrutture, coordinati da Dina Ravera vicepresidente di Task Force Italia, Simone Basili, responsabile Infrastrutture & settore pubblico di Intesa SanPaolo, Patrizia Giangualano, consigliere di amministrazione di Leonardo, Sea Aeroporti e Astm, Paolo Taticchi, professore di Management e sostenibilità Ucl.

IL TRAFFICO AEREO IERI, OGGI E DOMANI

La pandemia e le misure necessarie al suo contenimento hanno provocato una rottura molto profonda, radicale, che ha colpito tutti i settori e tutti i Paesi ma con effetti asimmetrici. Il trasporto in generale, e il trasporto aereo in particolare, ha risentito moltissimo delle limitazioni e delle conseguenze che ne sono derivate dal momento che sono venute meno una serie di attività che richiedono lo spostamento delle persone.

Le stime sul trasporto aereo, ha spiegato il presidente di Aeroporti di Roma, a consuntivo del 2020 sono intorno al 75-80% di traffico in meno con un livello di movimento che si attesta intorno al 20%, “una caduta di dimensioni drammatiche”. Oltre a questi dati, si accerta il fatto che alcuni aeroporti hanno risentito di un impatto ancor più negativo, soprattutto quelli che avevano un maggior traffico internazionale.

Che cosa dobbiamo aspettarci? Le previsioni degli organismi internazionali (come, ad esempio, Iata) dicono che la ripresa sarà graduale e difficilmente si raggiungeranno i livelli di traffico del 2019 prima del 2024-2025 ma comunque sotto molti aspetti, secondo De Vincenti, è presto per fare stime rilevanti. Il grado di incertezza è ancora molto elevato, in termini sia di ritmi della campagna vaccinale sia di diffusione della pandemia.

“La ripresa sarà graduale e dobbiamo attrezzarci” ha detto il presidente. Per facilitare una ripresa della mobilità è necessario garantire una messa in sicurezza dell’area aeroportuale, e tutti gli aeroporti italiani, assicura De Vincenti, si stanno muovendo in questa direzione. Poi c’è il tema del traffico aereo, che coinvolge i voli e le attività dei vettori: da questo punto di vista ci sono i voli Covid tested, con un tampone in partenza e uno in arrivo per i passeggeri che hanno avuto buoni risultati con una percentuale di positivi molto bassa.

Questi voli, ha spiegato il presidente, hanno consentito di riattivare una serie di linee, ad esempio quella con gli Stati Uniti e bisogna far sì che diventi una procedura generalizzata quantomeno nei più importanti scali italiani.

LA PROGRAMMAZIONE DI GOVERNO

Se a medio termine per il trasporto in generale molto dipende dalla campagna vaccinale, a lungo termine è necessario immaginare in che modo i nuovi meccanismi organizzativi delle aziende e delle attività economiche e sociali in genere influiranno sulla mobilità. Per questo il ruolo del trasporto aereo dovrà ridefinirsi. Il settore aeroportuale è sostanzialmente fuori dal Pnrr, dal momento che è un settore che ha emissioni significative.

Ma, proprio perché si tratta di un settore che ha problemi rilevanti di impatto ambientale, dovrebbe impegnarsi per raggiungere un miglioramento sostanziale sul tema della sostenibilità, ha sottolineato De Vincenti. “La progettualità, tuttavia, non deve essere fatta necessariamente all’interno del Pnrr, bisogna tenere conto anche delle risorse nazionali. I programmi di sviluppo e sostenibilità che gli aeroporti italiani stanno adottando possono essere di grande interesse per gli obiettivi di fondo del Next Gen Eu”.

Per quanto concerne le modalità con cui la filiera può interagire con le nuove programmazioni di governo, primo tema fondamentale secondo De Vincenti, il sistema aeroportuale deve dotarsi di buona programmazione complessiva del ruolo dei diversi aeroporti nelle varie aree del paese. È questo un aspetto da collocare in seno alla pianificazione delle varie modalità di trasporto.

“L’Italia può e deve diventare una grande piattaforma nel Mediterraneo, c’è una nuova centralità a livello globale del Mediterraneo dove l’Italia e il Mezzogiorno devono poter giocare le proprie carte”, ha ricordato il presidente di Aeroporti di Roma.

La filiera aeroportuale deve svolgere un ruolo centrale sia per quanto riguarda le merci sia per quanto riguarda i passeggeri, e le questioni sono due. Una riguarda la filiera intesa come imprese che producono mezzi di trasporto e vettori che li usano, l’altra comprende l’indotto aeroportuale dei servizi. Il collegamento tra gli aeroporti e il territorio, invece, è un tema più complesso, questa parte della filiera, ha ricordato De Vincenti, dovrebbe contribuire a rendere la mobilità più semplice e meno impattante da un punto di vista ambientale.

DIREZIONE SOSTENIBILITÀ

L’impegno di Aeroporti di Roma sull’impatto ambientale riguarda in primo luogo le attività aeroportuali in quanto tali, cioè il sistema aeroporto. L’obiettivo è impegnativo e sfidante, emissioni zero di Co2 da parte dell’aeroporto nel suo insieme entro il 2030. Ci sono poi azioni e investimenti in campo per modificare il sistema di alimentazione energetica dell’aeroporto.

Occorre lavorare sul sistema dei trasporti intorno all’aeroporto per sviluppare un sistema di avvicinamento e allontanamento dalle strutture che riduca al minimo l’utilizzo di mezzi inquinanti. E infine c’è il tema più complesso che riguarda le emissioni degli aeromobili, nel quale l’impegno di Aeroporti di Roma è di adottare un sistema di rifornimento che abbia un contenuto sempre più basso di Co2.

Dal punto di vista di Enav i progetti attuali per la sostenibilità cercano di minimizzare l’impatto ambientale quotidiano, ma la società ha in programma una serie di attività per consentire ad esempio ai velivoli di utilizzare rotte diverse che hanno consentito un impatto in termini di carburante minore per l’ecosistema. L’attenzione all’ambiente, ha affermato la presidente di Enav, verrà applicata al business operativo dell’ente nel suo Piano industriale.

La società, come spiegato da Francesca Isgrò, in questo ultimo anno è riuscita a mantenere la sua attività in maniera costante e si è concentrata sulle risorse umane e le competenze “il capitale su cui vogliamo investire”. In questo senso, Enav ha implementato la partecipazione a gare che vengono fatte all’estero.

Il focus del futuro riguarda i progetti di digitalizzazione e innovazione di modo da poter diventare più flessibili e raggiungere aeroporti più “remoti” cercando di gestire in maniera ottimale gli aeroporti affetti da una stagionalità maggiore rispetto agli scali aeroportuali importanti.

NUOVE STRATEGIE COLLABORATIVE

“Il settore aeroportuale sta vivendo una crisi profondissima, ma non certo per le sue inefficienze, partendo da questa crisi ritengo che dobbiamo unire le forze e pensare a nuove strategie che rendano più efficace la gestione del settore preservando la rilevanza strategica delle infrastrutture nazionali”, ha detto Simone Basili.

E proprio perché si tratta di un settore strategico è fondamentale preservarlo e mantenerlo nel nostro Paese. Aeroporti di Roma è una delle poche realtà, come ricordato da Basili, che è riuscita a fare incursioni anche sul mercato estero al fine di allargare la piattaforma sul bacino del Mediterraneo.

Una delle possibili opzioni per far ripartire il settore potrebbe essere quella dell’integrazione attorno a uno o più soggetti aggreganti che possano favorire lo sviluppo di una gestione coordinata a livello macroregionale dei diversi scali per migliorare l’efficienza degli interessi specifici, secondo il responsabile infrastrutture di Intesa San Paolo.

Sul tema della necessità di fare squadra per affrontare la ripartenza del settore aereo facendo leva sulla sostenibilità si è espresso anche Paolo Taticchi.

LA COMUNICAZIONE CONGIUNTA

In questo quadro, con il forte rischio legato al tema delle emissioni globali di Co2 del trasporto aereo, che sono cresciute del 70% rispetto al 2005, nonostante l’evoluzione tecnologica abbia consentito di volare con aerei molto più efficienti in termini di consumo rispetto a 20-30 anni fa c’è una sorta di “fly shame” come rilevato da Patrizia Giangualano. Che ha portato anche i governi a varare misure fiscali e finanziarie meno concilianti verso il settore rispetto al passato.

L’obiezione fatta al trasporto aereo, come anche ad altre forme di trasporto, sconta una difficoltà rispetto al tema dello sviluppo sostenibile dove la parola sviluppo è importante, secondo Claudio De Vincenti. Oltre alla questione di una collaborazione di carattere generale nell’ambito delle infrastrutture è importante, secondo Giangualano, adottare una comunicazione congiunta volta a far cogliere l’importanza del settore dei trasporti e dei singoli aeroporti per il nostro paese.

Gli aeroporti hanno un impatto significativo sull’immagine delle nostre città e andrebbero valorizzati anche per l’indotto che creano e il lavoro che c’è intorno. Anche la presidente di Enav ha sottolineato l’importanza di un approccio comunicativo adeguato per non danneggiare la filiera, ad esempio sul tema della sicurezza aerea rispetto alla pandemia sul quale le dichiarazioni scientifiche sono state contrastanti.

Il problema, secondo De Vincenti, è fare in modo che il capitale naturale possa riprodursi e rimanere un patrimonio dell’umanità per tutte le generazioni a venire, e dunque investire e produrre per costruire l’economia circolare e il rapporto organico tra uomo e natura che passa attraverso il lavoro, quindi, lo sviluppo.

“È questo il tema dello sviluppo sostenibile. Ci vuole tecnologia, scienza e produzione per ritrovare un’impronta ecologica corretta, al fine di ricostituire un rapporto tra uomo e natura di ricambio organico, equilibro e gusto del fare, sempre rispettando la natura”, ha concluso il presidente di Aeroporti di Roma.

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