Accordi economici con chi lo sostiene e scioglimento coatto dei gruppi che lo criticano, anche se stranieri. Non ci sono sfumature negli elenchi tra affiliati e ostili del presidente russo. Le ultime novità dal Cremlino
Vladimir Putin non accetta mezzi termini: con lui o contro di lui. La pressione del governo russo nei confronti di chi fa opposizione alza sempre di più l’asticella. Come effetto del processo per dichiarare estremiste le organizzazioni legate al dissidente Alexei Navalny, il movimento “Russia aperta” di Mikhail Khodorkovsky si è auto-eliminato.
L’organizzazione ha annunciato lo scioglimento per evitare la detenzione dei suoi sostenitori, in vista dell’approvazione nella Duma di una nuova legge che impedisce la candidatura di chi ha lavorato o sostenuto queste organizzazioni.
Andrei Pivovarov, direttore esecutivo di “Russia aperta” ha ricordato che già nel 2017 il movimento era stato inserito nell’elenco dei gruppi “indesiderabili” da parte del Cremlino. E ha spiegato che la mossa risponde alla necessità di “evitare procedure penali. Le elezioni si stanno avvicinando e il governo è pronto a fare qualsiasi cosa per ostacolare politici indipendenti”.
Nel 2015, in Russia è stata approvata una legge sulle organizzazioni “indesiderabili” che prevede lo scioglimento dei gruppi e la possibilità di arrestare i loro collaboratori fino a quattro anni.
Chi invece cerca di resistere si trova incastrato in tribunale. La Procura generale russa ha dichiarato “indesiderate” tre organizzazioni non governative tedesche, vietando la possibilità di operare in territorio russo. Le ong soggetto della misura sono Forum degli europei di lingua russa, Centro per la modernità liberale e Associazione per lo scambio tedesco-russo. Le organizzazioni sono accusate di compiere attività che minacciano l’ordine costituzionale e la sicurezza della Russia.
Il Centro per la modernità liberale è un centro di studi per la democrazia, la libertà e il cosmopolitismo, che pubblica rapporti e analisi sulla Russia, secondo l’agenzia Nova. L’Associazione per lo scambio tedesco-russo invece si occupa in servizi di volontariato, mentre il Forum degli europei di lingua russa si dedica agli “interessi dei soggetti di lingua russa nei paesi occidentali”.
L’Unione europea si è pronunciata contro la decisione nei confronti delle ong tedesche, invitando al governo di Putin a revocare la classificazione di “organizzazioni indesiderabili”. Il Servizio europeo per l’azione esterna (Seae) sostiene che la misura è un esempio “del disprezzo delle autorità russe per una società civile vivace […] La decisione del procuratore generale russo danneggia in definitiva gli interessi del popolo russo e le possibilità di un dialogo aperto e libero”.
“Invitiamo le autorità russe a revocare questa decisione – ha aggiunto il Seae – e a contribuire alla promozione dei contatti interpersonali a vantaggio sia della Russia che dell’Unione europea”.
Altri invece beneficiano dell’alleanza con Putin. Per esempio, il regime di Nicolás Maduro in Venezuela ha stretto un nuovo accordo di cooperazione per l’estrazione di minerali con Mosca. In un incontro con il ministro di Sviluppo Minerario Ecologico, Magaly Henriquez, e l’ambasciatore russo a Caracas, Serguei Melik-Bagdasarov, le parti hanno firmato l’intesa.
“Ci incontriamo con l’eccellentissimo ambasciatore della Federazione russa per stringere i legami di cooperazione internazionale e fratellanza tra i governi e i popoli”, ha scritto Henriquez su Twitter.
Nel 2019, Putin e Maduro hanno firmato un accordo di cooperazione energetica e di difesa militare, mentre nel 2020 sono stati siglati progetti congiunti per affrontare la pandemia Covid-19.
Nos reunimos con el Excmo. Embajador de la Federación de Rusia, Sergey Melik-Bagdasarov, para afianzar los lazos de cooperación internacional y hermandad entre ambos gobiernos y pueblos.
¡Diplomacia de alto nivel!#DiálogoPorLaPatria @NicolasMaduro pic.twitter.com/0mBxcCJQSC
— Dra. Magaly Henriquez (@mhenriquezvzla) May 26, 2021