Skip to main content

L’arte di informare e saper scegliere le notizie, spiegate da Giovanni Floris

Il punto sulle possibili trasformazioni della comunicazione televisiva ai tempi del Covid è stato il tema centrale dell’intervista di Valerio De Luca, presidente di Task Force Italia a Giovanni Floris, giornalista e conduttore di DiMartedì nel corso del web talk “Rilanciare il potenziale dell’Italia”

Per il mondo dell’informazione la pandemia è stata l’occasione per affrontare con urgenza la battaglia contro le false notizie, senza perdere di vista la necessità di informare i cittadini e con la consapevolezza di rappresentare un cruciale punto di riferimento. Qual è l’atteggiamento da adottare di fronte all’avvento delle nuove tecnologie e soprattutto alla moltiplicazione delle fonti di notizie?

Questo il leitmotiv che ha guidato l’intervista di Valerio De Luca, presidente di Task Force Italia, a Giovanni Floris, giornalista e conduttore della trasmissione DiMartedì nel corso del web talk di Task Force Italia. Tra i partecipanti, moderati da Dina Ravera vicepresidente di Task Force Italia, Jean-Paul Fitoussi professore di economia Sciences-Po e Luiss, Roberto Sergio direttore Radio Rai e consigliere di amministrazione di Radioplayer Italia e Marina Valerio, giornalista e anchor class Cnbc, Class Editori.

IL BISOGNO DI AUTOREVOLEZZA

La pandemia rappresenta il contesto perfetto in cui misurare l’autorevolezza delle notizie. Mai come in questo caso, infatti, la scienza si è imposta come un criterio fondamentale per dettare i nostri comportamenti, ha detto Giovanni Floris, sottolineando che per rispettare il cittadino che riceve notizie, specialmente in una situazione emergenziale, l’autorevolezza e il confronto con la realtà dei fatti rimangono l’unico faro su cui orientarsi.

L’aumento delle fonti di informazione fa sì che ci siano numerosi interlocutori che parlano e forniscono notizie. Per questo è ancor più importante saper scegliere. “Alla fine, l’inflazione di giornalisti che parlano e danno supposte verità non farà altro che aumentare il valore del giornalismo stesso. Un buon giornalista non può che auspicare una selezione rigorosa delle notizie da parte degli individui” ha sottolineato Floris.

FAKE NEWS E SENSAZIONALISMO

Il problema delle notizie false, del sensazionalismo e della corsa all’informazione è una difficoltà che va affrontata a prescindere dai contenuti della notizia stessa, che si parli di virus, di crimini o di guerra, secondo il giornalista de La7, e ha aggiunto che questo è un tema che riguarda tutte le professioni, dal momento che c’è chi fa il proprio lavoro con rigore e attenzione e chi no. E in ogni ambito questi ultimi possono essere pericolosi.

Il giornalismo è una professione che deve avere un suo metodo di selezione della notizia, di avvicinamento a quella che si suppone essere la verità che, se seguito, rende difficile incappare in una notizia falsa. L’altra faccia del problema investe il telespettatore, che deve a sua volta adottare un certo rigore nello scegliere la fonte da cui prendere per buone le notizie.

L’EVOLUZIONE CONTINUA

Tra i contesti che deve affrontare il mondo dell’informazione si ritrova anche l’accelerazione digitale, che porta ad abbattere i tempi di produzione delle notizie. E i social media possono rappresentare una trappola. Occorre che siano i giornalisti ad auto-regolamentarsi e gli editori a scegliere le firme giuste, ha affermato Floris, “ma dobbiamo attestarci sulla peggiore delle ipotesi e pensare a come salvarci da milioni di notizie non corrette”.

I cambiamenti epocali e il passaggio dalla radio, alla televisione, a internet, secondo il giornalista, non hanno davvero cambiato il mondo, o meglio sono cambiate alcune modalità, ma il mezzo per difendersi da una falsità, ad esempio, resta sempre lo stesso.

È la verità che deve fare da filtro al molteplice numero di voci e che permetterà al giornalista rigoroso di smontare le tesi assurde che gli si presentano. In questo senso, è necessario ricordare che l’errore è il fondamento della scienza che tenta di leggere la realtà, e quando la scienza si accorge di sbagliare non esita a immaginare un’altra teoria.

IL RUOLO DEL GIORNALISTA

Il ruolo del giornalista, tuttavia, è diverso. Il suo lavoro quotidiano risiede nel non scegliere le teorie che vuole ascoltare o che ritiene verosimili o auspicabili, ma farle ascoltare tutte e trovare le loro debolezze al fine di presentarle nella loro veridicità.

Capire che cosa succede nel mondo dei giornalisti e dei media è una priorità di oggi, ha affermato Jean-Paul Fitoussi, “l’impressione che ho è che l’interpretazione delle notizie date dal sistema mediatico francese sia sempre lo stesso e mi sembra di leggere e ascoltare dieci volte la stessa cosa”.

Il linguaggio è fondamentale e, come ricordato dal professore, si sta impoverendo e questo causa un impoverimento del pensiero che porta a sua volta a una lingua unica parlata dai media. Stiamo passando dall’informazione alla comunicazione e dalla comunicazione alla propaganda. I media hanno un ruolo fondamentale, secondo Fitoussi, per evitare che l’informazione scivoli nella propaganda.

DUALISMO E PENSIERO MAINSTREAM

Oggi, più agenti della comunicazione si focalizzano su argomenti, detti “mainstream”, quello che viene considerato il tema che attira le persone e diventa l’unico trattato nelle trasmissioni di informazione, ha commentato Giovanni Floris. Questa monotonia porta poi i programmi ad avere meno pubblico.

Il problema è la tendenza, da parte degli operatori e del pubblico, di immaginare la realtà in una chiave di partita, sempre bianca o sempre nera, commenta il giornalista de La7. Queste categorie mentali di chi fa e di chi fruisce dell’informazione tende a creare una visione della verità semplicistica, pensiamo ai pro o contro vaccino, ai pro o contro chiusure di attività in pandemia.

Floris è convinto che il mondo reale non è in questi due pensieri contrapposti, a prescindere dal loro contenuto, e non è solo il mondo dell’informazione a raccontarla in questi termini ma anche quello della politica.

“Lo scopo che io mi pongo è di essere ascoltato da più persone possibile, senza venire meno agli obiettivi della mia professione, raccontare quanto più possibile la verità, presa come tale finché non viene smentita” ha sottolineato Floris.

TESI E SMENTITE VINCENTI

I programmi televisivi delle diverse reti del nostro paese tendono a dare notizie ambigue, “sono molto più spaventato dalle notizie confuse che da quelle false” ha detto Roberto Sergio. E alle domande sui vaccini e sulla loro pericolosità la risposta di immunologi e virologi è che i benefici sono maggiori dei rischi. Questa, secondo Sergio, è una risposta confusa.

La necessità e la capacità di raccontare la realtà così com’è per far comprendere quali siano realmente i rischi e i benefici è una questione complessa e non banale. “Una degli aspetti drammatici di questo momento sta nel generare confusione e paura nelle persone, e purtroppo lo fanno in tanti” ha detto il direttore di Radio Rai.

L’idea più accreditata, secondo Floris, è che la tesi vincente non possa creare dubbi anzi, che li ridicolizzi. Mentre proprio chi esce da questo preconcetto ha la possibilità di assicurarsi una teoria corretta. In questo panorama, ha ricordato Roberto Sergio, si distingue Barbara Gallavotti, biologa e divulgatrice scientifica italiana.

ECONOMIA NELL’INFORMAZIONE

La riflessione e le proposte avanzate da Marina Valerio riguardano il ruolo dell’informazione in chiave economica e come questo possa contribuire a ricostruire la fiducia del paese, rilanciando il potenziale dell’Italia.

Secondo la giornalista, infatti, nel panorama nazionale dell’informazione l’economia è una grande assente: i temi economici e finanziari si inquadrano in un clima generale di grande confusione e dispersione di notizie e informazioni, mentre invece sono aspetti importanti che riguardano direttamente il risparmio degli italiani.

Questo atteggiamento preponderante non aiuta, secondo Valerio, a ricostruire il clima di fiducia nell’opinione pubblica alla quale mancano punti di riferimento che possano dare una visione prospettiva di come si muove il paese. “Anche a livello di classe politica, la comunicazione sulle faccende economiche è spesso contrastante, basti pensare al tema degli aiuti all’economia”.

L’argomento è ampio e con la ripartenza si pone l’opportunità di gestire in maniera costruttiva la comunicazione sulle misure economiche e finanziarie per uscire dall’emergenza. Le questioni principali riguardano la valorizzazione e la gestione del risparmio su cui andrebbe rifocalizzata l’attenzione, facendo convergere gli interessi di tuti gli stakeholder anche a livello istituzionale, ha affermato Marina Valerio.

Floris ha voluto ribadire infine i tre pilastri per la ripartenza dell’Italia: la scuola, la ricerca e l’università. “Riparti se ricominci dall’inizio”.



×

Iscriviti alla newsletter