La ripartenza sarà possibile solo con una politica di ricostruzione fondata sull’investimento in eccellenze produttive e di servizio, capaci di creare valore attraverso il digitale, sia nel settore privato che pubblico. I consigli di Gabriele Ferrieri, presidente Angi
L’Italia prosegue il suo percorso verso il rilancio e tra Pnrr ed equilibri politici da mantenere sotto controllo, l’esecutivo targato Mario Draghi è al lavoro sia per dare nuovi sostegni alle imprese e ai lavoratori sia per mantenere un dialogo costruttivo con tutti i partners europei ed internazionali.
Questa fase contrassegnata dall’emergenza pandemica e dalle conseguenti restrizioni, che finalmente grazie anche alla campagna di vaccinazione pare stiano portando finalmente ad intravedere una luce in fondo al tunnel, hanno tuttavia sottolineato la necessità di accelerare la trasformazione tecnologica e digitale. La pandemia non solo ha evidenziato il ruolo essenziale svolto dalle tecnologie nel garantire la continuità del funzionamento della società, ma ha anche messo in luce le evidenti disuguaglianze tra e all’interno dei paesi in campo di innovazione.
Occorre pertanto contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle opportunità economiche e sociali per l’uso di Internet e di altre tecnologie dell’informazione e della comunicazione in ambito economico e sociale, nonché sui modi per colmare il divario digitale.
Su questo fondamentale il ruolo portato avanti da Angi – Associazione Nazionale Giovani Innovatori, punto di riferimento dell’innovazione in Italia e tra le realtà più rappresentative dell’ecosistema paese che, grazie anche al suo Manifesto per la Next Generation Eu consegnato alle istituzioni, ha sottolineato un decalogo di proposte in rappresentanza della società covile, per mettere in pratica idee e progetti, costrutti e best practises per il rilancio del Paese all’insegna della sostenibilità.
Nonostante la crisi e l’emergenza sanitaria, i numeri sono a favore del mondo innovazione e digitale. Infatti, i dati evidenziano come nel 2020 è aumentato il tasso di crescita delle nuove registrazioni delle startup e Pmi innovative Ict che raggiungono quota 2.006 con un incremento del +17,9%, superiore di quasi 5 punti alla dinamica complessiva delle nuove registrazioni in tutti i settori (+13,3%). Nel 2020 più di una su tre in ambito Ict si sono costituite online (33,3% nel 2019) contro il 31,4% nel perimetro complessivo (27,2% nel 2019).
Sul mondo Ict invece, l’ultimo trimestre del 2020 ha inoltre lasciato intravedere l’inizio di un recupero progressivo che nel 2021 dovrebbe essere pari al +3,5%. Il mercato è arrivato lo scorso anno a 71,5 miliardi di euro. Per tutti i comparti i dati a fine anno si sono rivelati migliori delle attese. La progressione è stata netta, anche se inferiore a quella del 2019, per Servizi Ict (12,7 miliardi, +3,3%) e Dispositivi e Sistemi (19,3 miliardi, +1,3%). Anche per i Contenuti Digitali e Digital Advertising (12,6 miliardi, +4,4%) l’andamento è stato positivo rispetto alle dinamiche generali. In calo, oltre ai servizi di rete (19,2 miliardi, -6,9%), anche Software e Soluzioni Ict (7,5 miliardi, -2,3%).
La ripartenza sarà possibile solo con una politica di ricostruzione fondata sull’investimento in eccellenze produttive e di servizio, capaci di creare valore attraverso il digitale, sia nel settore privato che pubblico. Per avviare pertanto il processo di accelerazione legata al digitale, è importante una riorganizzazione complessiva della struttura amministrativa nazionale delle politiche dell’innovazione, concernenti l’uso di nuove tecnologie e, in particolare, di quelle dell’informazione e della comunicazione, necessarie a realizzare la modernizzazione del Paese, con riferimento, fra l’altro, all’economia, alle infrastrutture immateriali, alla pubblica amministrazione e all’inclusione digitale, nonché con compiti di indirizzo e di controllo sull’attuazione delle politiche stesse.
Risulta pertanto necessario che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza veda il coinvolgimento di tutte le realtà dell’innovazione e del mondo startup, in quanto per il rilancio economico e sociale dell’Italia, è prioritario investire nei giovani e nell’innovazione come motori trainanti per il futuro del Paese. Parimenti occorre ascolto e apertura da parte delle massime istituzioni governative alle istanze a sostegno delle giovani generazioni e a quella trasformazione tecnologica e digitale, fondamentale per rendere l’Italia una vera smart nation.