Nuove linee-guida per il Servizio sanitario nazionale e auspicabili margini di sviluppo per il sistema-Paese. Questi i temi al centro dell’appuntamento che ha dato il via al ciclo di incontri intitolato “Non c’è futuro senza…” organizzato da Janssen in partenership con Formiche. Massimo Scaccabarozzi, Giovanni Tria, Beatrice Lorenzin, Marco Bentivogli e Teresa Petrangolini gli speaker presenti all’incontro
“La pandemia ha messo a dura prova il nostro Servizio sanitario nazionale, consentendoci di riscoprire la centralità della salute. L’anno che abbiamo passato ha evidenziato che, stante l’universalità del nostro Servizio, vi sono delle aree di miglioramento su cui tutti gli attori del sistema devono confrontarsi per sviluppare la salute di domani”. Così Massimo Scaccabarozzi, presidente e ad di Janssen Italia ha aperto il primo live talk della serie di eventi “Non c’è futuro senza…” organizzata da Janssen, intitolato “Un dialogo per innovare e crescere in competitività e attrattività del sistema Paese”. Presenti, anche importanti ospiti come il consigliere del ministro dello Sviluppo economico Giovanni Tria; il già ministro della Salute Beatrice Lorenzin; il coordinatore nazionale di BASE Italia Marco Bentivogli e Teresa Petrangolini, direttrice del Patient advocacy lab di Altems dell’Università Cattolica del Sacro cuore. Ad affrontare il tema, con un contribuito video, anche Maria Chiara Carrozza, prima presidente donna del Cnr e l’Ail, Associazione italiana contro leucemie linfomi mieloma.
SALUTE, NON C’È FUTURO SENZA…
“L’industria farmaceutica è un settore strategico per lo sviluppo del nostro Paese e può rappresentare un volano per il rilancio del Servizio sanitario nazionale, soprattutto nella fase post emergenziale”, ha subito sottolineato Massimo Scaccabarozzi, secondo cui la pandemia “ha dimostrato l’importanza della collaborazione fra tutti gli attori del sistema salute”. “Nelle fasi di emergenza – ha continuato – non si deve aspettare, ma guardare al miglioramento e al futuro. Per far capire che la salute non è solo un costo, ma investimento per il futuro”. L’ ad di Janssen ha poi continuato sostenendo che lo scopo del progetto “Non c’è futuro senza…” è quello di “creare dialogo e collaborazione fra tutti gli attori coinvolti. Nel corso del 2021 il ciclo di eventi affronterà tre temi-chiave: non c’è futuro senza ricerca e attrattività della ricerca, senza medicina di prossimità e senza una value based healthcare”.
IL RUOLO (VIRTUOSO) DEL PARTENARIATO PUBBLICO-PRIVATO
Giovanni Tria ha posto l’accento sull’utilizzo dei fondi stanziati per la sanità: “La pandemia ci ha dimostrato che il sistema è complesso e che la ricerca necessita di infrastrutture affinché i risultati si dirigano rapidamente verso la sperimentazione clinica e poi si traducano in farmaci”. Tesi, questa, sostenuta anche dal presidente del Cnr Maria Chiara Carrozza, secondo cui sarebbe importante “enfatizzare l’importanza della ricerca scientifica per la traslazione dei risultati della ricerca in leadership industriale” perché “la partnership con l’industria farmaceutica è importante”. “Bisogna strutturarsi – ha aggiunto – per maturare l’investimento in ricerca e trasformarlo in conoscenza, principi, brevetti e sistemi che ci possano garantire uno sfruttamento industriale”.
PNRR, PIÙ COLLABORAZIONE FRA AZIENDE E ISTITUZIONI
Dello stesso avviso anche il coordinatore di BASE Italia, Marco Bentivogli, che ha sottolineato quanto per il settore sia necessaria una fruttuosa collaborazione pubblico-privato che si basi sulla chiarezza quale “valore da recuperare, in termini di policy, tra ricerca di base e ricerca applicata” e di cui il Pnrr sarebbe mancante. Secondo Bentivogli, tale mancanza potrà rivelarsi letale per le piccole e medie imprese del settore. Si rivelerebbe quindi necessario un cambio di passo: “la ricerca è stritolata da visioni di breve periodo. Gli strumenti e la destinazione dei fondi di finanziamento sono questioni importanti che vanno chiarificate”.
PER UNA VISIONE ONNICOMPRENSIVA E ORIZZONTALE
Dal lato istituzionale anche Lorenzin si è espressa sulla questione dei finanziamenti al settore, soffermandosi sul difetto di appeal di cui soffrirebbero le politiche di sostegno alla ricerca: “Il tema è poco appassionante quando si tratta di bilancio pubblico”. Ad avviso dell’ex ministro della Salute, “in Italia persiste una visione a silos, verticalizzata e divisa fra le varie parti in causa, una visione complessiva e orizzontale è più difficile da costruire”, ma sarebbe importante correre ai ripari, in un Paese in cui “manca una regolazione accogliente per creare competitività rispetto ai partner internazionali”.
UNA QUESTIONE DI SICUREZZA?
La discussione è poi proseguita osservando il Sistema sanitario sotto altri punti di vista. La sanità oggi appare anche come questione di sicurezza, secondo Giovanni Tria: “Con riguardo alle catene del valore, il punto in cui un Paese si colloca lungo la supply chain internazionale è importante dal punto di vista della sicurezza nazionale e del pronto intervento nelle emergenze”. Il professore ha poi continuato sostenendo che “Essere in grado di non farsi strozzare dalle mancanze di approvvigionamento è fondamentale – e che perciò sarà importante – far sì che il pubblico si assuma una parte del rischio lungo tutta la filiera, affinché non si penalizzi il sostrato di Pmi presente nel nostro Paese, poiché il rischio collegato agli investimenti nel pharma è, allo stato attuale, assumibile con facilità solo dalle grandi aziende”.
NOVITÀ: LE ASSOCIAZIONI DEI PAZIENTI
Un elemento di novità che il periodo della pandemia ci ha offerto, secondo Teresa Petrangolini, direttrice del Patient advocacy lab di Altems, sarebbe invece l’aumento dell’interesse dell’opinione pubblica riguardo alla ricerca scientifica che a suo avviso “È diventata finalmente un tema entusiasmante per i pazienti. Il cittadino che prima era un destinatario della ricerca oggi è uno degli attori-chiave del processo” e l’evidenza sono le associazioni dei pazienti, sempre più coinvolte a livello istituzionale. La tesi della direttrice Petrangolini è stata poi sostenuta anche dal commento di Simona Sallustio rappresentante pazienti di Ail, Associazione italiana contro leucemie linfomi mieloma che soffermandosi sull’importanza di dare nuove possibilità alla ricerca scientifica ha anche concluso sostenendo che “La ricerca deve correre molto più del treno della vita”.