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Il razzo cinese preoccupa il mondo (Italia compresa). Dove cadrà?

Un razzo da trenta metri per 18 tonnellate sta cadendo sulla Terra. La maggior parte della massa brucerà al rientro, ma diversi detriti potrebbero colpire la superficie in un’area che resta ampissima, da Madrid a Sydney, compresa metà del nostro Paese. Ecco cosa sta accadendo, perché e, soprattutto, dove…

Ci aspetta un fine-settimana con il naso all’insù, alla ricerca del razzo cinese in caduta incontrollata verso la Terra. È il primo stadio del vettore Lunga Marcia 5B, decollato da oltre una settimana dalla Cina meridionale, riuscito a portare in orbita il modulo Tianhe e ora protagonista di un rientro che preoccupa la comunità internazionale. La Casa Bianca ha invocato “responsible space behaviours”, mentre il capo del Pentagono Lloyd Austin ha fatto sapere che la Difesa americana non cercherà di intercettare il razzo, nonostante abbia “diverse capacità a disposizione”. Dalla Cina nessuna comunicazione ufficiale circa la situazione. Global Times, tra i quotidiani del Partito a diffusione globale, ha adottato una narrativa tranquillizzante, spiegando che il razzo è ormai privo di propellente, e che la lega di alluminio che lo riveste brucerà facilmente al rientro in atmosfera, riducendo gran parte della massa in caduta. Preoccupa, comunque, il resto della massa.

LA SITUAZIONE IN ITALIA

Anche in Italia si è attivato un apposito tavolo tecnico, con Agenzia spaziale italiana, un membro dell’ufficio del Consigliere militare della presidenza del Consiglio, rappresentati del ministero dell’Interno, Vigili del Fuoco, della Difesa (Coi e Aeronautica militare), degli Esteri, Enac, Enav, Ispra e la Commissione Speciale di Protezione civile della Conferenza delle Regioni. Il tavolo, insieme ai rappresentanti delle regioni potenzialmente coinvolte (sono le dieci del centro sud, già in allerta), continuerà a seguire tutte le operazioni del rientro, fornendo analisi e aggiornamenti sull’evoluzione delle operazioni.

COSA STA CADENDO?

Il vettore è partito con successo il 29 aprile dalla base di Wenchang, sull’isola di Hainan, lungo la costa sud del Paese. Il carico a bordo era particolarmente prezioso: il modulo Tianhe (“armonia celeste”), primo pezzo dell’ambizioso programma Tiangong-3 (“palazzo celeste”), la terza stazione spaziale del Dragone. Il Lunga Marcia 5B è il più potente razzo della Cina. “Progettato specificamente per lanciare i moduli della stazione spaziale in orbita terrestre bassa”, spiega l’esperto Marcello Spagnulo, “è alto quasi sessanta metri e pesa al decollo 156 tonnellate; è dotato di un potente primo stadio a cui sono attraccati quattro booster laterali”. Questi “ricadono nell’Oceano Pacifico tre minuti dopo il decollo, mentre l’enorme primo stadio con i suoi due motori arriva in orbita dove rilascia il prezioso carico”. È alto più di 25 metri per cinque di diametro, con un peso stimato di 18 tonnellate.

PERCHÉ STA CADENDO?

“La maggior parte dei primi stadi dei razzi – prosegue Spagnulo – non raggiunge la velocità orbitale e quindi rientra nell’atmosfera cadendo in una zona di rientro predefinita che è calcolata sulla base del sito di lancio e dell’inclinazione dell’orbita target”. Invece, il razzo pesante della Cina “arriva in orbita, ma non mantiene la velocità che lo porrebbe in equilibrio tra la forza di attrazione gravitazionale della Terra e la forza centrifuga, e così ricade; può metterci giorni o settimane, dipende dalla crescente interazione con l’atmosfera che lo trascina, frenandolo, sul Pianeta”. Ci sono poi altri elementi, “come le fluttuazioni atmosferiche, che non sono prevedibili essendo influenzate dall’attività solare e da altri fattori eso-atmosferici”. Queste le variabili in gioco, che tutt’ora non permettono di prevedere né quando, né dove cadrà.

DOVE STA CADENDO?

Sono molte le stazioni di terra che stanno seguendo la caduta del Lunga Marcia 5B. Holger Krag, capo dell’ufficio dell’Esa che si occupa di Space Debris entro il centro Esoc di Darmstadt, in Germania, ha detto ieri che gli ultimi dati indicano un’orbita ellittica tra 165 e 292 chilometri dalla superficie, in progressiva riduzione. Resta dunque “difficile” identificare il punto di caduta. Per tutti, si tratta di un’area compresa tra il 41esimo parallelo nord, e il 41esimo sud, un’ampissima fascia (per lo più coperta d’acqua) che include tutta l’Africa, gran parte delle Americhe, l’intero Indo-Pacifico e pressoché tutta l’Australia. Il 41esimo parallelo nord spacca a metà l’Italia, che rientra nell’area per la sua parte meridionale.

CHI STA OSSERVANDO?

Il punto di caduta sarà chiaro solo a poche ore dal rientro. Intanto, proseguono le previsioni basate sull’osservazione. L’ultimo aggiornamento della Aerospace Corporation, legato all’osservazione compiuta ieri notte, prevede il rientro domenica 9 maggio, intorno alle 5:40 italiane, con un margine di errore di 16 ore. L’agenzia russa Roscosmos ha attivato da giorni il suo sistema d’allerta automatico “Aspos Okp”, indicando pressoché lo stesso range temporale. Il 18esimo “Space Control Squadron” degli Stati Uniti offre bollettini giornalieri sulla situazione.

LA CORSA SFRENATA DELLA CINA

Non è certo la prima volta che le attività cinesi destano più di qualche apprensione alla comunità internazionale. A giugno dello scorso anno, in occasione del lancio dei satelliti Beidou (con cui la Cina vuole un sistema autonomo di navigazione satellitare concorrente al Gps americano, al Galileo europeo e al Glonas russo) è stata riportata la caduta pericolosa di parti del razzo vettore nelle aree circostanti la base di lancio di Xichang, nella provincia sud-occidentale del Sichuan. Le immagini dell’impatto a terra mostrarono un denso fumo arancione a elevarsi su una collina alberata, per molti indice di esplosione da tetrossido di nitrogeno, ovvero ciò che alimenta alcuni stadi del Lunga Marcia 3B, usato per il lancio. Non era la prima volta, e non sarebbe stata l’ultima. Anche per questo Pechino ha spinto molto per una quinta base di lancio, ad Haiyang, nella provincia di Shandong, protesa nelle acque del Mar giallo, lì dove l’eventuale caduta sarebbe indolore.

I CASI PRECEDENTI

Diverso, tuttavia, il caso di cadute da molto più in alto. A maggio 2020, il Lunga Marcia 5B debuttò per la prima volta dalla base Hainan, con a bordo la nuova navicella che servirà a portare i taikonauti a bordo del terzo “Palazzo celeste”, la Tiangong-3. Dopo aver eseguito correttamente la missione, lo stadio centrale del vettore è letteralmente precipitato nell’Oceano atlantico, non senza preoccupazioni, trattandosi “dell’oggetto più massiccio degli ultimi decenni rientrato nell’atmosfera terrestre in modo incontrollato”. Si ricorderà a Pasqua del 2018 la preoccupazione (anche in Italia) per la caduta incontrollata della Tiangong-1. Episodi che hanno creato una certa pressione internazionale sulla ambizioni spaziali di Pechino, ritenuti il sintomo di una corsa sfrenata, senza troppi fronzoli quando si tratta di sicurezza.

(Foto: The Aerospace Corporation)

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