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Von der Leyen confinata sul divano da Erdogan. La lettura (poco) diplomatica

Fraintendimento, disguido o affronto voluto? Il momento in cui la presidente della Commissione europea è rimasta in piedi, prima di doversi accomodare più lontano dal presidente turco e dal presidente del Consiglio europeo, ha scatenato critiche e molte interpretazioni, anche sul rapporto Ue-Turchia. E c’è un precedente che rende il tutto più imbarazzante

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, è rimasta in piedi, visibilmente scontenta, durante il ricevimento del presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, ad Ankara. Con lei c’era il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Nella sala erano state disposte soltanto due sedie, per cui lei è dovuta accomodarsi su un divano laterale (a distanza). Di fronte aveva il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, che non è al suo livello in termini di protocollo. L’episodio ha suscitato imbarazzo tra i diplomatici.

Il portavoce della Commissione europea, Eric Mamer, ha riferito la sorpresa di von der Leyen, “come si vede dal video”, ma ha precisato che la presidente ha voluto dare priorità alla sostanza piuttosto che alle questioni di protocollo e alle forme. Mamer ha sottolineato che l’organizzazione dell’incontro è stato a carico delle autorità turche, con un protocollo identico per il presidente della Commissione e per quello del Consiglio Ue: “Ci metteremo in contatto con tutte le parti coinvolte per garantire che non succeda nuovamente in futuro”.

“Ehm” è il nuovo termine per ‘non è così che dovrebbero essere le relazioni UE-Turchia’ #GiveHerASeat #EU#Turkey #womensrights”, ha scritto su Twitter Sergey Lagodinsky, membro tedesco del Parlamento europeo, insieme al video della gaffe.

Per il sito Politico, Von der Leyen ha ricevuto un “trattamento di seconda classe” nel protocollo di ospitalità turca, quando è stata relegata sul divano per apparenti ragioni di distanziamento sociale mentre Michel ed Erdogan erano seduti vicini.

Lo staff del presidente del Consiglio europeo ha chiarito che non c’è stato alcun errore, perché dal cerimoniale l’incontro formale era tra Michel ed Erdogan, accompagnati dai relativi dirigenti. Gli organizzatori turchi, infatti, hanno dichiarato che la delegazione europea era d’accordo con il protocollo generale, ma sembrerebbe che la disposizione delle sedie – e del divano – non era stata discussa prima dell’incontro.

Prima del “Divano Gate”, i tre leader hanno posato per i fotografi. Il quotidiano The Washington Post riferisce che Von der Leyen era alla sinistra di Erdogan, mentre Michel alla sua destra, “in una rappresentazione più standard del loro status. Solo in seguito Von der Leyen è sembrata essere allontanata”.

Politico, però, offre tre consigli non richiesti per i potenti del mondo, per evitare disagi: “Mettere Von der Leyen alla pari con il ministro degli Esteri turco, seduto di fronte a lei su un altro divano, può essere percepito solo come un affronto. 2) Prima di stabilire la disposizione dei posti, controlla chi è un presidente per grado e chi è un presidente che può procurarti un upgrade all’unione doganale. 3) Se inviti due presidenti, assicurati di avere tre sedie”.

Il presidente della Commissione europea potrebbe avvicinarsi al ruolo di un capo di Stato e di governo, ma secondo un esperto di protocollo dell’Unione europea, non c’è mai stato un trattamento così diverso tra capi del Consiglio e della Commissione.

Un disguido che sembra fare il paio con il ritiro dalla Convenzione di Istanbul sui diritti delle donne da parte della Turchia.

C’è poi un precedente “scomodo”. L’europarlamentare olandese Sophie in ‘t Veld ha ricordato su Twitter (con le foto a dimostrarlo) che negli incontri tra Erdogan e l’ex presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, e l’ex presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, tutti e tre erano seduti uno accanto all’altro, in sedie equivalenti. “Non è stata una coincidenza, è stato deliberato. Perché @eucopresident tace?”, ha scritto la deputata.

Certo è che l’episodio ha oscurato la sostanza dell’incontro, che trattava questioni economiche, di migrazione e mobilità, come ricorda Politico. E che, come sostiene il politologo della Sorbona di Parigi, Bastian Kenn, sarebbe bastato che Michel avessi offerto il suo posto a Ursula von der Leyen nel preciso istante dell’imbarazzo, e l’Unione europea avrebbe controllato tutta la situazione.



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