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Gaia X e il futuro del Cloud in Italia e in Europa. Ne parla Bonfiglio

Gaia X è lo strumento con cui l’Unione europea ha scelto di affrontare la transizione verso il cloud, all’interno del Digital Compass. Francesco Bonfiglio, ceo di Gaia X, ha spiegato perché il progetto è importante e cosa c’è di diverso da un cloud tradizionale

Nel 2012 è stata approvata dalla Commissione Eu la European Cloud Stategy con l’intento di creare un quadro generale per un mercato unico di big data e cloud computing. Con l’approccio cloud-first, applicato nel 2019, questa strategia ha vissuto una grande accelerazione, ma con il Covid-19 ed il conseguente bisogno di una sovranità digitale Eu, ancora di più. L’idea della Commissione è quella di creare uno spazio unico europeo dei dati, aperto ma disciplinato da regole e valori europei, in cui si possa avere un ecosistema comune, sicuro, innovativo e che veda la partecipazione di tutti. Ed è qui che entra in gioco Gaia X, un cloud sostenuto e approvato dalla Commissione – che ora, però, deve essere applicato.

Il progetto Gaia X, come ha dichiarato Andrea Morbelli, Head of Public Affairs di Open Gate Italia durante una conferenza, mira a creare un’infrastruttura europea di dati che rientra, anche, nello schema di trasformazione digitale europeo – nel Digital Compass. Questa strategia Eu, continua Morbelli, “si sviluppa su 4 pilastri: cittadini e professionisti digitalmente qualificati; infrastrutture digitali sostenibili, sicure e performanti; trasformazione digitale delle imprese; e digitalizzazione dei servizi pubblici.” Il Digital Compass è il piano per guidare l’Europa ad una trasformazione digitale entro il 2030. Ma, è anche quel piano che farà in modo che il 75% delle imprese europee utilizzi sistemi di cloud computing, big data ed intelligenza artificiale.

Gaia X è proprio uno degli strumenti con il quale queste imprese potranno trasformarsi. “Mai come oggi comprendiamo quando l’economia reale e la nostra stessa vita siano legate a strumenti tecnologici,” ha dichiarato Francesco Bonfiglio, ceo di Gaia X. “L’Ue chiama per un’economia dei dati, come ha detto anche la Von der Layen durante lo State of the Union a Settembre, e noi ci siamo”.

Cosa c’è di nuovo in Gaia X? Per Bonfiglio, “noi [Gaia X] stiamo cercando di creare le premesse per passare da un modello di cloud tradizionale, ovvero concentrato, basato su tecnologie proprietarie, offuscato e senza trasparenza, ad un modello federato, ovvero distribuito su più nodi, aperto, costruito su una infrastruttura software creata da progetti open source (condivisa e accessibile a chiunque) e trasparente.” Quindi, sostanzialmente, Gaia X vuole passare da un modello dove gli utenti danno in concessione il controllo dei dati, ad un uno in cui gli utenti invece hanno il controllo dei propri dati – oltre ad abilitare lo shift al cloud. Tutto questo non può, infatti, avvenire senza la penetrazione del cloud all’interno delle industrie, dell’economia, e della pubblica amministrazione, proprio per questo vi è bisogno di una transizione. Oggi il livello di penetrazione dei cloud in Europa è meno del 20%, e questo dato deve cambiare.

Gaia X rappresenta quindi lo strumento scelto dall’Unione Europea per la transizione verso il cloud. Ad oggi, circa 169 aziende hanno aderito al progetto Gaia X, e l’Italia è la terza nazione per aziende aderenti e l’unica ad avere una società partecipante a partecipazione pubblica. È un progetto, quindi, che ha una lunga strada davanti, ma che mira ad aiutare l’Europa e gli europei anche all’interno della pubblica amministrazione locale.

Tra le aziende aderenti dal giorno uno a Gaia X, vi è Westpole. Matteo Masera, General Manager di Westpole, ha sottolineato durante la conferenza di Open Gate che la sua azienda crede molto in Gaia X, specialmente perché oggi “siamo in un momento di regolamentazione non chiarissima. Stiamo volando in alto, ma dobbiamo far planare questi risultati in una cosa vera, trasformando questi progetti in realizzabili.” Masera vede in Gaia X una grande opportunità, e Westpole, come molte altre aziende, sono pronte a cogliere questa occasione ed essere una specie di intermediari per l’applicazione del sistema cloud anche nella pubblica amministrazione italiana. Anche il Gruppo Engineering Municipia Spa, è una delle società aderenti a Gaia X, e come ha ribadito il Presidente Stefano de Capitani, tutte le società aderenti “sono aziende che negli anni hanno avuto difficoltà ad identificare una loro mission, ma questa rivoluzione digitale e questa federazione (Gaia X) ridarà a tutte un ruolo importante come concentratori di una domanda territoriale e come supporto alle amministrazioni locali in questo processo di migrazione al cloud.” Come Westpole, anche Municipia crede fortemente nella trasformazione digitale.

“Siamo finalmente arrivati al punto che il problema è tecnico e non ideologico” ha annunciato Mauro Minenna, Capo del Dipartimento per la Trasformazione Digitale durante l’evento di Open Gate. Ma, anche il suo dipartimento è pronto per affrontare i problemi tecnici e di contesto che consentiranno l’Italia ad avvicinarsi sempre di più ad una trasformazione digitale. Come Minenna, anche l’On. Luca Carabetta (M5S), Deputato intergruppo innovazione, crede che Gaia X sia fondamentale per il paese perché dà un’idea sulle best practices del momento, ma vi è bisogno di un piano nazionale e di una governance per il processo di transizione.


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