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Padre, Figliuolo e spirito sano. Dalle parole ai vaccini fatti

Di Domenico Giordano

Il commissario straordinario si svicola a debita distanza dal facile clamore mediatico, nonostante in questi tre mesi non gli siano mancate le occasioni per momenti di visibilità. Dati e proiezioni della vaccinazione anti-Covid. L’analisi di Domenico Giordano, spin doctor di Arcadia, fondatore del Piccolo Festival della Politica

Mettiamola così, senza alcuna enfasi perché è lo stesso Figliuolo a svicolare, a tenersi a debita distanza dal facile clamore mediatico, nonostante in questi tre mesi non gli siano mancate le occasioni per ritagliarsi momenti di visibilità diretta o riflessa.

Invece, il commissario straordinario giorno dopo giorno si è dedicato a fare il lavoro per il quale è stato chiamato dal premier Draghi agli inizi di marzo: vaccinare quanti più italiani nel più breve tempo possibile.

Così, la tabella di marcia stilata pubblicamente dal generale degli alpini che non ha mai smesso la sua mimetica, a dispetto pure degli affondi irriverenti di Vincenzo De Luca che aveva ironizzato sulla scelta di non svestire l’abito del militare, prevedeva come “dalla seconda decade di aprile ci saranno gradualmente 500 mila vaccinazioni al giorno. A fine mese arriveremo a 15 milioni di dosi di vaccini, nel prossimo trimestre ne avremo 52 milioni, nel terzo 84 milioni di dosi”.

Un cronoprogramma ambizioso, se confrontato con i risultati ottenuti dalla precedente gestione a gennaio e febbraio e che potrebbe essere misurato anche tracciando un parallelismo tra il mood della rete nei confronti del commissario straordinario e la messa a regime del piano nazionale di vaccinazioni nelle settimane successive alla sua nomina.

Così per recuperare una quota più ampia di parlato e avere dei risultati maggiormente stringenti, la keyword utilizzata, indagando il database di LiveInsights, è stata costruita aggiungendo al cognome anche l’hashtag #Figliuolo.

 

 

Nel primo periodo dell’analisi, dal 1° al 31 marzo, il parlato in rete fa registrare un mood positivo del 41,88%, che è per certi aspetti un dato sorprendente, considerata l’eredità raccolta da Figliuolo che subentrava ad Arcuri, quest’ultimo attaccato da più parti per le continue falle e inefficienze della organizzazione approntata per vaccinare gli italiani.

Questo dato però è anche la conseguenza di tre elementi immateriali che non devono essere sottovalutati: in primis, l’obiettivo delle 500mila dosi inoculate giornalmente, indicato da Figliuolo nell’intervista del 15 marzo a Fabio Fazio, non di meno il radicato senso di benevolenza tipicamente italiano, di mostrarsi tolleranti e accondiscendenti nei confronti di tutto ciò che è nuovo rispetto al passato, e, infine, la considerazione, checché se ne pensi, della fascinazione esercitata comunque dalla divisa.

Per tutto il mese di marzo, quando la media delle vaccinazioni stentava a decollare e rasentava le 300 mila dosi quotidiane, quindi lontana dall’obiettivo annunciato, Figliuolo riesce a conquistare gli italiani in rete anche per numero di menzioni, ben 37 mila e per l’engagement che riesce a generare tra gli utenti, pari a 4,19 milioni. Ad accompagnare il generale in questa breve luna di miele sono soprattutto il parlato che passa attraverso i social network e in particolare Facebook che ne raccoglie il 39,73% e, con una certa meraviglia, Twitter che invece è al 28,01%.

La benevolenza delle prime settimane, però, si affievolisce nel secondo mese del mandato. Ad aprile infatti, quei sentimenti di tolleranza e fiducia diffusi non riescono a sostenere la botta delle prime critiche ma, in particolare, a far calare il mood ci si mettono gli attacchi, più o meno aperti, che arrivano dai presidenti delle regioni che un giorno sì e l’altro pure lamentano ritardi nelle consegne dei vaccini.

 

La perdita netta è di dieci punti percentuali, esattamente dal 41,88% al 31,17% e stride con la crescita silenziosa delle vaccinazioni giornaliere e con l’apertura degli hub vaccinali.

Tra la seconda e la terza settimana di aprile, la campagna di vaccinazione prende finalmente la velocità tanto attesa: viene abbattuto il muro delle 400 mila dosi inoculate ogni giorno e, al termine della quarta, senza le fanfare e le autocelebrazioni tanto care alla politica disintermediata, il generale Figliuolo taglia il traguardo, e non di poco, delle 500 mila dosi al giorno con un primo record a 547.336 dosi.

Però, il lavoro volutamente silenzioso del commissario straordinario viene zavorrato dalle dichiarazioni multiple dei presidenti di regione che provano a scaricare sul governo centrale le tensioni locali.

Inoltre, se a marzo erano i canali social dei leader nazionali a sostenere il debutto del neocommissario, in particolare le fanpage dei due Matteo, ovvero Salvini con 684 menzioni e Renzi con 187, riuscendo a cumulare insieme più di un quarto dell’intero engagement del mese, ad aprile sono le pagine Facebook dei leader “regionali” a martellare in negativo Figliuolo: in pole position ovviamente Vincenzo De Luca con 161 menzioni, poi a seguire Stefano Bonaccini con 82, Giovanni Toti con 75, Michele Emiliano con 59, Eugenio Giani con 52.

Per avere un efficace termine di paragone e dare un peso specifico alle menzioni dei presidenti regionali è sufficiente mettere a confronto la fanpage di Vincenzo De Luca con quella di Enrico Mentana: la seconda cita Figliuolo ben 382 volte generando un engagement tra gli utenti di 10.880, il primo invece si ferma, come detto, a “sole” 161, quindi meno della metà, ma con un engagement tre volte superiore con 29.910.

Inevitabilmente, il deterioramento del mood su Figliuolo si accompagna a un ampliamento della fetta di parlato assorbita da Facebook, dal 39,73 al 43.94% mentre si mantiene ancora alta quella di Twitter con un eccellente 25,78%

Se son rose fioriranno e considerato che maggio è per antonomasia il mese delle rose, nella seconda e terza settimana del terzo periodo analizzato, dal 1° al 28 maggio, il generale Figliuolo con i risultati si riprende tutto l’affetto degli italiani: nella seconda settimana di maggio vengono vaccinati 565.681 italiani al giorno, mentre nella terza si sale ancora con 570.653 dosi giornaliere e un totale di vaccinazioni di 33.555.795 (aggiornato alle ore alle 06.09 del 29 maggio 2021), dati che contribuiscono a far risalire il mood e a riportarlo ai livelli di marzo, seppur con un lievissimo scostamento di meno di un punto percentuale, dal 41,88 al 41,18%.

Nella ripartizione dei territori digitali che accolgono il parlato su Figliuolo continua a confermarsi anche a maggio il predominio assoluto delle due piattaforme social, Facebook e Twitter, che messe assieme raggiungono più dei due terzi delle discussioni, pari al 65,32%, mentre un dato sul quale è opportuno soffermarsi è la crescita lenta ma significativa dell’universo femminile tra gli utenti che intervengono nelle discussioni, un’attenzione legata a diverse ragioni che meriterebbe un’analisi diversa da questa attenta in particolare ai numeri.

A marzo, infatti, la torta del genere pesava rispettivamente per il 30,32% sulla quota femminile e il 69,68% su quella maschile, di contro nell’ultimo mese, a maggio, la prima cresce fino al 34,81% e la seconda scende al 65,19%.

 

 

 

 

 

 

 

 



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