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Demografia, natalità e famiglia. La road map secondo De Palo

Di Gianluigi De Palo

Occorre con urgenza trasformare il nostro sistema di politiche familiari asfittico e carente in un capolavoro di sostegni alla natalità. Gianluigi De Palo, presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari, anticipa a Formiche.net i temi sul tavolo della prima edizione degli Stati generali della natalità con Papa Francesco e Draghi

384 mila persone in meno in un anno. In pratica, una città come Firenze che sparisce nel nulla. Sicuramente, con il contributo della pandemia. Ma anche a causa di un processo che è partito ormai più di dieci anni fa.

Ecco gli effetti più recenti del combinato disposto di denatalità e invecchiamento della popolazione. Un mix esplosivo, con il detonatore aggiuntivo rappresentato da una narrazione della famiglia e della vita familiare, a livello mediatico e culturale, che ormai troppo spesso spazia dalla noia al grigiore, passando per canoni di perfezione irrealistici e rappresentazioni del tutto lontane dalla realtà quotidiana dei nuclei.

Ecco le prossime sfide che il nostro Paese si appresta ad affrontare in quella che, a buon diritto, ormai è la vera questione sociale italiana ed europea.

Un tema che non può essere affrontato solo da uno o due lati: dev’essere approfondito in tutti gli ambiti vitali della società, trovando soluzioni condivise e impostando un lavoro “corale” tra realtà economico-finanziarie, politiche, istituzionali, culturali, sociali.

Il nuovo, ennesimo minimo storico di nascite certificato dall’Istat per l’Italia è di qualche giorno fa. A questo si è affiancata una dinamica demografica che ha portato il nostro Paese ampiamente sotto il livello di guardia dei 60 milioni di abitanti.

Oggi, in Italia, siamo più o meno 59 milioni 257 mila persone. I demografi ipotizzano che ben prima dell’atteso anno 2035 finiremo al di sotto della soglia psicologica dei 400mila nuovi nati/anno. Incominciano anche le voci legate al crollo del welfare, della sostenibilità fiscale e pensionistica, della tenuta del servizio sanitario nazionale universalistico. Servizi impossibili in un’Italia ridotta a 28-30 milioni di abitanti nel giro di un trentennio.

In vista dell’ormai imminente prima edizione degli Stati Generali della Natalità, convocati proprio per porre sul tavolo dell’agenda pubblica nazionale il tema, alcune domande debbono focalizzare la nostra attenzione. Davvero vogliamo portare il Paese a questi “traguardi”? Vogliamo dimenticarci del futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti? Non abbiamo a cuore il loro destino?

Siamo sul filo, ma forse non è ancora troppo tardi. Però occorre con urgenza trasformare il nostro sistema di politiche familiari asfittico e carente in un capolavoro di sostegni alla natalità, misure di giustizia fiscale, iniziative di promozione del lavoro delle mamme, dotazione di strumenti anche culturali che invertano la rotta e il pensiero che ha portato al modello al momento dominante. È una road map percorribile, a patto che tutti remino dalla stessa parte, mettendo nel cassetto interessi particolari e attività di speculazione egoistica. In tal senso, vale forse la pena di sottolineare ancora una volta come l’assegno unico e universale per ogni figlio, che abbiamo fortemente voluto e che dovrebbe prendere avvio dal prossimo luglio, rappresenti solo la prima pietra di una costruzione che necessita di molti altri pilastri.

Tutto questo chiederemo al presidente del Consiglio Mario Draghi, durante il meeting di venerdì 14 maggio a Roma. Questo viatico, siamo convinti, ci additerà papa Francesco nel suo intervento agli Stati Generali. Di questo discuteremo con gli ospiti dell’incontro, commentando le proiezioni del presidente di Istat Giancarlo Blangiardo e cercando di porre finalmente al centro del dibattito il futuro della demografia in Italia.

Un appello alla corresponsabilità per far ripartire il Paese attraverso le nuove nascite. Ci saranno anche i ministri della famiglia Elena Bonetti e dell’istruzione Patrizio Bianchi, oltre al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e alla sindaca di Roma Virginia Raggi. Ma anche tanti protagonisti di economia, banche, cultura, giornalismo, sport, spettacolo: insieme, attorno a un unico tavolo per il futuro dell’Italia. Un destino che passa, giocoforza, dall’efficacia e dalla strutturalità delle misure che le istituzioni saranno in grado di mettere in campo per rilanciare – finalmente – la natalità nel nostro Paese.


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