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Il Pentagono diventa data-centrico. Ecco il piano targato Kathleen Hicks

La vice segretaria alla Difesa degli Stati Uniti, Kathleen Hicks, ha firmato un memorandum per imprimere un’accelerazione alla riforma del Pentagono sulla gestione dei dati. L’obiettivo è assicurare agli Usa un vantaggio competitivo da diffondere in tutto il dipartimento, “dagli uffici al campo di battaglia”. Riforma in vista per il confronto sui Big data con la Cina

Kathleen H. Hicks, numero due del Pentagono, ha messo la sua firma sulla Difesa americana nell’era di Joe Biden. La vice di Lloyd Austin ha siglato un memorandum per rendere il dipartimento “data-centrico”, capace di vincere la guerra dei dati, agile nella gestione delle informazioni e abilitato da tecnologie di intelligenza artificiale. Rispetto alla “Data strategy” rilasciata dal Pentagono lo scorso ottobre, un’accelerazione è “imperativa”, spiega Hicks.

L’ESIGENZA

Il memorandum è diretto a tutte le strutture del Pentagono, dalla leadership ai comandi operativi, dalle agenzie ai direttori distaccati. “Trasformare il dipartimento della Difesa in un’organizzazione data-center è fondamentale per migliorare le prestazioni e creare un vantaggio decisionale a tutti i livelli, dal campo di battaglia alla sala riunioni, garantendo agli Stati Uniti il vantaggio competitivo”, scrive la vice segretaria (qui un focus sul suo pensiero, da tempo dedicato all’innovazione in campo militare). “Per accelerare gli sforzi del dipartimento, la leadership deve garantire che tutti i dati siano visibili, accessibili, comprensibili, collegati, affidabili, interoperabili e sicuri”. Di più: “I leader a tutti i livelli hanno la responsabilità di gestire, comprendere, condividere e proteggere responsabilmente i dati a sostegno della nostra comune missione condivisa; i dati abilitano funzionalità come l’intelligenza artificiale, il machine learning e varie tecnologie autonome; è fondamentale per che è impegnato sul campo di battaglia, ed è fondamentale per chi è responsabile delle decisioni”.

CINQUE OBIETTIVI

Da tale obiettivo discendono cinque “DoD Data decrees”, cinque direttive. Primo, “massimizzare la condivisione dei dati” e i diritti legati al loro utilizzo. Secondo, rendere pubblici di asset di dati nel “DoD federated data catalog” insieme alle interfacce utilizzate, così da avere un quadro completo della situazione. Terzo, “utilizzare interfacce dati automatizzate che siano accessibili dall’esterno e leggibili a macchina”, ricorrendo a standard “non proprietari” e “preferibilmente a tecnologie e prodotti open-source”. Quarto, “archiviare i dati in un modo che sia indipendente da piattaforma e ambiente”, scollegati da dipendenza da hardware e software. Quinto, infine, la sicurezza: “implementare le best practice per l’autenticazione sicura, la gestione degli accessi, la crittografia, il monitoraggio e la protezione dei dati inattivi, in transito e in uso”.

LA LEADERSHIP

A livello di leadership, ciò coinvolge in particolare il chief data officer (Cdo), posizione ricoperta da David Spirk, alle dipendenze della struttura che fa capo al chief information officer (Cio), attualmente John Sherman, in qualità di acting. Secondo il memorandum di Hackins, il Cdo dovrà avere facile accesso a tutti i dati e a tutte le infrastrutture che coinvolgono i dati, facilitandone la condivisione e risolvendo eventuali dispute su accesso. Il Cdo dovrà inoltre monitorare l’attuazione della “Data strategy”, coinvolgendo le varie strutture coinvolte nell’apposito “Data council”. Sarà inoltre responsabile dell’individuazione di un’architettura unica per la gestione dei dati. Attualmente, la top leadership ricorre ad “Advana”. L’idea è di ampliarne il perimetro per coprire altre componenti del dipartimento.

DAL CAMPO DI BATTAGLIA AGLI UFFICI

Per accelerare, si prenderanno in considerazione le soluzioni che si sono dimostrate più utili ed efficaci nella gestione dei dati sul campo di battaglia, durante le operazioni o esercitazioni. A tal fine, il Cdo si confronterà con lo Stato maggiore, con i Comandi operativi e con il Jaic, il Centro per l’intelligenza artificiale operativo dal 2018 per l’attuazione della “Artificial intelligence strategy”, rilasciata a febbraio 2018 dal Pentagono e aggiornata l’anno dopo.

LA TABELLA DI MARCIA

L’accelerazione di Hicks ha una tabella precisa. Entro il 15 giugno, il Cdo dovrà fornire un report iniziale sulle capacità esistenti e sulle possibilità di sviluppo, coordinandosi con il “Analysis Working Group”, uno dei team di esperti indipendenti che supportano la leadership del Pentagono. Dovrà valutare prima di tutto la possibilità di far uscire l’ufficio del Cdo dalle dipendenze del Cio, elevandolo a “ principal staff assistant”. Poi, dovrà fornire opzioni a breve termine per adottare sistemi di data management e data analytics derivanti dal settore privato da applicare all’architettura dal Pentagono. Passerà in rassegna le varie piattaforme disponibili, individuando quelle più funzionali agli obiettivi del dipartimento. Seguirà un apposito “Plan of action & milestones” (Poa&m) per risolvere eventuali gap capacitivi, da redigere entro luglio. Infine, dovrà lavorare con il sottosegretario responsabile per il Personale per individuare all’interno del Pentagono dei “data talent”, civili e militari, da impiegare nello sviluppo della strategia di Difesa applicata ai dati.

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