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Decolla la Lunar Economy. I progetti dell’Esa e il ruolo di Telespazio

Rover, lander e persino astronauti. Sono un centinaio le missioni previste sulla Luna nei prossimi anni. Per supportarle servirà un’infrastruttura di comunicazione e navigazione, per la quale l’Esa ha chiamato a raccolta l’industria europea. Due consorzi, uno dei quali a guida Telespazio. Ecco tutti i dettagli

Creare le condizioni infrastrutturali utili alla colonizzazione della Luna e alla sua nascente economia. È questo l’obiettivo dello studio lanciato dall’Agenzia spaziale europea (Esa) e affidato a due diversi consorzi che, per dodici mesi, dovranno valutare soluzioni possibili per la creazione di un sistema di comunicazione e navigazione per supportate il centinaio di missioni dirette nei prossimi anni verso il satellite naturale. Uno dei due consorzi è a guida italiana, targata Telespazio, con a bordo tante realtà della Penisola per studiare tutte le componenti per il supporto alla “Lunar Economy”: costellazioni, segmento di terra, tecnologie correlate.

L’INIZIATIVA

Alla fine dei dodici mesi, le due cordate presenteranno i risultati dei rispetti studi. Allora inizierà la valutazione delle soluzioni migliori, così da offrire alla ministeriale Esa di fine 2022 le prospettive utili per avviare (con gli opportuni finanziamenti) i relativi programmi di sviluppo. Il programma si chiama “Lunar communications and navigation services” e rientra nell’iniziativa “Moonlight” dell’Esa. È stata presentata oggi in conferenza stampa da Josef Aschbacher, direttore dell’Esa, insieme, tra gli altri, al presidente dell’Asi Giorgio Saccoccia e ai rappresentanti dei due consorzi. Per Telespazio c’era l’ad, e coordinatore della attività spaziali di Leonardo, Luigi Pasquali. L’azienda, che quest’anno festeggia i suoi primi sessant’anni, avrà il ruolo di large mission integrator.

LA CORDATA

Insieme alla joint venture tra Leonardo (67%) e la francese Thales (33%) ci sono la sorella Thales Alenia Space (joint venture a percentuali invertite), l’operatore satellitare britannico Inmarsat, la canadese MDA specializzata in sistemi spaziali (robotica compresa), Telespazio Germany e OHB Systems per la Germania, l’operatore satellitare spagnolo Hispasat, l’italiana Altec di Torino (joint venture tra Thales Alenia Space e Asi), l’azienda d’ingegneria spaziale Argotec (che ha piani strutturati per costellazioni lunari), la Nanoracks Europe che cura lo sfruttamento commerciale del gruppo americano nel Vecchio continente, il Politecnico di Milano e l’Università Bocconi.

LA CORSA

Il consorzio dovrà “formulare definizioni dettagliate di come fornire servizi di telecomunicazione e navigazione per le missioni lunari”. Sulla stessa cosa lavorerà la seconda cordata, guidata dall’azienda inglese SSTL, specializzata in piccoli satelliti, nata come spin-off dell’Università del Surrey, di proprietà di Airbus Defense & Space. Nella cordata figurano poi la stessa Airbus, la società lussemburghese SES che offre servizi satellitari, la norvegese Kongsberg Satellite Services che si occupa di stazioni di terra, la Goonhilly Earth Station che gestisce le radiocomunicazioni dell’omonimo sito in Cornovaglia, e la britannica GMV che offre servizi di navigazione.

MODELLI INNOVATIVI

Già nella fase di studio, i consorzi si interfacceranno con i possibili utilizzatori dei servizi in questione, dunque anche con i partner americani. Gli Stati Uniti sono d’altra parte ben avviati verso la colonizzazione della Luna con il programma Artemis, a cui anche l’Italia ha aderito. Lato Esa, si prevede l’incremento dei dialogo sul tema lunare con la Nasa, al fine di valutare anche l’integrazione delle annesse infrastrutture che serviranno a stabilizzarsi sulla Luna. Si immagina un’infrastruttura “progressiva”, capace di aggiornamenti in corsa per incrementare i servizi offerti per comunicazioni e navigazione sulla base delle esigenze che emergeranno nel corso degli anni. Non sarà facile, considerando che si dovrà replicare ciò che sulla Terra diamo ormai per scontato: la possibilità di connetterci e comunicare ovunque, insieme alla possibilità di verificare le nostre posizioni tramite smartphone.

IL RUOLO DELL’ASI

“Non sono sorpreso che tutta la nostra catena di competenza costituita da aziende e professionalità prenda parte a una iniziativa così innovativa”, ha detto il presidente dall’Asi Giorgio Saccoccia in merito all’avvio dello studio Moonlight dell’Esa. Per la Penisola partecipano rappresentanti di tutta la filiera, dai big nazionali alle Pmi, fino a università e centri di ricerca. Se la guida del consorzio è italiana, ha notato Luigi Pasquali, è anche perché “l’Asi ha dato un importante endorsement economico-finanziario all’Esa per supportare la componenti di costi che questo studio attiverà”.

LA LUNAR ECONOMY

È però “solo la punta dell’iceberg”, considerando che la strada scelta è quella della partnership pubblico-privata, coinvolgendo nei progetti attori commerciali (anche esterni allo Spazio) che vogliano intraprendere l’avventura lunare. Si parla dunque di “Economia lunare”, in linea con la commercializzazione delle attività spaziali. D’altra parte, ha aggiunto Pasquali, “dobbiamo studiare architetture e soluzioni, nonché immaginare modelli che ci predispongano non solo a realizzare infrastrutture di comunicazione e navigazione, ma anche a garantire la loro sostenibilità dal punto di vita economico”.

IL RUOLO DI THALES ALENIA SPACE

Nel consorzio a guida italiana, Thales Alenia Space sarà responsabile della progettazione del segmento spaziale (elementi in volo intorno alla luna) e del segmento lunare (elementi sulla superficie della luna). Sfrutterà sia le competenze sviluppate nella costruzione dei satelliti Galileo fin dall’origine del programma di navigazione e puntamento, sia l’esperienza acquisita nello sviluppo di Esprit, il modulo per le comunicazioni e il rifornimento che, insieme all’I-Hab (dove verranno ospitati gli astronauti) sarà tra gli elementi-chiave del Lunar gateway, la piattaforma orbitante intorno alla Luna.

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