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L’emergenza Covid e il mondo che verrà. Come tracciare la rotta

L’opera di Vincenzo Atella, Joanna Kopinska e Andrea Piano Mortari, dal titolo “L’emergenza Covid e il nuovo mondo che verrà”, appena uscito nei tipi dell’editore Egea, riempie in modo brillante una lacuna di informazione e di comunicazione di conoscenze che in Italia è stata particolarmente ampia e dannosa. La recensione di Pasquale Lucio Scandizzo

L’informazione è stata uno degli elementi più critici della attuale pandemia come psico-dramma collettivo. Da un lato, essa ha permesso di diffondere un insieme di conoscenze di base che hanno regolato, seppur in maniera imperfetta, il comportamento dei singoli durante gli inediti lockdown e le altre restrizioni imposte dai governi. Dall’altro lato, essa ha mostrato tutti i limiti della capacità di comunicazione scientifica da parte del nuovo iperconnesso e caotico sistema mediatico globale.

In questo contesto, il libro di Vincenzo Atella, Joanna Kopinska e Andrea Piano Mortari, intitolato L’emergenza Covid e il nuovo mondo che verrà, appena uscito nei tipi dell’editore Egea, riempie in modo brillante una lacuna di informazione e di comunicazione di conoscenze che in Italia è stata particolarmente ampia e dannosa. Il libro si presenta esemplare per molti aspetti, inclusa la chiarezza e la semplicità della scrittura, specialmente apprezzabile perché esso si lascia leggere con facilità e interesse sia quando spiega nozioni di base, sia quando tratta di questioni scientifiche complesse. In realtà, il libro si presenta esso stesso come uno studio di quello che si è capito e di quello che non si è capito nello svolgimento della pandemia, dalle questioni più semplici, quali la natura e la diffusione del virus, a quelle più complesse come i modelli epidemiologici e la matematica del contagio.

Il libro si presenta come opera divulgativa, ma i contenuti vanno ben al di là della pura spiegazione degli eventi e delle loro possibili cause. Gli autori realizzano di fatto un tessuto di comunicazione scientifica metodologicamente esemplare, sia per l’impianto interdisciplinare, sia per il successo nel mettere insieme in modo credibile i diversi pezzi del fenomeno pandemico come un puzzle scientifico, economico e sociale. Il volume, che si legge con piacere e con attenzione continuamente rinnovata dagli argomenti e le informazioni che si succedono nei vari capitoli, si indirizza alla comprensione della pandemia integrando i punti di vista di diverse discipline e metodologie.

Allo stesso tempo, esso segue un filo logico che riflette il susseguirsi degli eventi, nel breve e nel lungo termini, in termini retrospettivi e prospettici, nonché la sequenza strutturale delle questioni sollevate dalla pandemia, come fenomeno scientifico, sociale ed economico e come sfida singolare alla qualità delle istituzioni e dei governi. Quest’ultimo tema viene affrontato in più parti e con una attenzione a quanto avvenuto in altri paesi, contestualizzando in modo appropriato la situazione italiana, sia per quanto c’è di comune, sia per quanto invece appare peculiare al nostro paese.

Il trattamento del quadro italiano nel contesto internazionale è particolarmente utile e costituisce un contributo di chiarezza che dovrebbe essere diffuso anche ai e dai mezzi di informazione di massa. Il capitolo che tratta della possibile eccezione italiana in termini di intensità e letalità della pandemia è, a questo proposito, illuminante e propone, seppur in modo non polemico, dei quesiti cruciali sulle politiche sanitarie e sull’intreccio, totalmente ignorato dal dibattito corrente, tra investimenti in capitale sociale e capitale umano. La questione che emerge è non solo la efficienza di un sistema sanitario in balia di una decentralizzazione senza pilota, ma anche la sua deriva verso una medicina di manutenzione ospedaliera di malati cronici, priva di una strategia di prevenzione e di chiari obiettivi sociali.

La valutazione delle conseguenze economiche della crisi, una sfida forse impossibile in una pubblicazione rivolta a lettori non specialisti, è affrontata dagli autori con intelligenza, e offre una dovizia di informazioni e spunti di interesse. Essa però non può non scontrarsi con insormontabili problemi di analisi e di comunicazione, soprattutto per quanto riguarda il trattamento della struttura e dell’impatto imprevedibile di misure monetarie e di spese pubbliche di scala e scopo mai sperimentate finora. Nel complesso, un libro da leggere e da raccomandare a tutti, dagli economisti e i policy makers, ai non specialisti in cerca di una informazione intelligente ed esaustiva sulla crisi sanitaria ed economica del secolo.

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