La priorità? La digitalizzazione delle nostre imprese, in particolare delle nostre Pmi. L’intervento di Barbara Beltrame Giacomello, vicepresidente di Confindustria con delega all’Internazionalizzazione
Per l’Italia questo è un momento storico decisivo. Oggi, grazie ai vaccini, vediamo finalmente la luce in fondo al tunnel. Ma l’impatto della pandemia è stato devastante e gli effetti della crisi si faranno ancora sentire per un tempo indefinito. Quindi, anche se oggi il peggio è alle nostre spalle, dobbiamo sapere tutti che è necessario fare un grande sforzo per rialzarci completamente.
Il momento storico è di quelli irripetibili. Il nostro Paese ha assunto per la prima volta la presidenza del G20, e Confindustria è in prima linea nel supportare la presidenza italiana nell’affrontare le sfide che ci attendono sulla scena multilaterale. Il presidente Carlo Bonomi ha affidato a Emma Marcegaglia la guida del B20, il più autorevole tra i gruppi d’ingaggio istituiti dal G20, che rappresenta una business community di oltre 6,5 milioni di imprese.
Personalmente, sono a capo della Task Force Trade & Investment, e da poco ho concluso un incontro in cui sono state stabilite le ultime limature da apportare al documento finale del Business Summit, che verrà consegnato nelle mani del presidente del Consiglio italiano a ottobre. Questo documento conterrà raccomandazioni di policy, chiare e concrete, da presentare ai governi del G20 per una crescita più inclusiva e sostenibile. L’intento della governance del B20 è quello di indicare per ciascuna proposta l’orizzonte temporale per la sua implementazione, le condizioni abilitanti per conseguirla e una stima del relativo impatto rispetto agli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e alle “3 P” del motto della presidenza italiana (“People, Planet, Prosperity”).
Con questo manifesto vogliamo cercare di far capire che dopo questa crisi nulla può essere più come prima: la pandemia ci ha dimostrato quanto sia importante la cooperazione internazionale. Se vogliamo sconfiggere definitivamente il virus, nessun paese può fare da sé, nessuno stato può sentirsi al sicuro se da qualche parte nel mondo la pandemia continua a diffondersi e a generare nuove, imprevedibili varianti. Quella del vaccino è stata ed è tutt’ora un’impresa titanica, ma la battaglia non è ancora vinta. Proprio per questo, è impossibile tornare indietro, a tentazioni isolazionistiche: bisogna rilanciare un nuovo multilateralismo all’insegna dello sviluppo sostenibile. Pochi sanno che su questi temi l’Italia è all’avanguardia, e le imprese italiane sono leader mondiali. Un paio di settimane fa sono stata a Dubai per inaugurare il Padiglione Italia di Expo 2020. L’esposizione universale sarà un’occasione imperdibile per rilanciare il genio, la passione, la qualità dell’industria italiana: non credo di esagerare se dico che da Expo può partire la rinascita internazionale dell’Italia.
La ripresa, e in generale lo sviluppo del nostro modello industriale, si baserà necessariamente su due fattori: export e digitalizzazione. L’export è una componente fondamentale del nostro Pil: nel 2019, prima della pandemia, abbiamo esportato beni manifatturieri per un valore totale di molto superiore ai 500 miliardi di euro, circa un terzo del Pil totale. Ecco perché chi fa impresa ed esporta, competendo sul mercato internazionale, va sostenuto con ogni mezzo. Soprattutto adesso, con la crisi pandemica che ha bloccato le catene globali del valore e il rialzo dei prezzi delle materie prime.
Per un Paese trasformatore come l’Italia, che importa materie prime ed esporta manufatti, questo è un duro colpo. Per questo motivo è assolutamente necessario correre per rimanere competitivi. Penso alla digitalizzazione, che è sicuramente uno dei nodi da sciogliere per le imprese italiane. Secondo il “Digital Economy and Society Index” della Commissione europea, l’Italia è al quartultimo posto sui 27 Paesi dell’Unione: peggio di noi fanno solo Romania, Grecia e Bulgaria. La priorità è la digitalizzazione delle nostre imprese, in particolare delle nostre Pmi. Essere digitali non è più un optional, ma una precondizione fondamentale, soprattutto se si vuole competere sui mercati internazionali.
Dobbiamo assolutamente migliorare in questo settore, aumentare la diffusione dei servizi internet, investire sul capitale umano e favorire l’integrazione delle tecnologie digitali.
*Donna, madre e imprenditrice di formazione internazionale, a capo della comunicazione del Gruppo AFV Beltrame, leader italiano nel settore dell’acciaio. Dopo aver ricoperto il ruolo di vicepresidente di Confindustria Vicenza, da maggio 2020 è vicepresidente di Confindustria Nazionale con delega all’Internazionalizzazione. È inoltre membro del Cda dell’Ice e presidente di Businessmed.