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Dai pesci alla finanza. Lo scontro Francia-Uk che riguarda l’Europa

Da Parigi si potrebbe ostacolare l’accesso dei britannici ai mercati finanziari europei per fare pressione sulle trattative. Le carte in mano al governo francese e i costi della situazione

Continuano le tensioni tra Francia e il Regno Unito a casa della pesca. Dopo l’invio di due motovedette della Royal Navy all’isola di Jersey da parte del governo britannico (qui l’articolo di Formiche.net), e le proteste dei dei pescherecci francesi, la vicenda si sposta sui mercati finanziari europei.

Secondo l’agenzia Bloomberg, le tensioni sui diritti di pesca hanno preso una nuova svolta: “La Francia minaccia di bloccare l’accesso britannico ai mercati finanziari dell’Unione europea fino a quando il problema della pesca non sarà risolto”.

Da Parigi si potrebbe rallentare l’applicazione dell’accordo che permetterà alle imprese britanniche di accedere ai mercati europei come ritorsione su Londra affinché rispetti gli accordi sulla pesca decisi nell’ambito della Brexit. Una fonte vicino alle trattive avrebbe riferito alla stampa internazionale che “non si tratta solamente della Francia e solamente della pesca! Il Regno Unito deve applicare pienamente gli accordi che ha firmato, cosa che non avviene attualmente, sulla pesca e su altre questioni importanti”.

Sull’effettiva applicazione di questo blocco, Clément Beaune, segretario di Stato per gli Affari europei francese, ha spiegato all’emittente BFM TV, che il “Regno Unito spera che arriveranno da parte nostra un certo numero di autorizzazioni per servizi finanziari. Non ne approveremo nessuno finché non avremo garanzie sull’ambito della pesca e finché non saranno rispettati gli impegni”.

“Questo è 50-50 – ha aggiunto il rappresentante del governo francese -. È necessario che ognuno rispetti gli impegni. In caso contrario, diventeremmo brutali e difficili quanto i soci”.

I pescatori francesi hanno denunciato ritardi nelle autorizzazioni sull’accordo commerciale che li permette di pescare in acque britanniche. Solo 22 di 120 imbarcazioni hanno avuto l’approvazione. Questa situazione ha costretto alla Francia ad stanziare circa 100 milioni di euro in sovvenzioni per sostenere il settore della pesca, uno dei più colpiti dopo l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea.


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