Cambiamento climatico, terrorismo interno, strategia tecnologica e rapporti con le potenze straniere sono alcuni dei dossier che i prossimi mesi il presidente americano dovrà affrontare. L’analisi degli esperti del Center for a New American Security (Cnas)
“Ora, dopo soli 100 giorni, posso dire alla nazione che l’America è di nuovo in movimento”. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha parlato al Congresso dopo i primi 100 giorni alla Casa Bianca. Mesi non facili, in cui ha dovuto affrontare “la più grave pandemia dell’ultimo secolo. La peggiore crisi economica dalla Grande Depressione. Il più terribile attacco alla nostra democrazia dalla Guerra Civile”.
“Abbiamo visto tutti il ginocchio dell’ingiustizia sulla gola degli afroamericani – ha detto Biden nel suo discorso -. Adesso abbiamo l’opportunità di fare dei progressi veri […] Non è mai stato un bene scommettere contro l’America. E non lo è ancora adesso”.
In questi giorni, il governo di Biden ha dovuto prendere decisioni significative in materia di politica interna e politica internazionale. Dalla gestione della crisi sanitaria negli Usa fino al cambiamento climatico, le scelte sono state tante. Ma cosa aspetta al presidente democratico?
SICUREZZA INTERNA E TERRORISMO INTERNO
Un report del Center for a New American Security (Cnas) sottolinea la riforma del Dipartimento per la sicurezza interna come una priorità del governo americano. “C’è un’opportunità unica e urgente per riformare il Dipartimento per la sicurezza interna (Dhs) – si legge nell’analisi -. Nel mezzo di un ambiente in rapida evoluzione, il Dipartimento dovrebbe essere riorientato in un modo che protegga al meglio gli Stati Uniti dalle minacce alla sicurezza nazionale, in coerenza con la legge, la sicurezza e le esigenze di sicurezza pubblica e i valori fondamentali della nazione”.
Ugualmente, Biden dovrà fronteggiare la minaccia di terrorismo interno in mano di gruppi estremisti, più visibili dopo i fatti del 6 gennaio a Capitol Hill: “Questi eventi hanno portato a interrogarsi sull’adeguatezza della raccolta di informazioni, sulla condivisione delle informazioni e sull’impegno del governo federale a dare priorità alla lotta al terrorismo interno”.
LA GEOPOLITICA DELL’AMBIENTE
In quanto ai dossier internazionali, il presidente americano dovrà concentrarsi sul cambiamento climatico. Secondo il Cnas, questo rappresenta una minaccia per la sicurezza degli Stati Uniti ed è “una componente importante della grande competizione di potere con Cina e Russia. L’amministrazione Biden può fare molto per affrontare il cambiamento climatico come una questione di sicurezza nazionale”. Un primo passo importante da eseguire nei prossimi mesi sarebbe apportare modifiche per fornire strumenti e capacità alla leadership politica, in modo di preservare gli interessi americani.
LA STRATEGIA TECNOLOGICA
Il report indica la strategia tecnologica e di innovazione come fattori fondamentali per il potere economico, politico e militare degli Stati Uniti, per cui è necessario spingere verso nuovi sviluppi, che si tratti di persone, processi e nuove relazioni.
“L’amministrazione Biden dovrebbe definire una visione comune, sviluppare un vocabolario e un quadro operativo comuni, definire i ruoli per i dirigenti senior e stabilire informazioni chiare e forum decisionali – consigliano gli esperti -. I meccanismi in tal senso possono includere un discorso presidenziale anticipato o il lancio di un prodotto che sia in gradi di analizzare la concorrenza tecnologica”. È anche suggerita la nomina di un vice consigliere per la sicurezza nazionale per la competizione tecnologica.
L’INAZIONE E I RAPPORTI ESTERI
Per il Cnas, durante la pandemia è aumentata l’influenza globale della Cina, e come conseguenza si stanno spostando gli equilibri nell’Indo-Pacifico. Questo comporta nuove sfide per gli Usa, ma anche il rischio di restare all’angolo, se non si prendono decisione coordinate in materia economica, diplomatica e di difesa con i Paesi alleati.
“L’ideazione di soluzioni ai problemi di sicurezza nazionale potrebbe sembrare positiva – sottolineano gli esperti -. Il problema è che non tutti i problemi possono essere effettivamente risolti e molte delle principali sfide odierne di politica estera rientrano esattamente in questa categoria. I politici spesso ritengono che sia meglio ‘buttarsi e provare’ […] piuttosto che rischiare i costi dell’inazione. Ma cercare di riparare l’insolubile può spesso peggiorare le cose”. Su questo dossier il report riporta a un testo di Foreign Affairs.
Esempio fra tutti la strategia americana in Afghanistan. “In vista del termine per il ritiro delle truppe recentemente annunciato per l’11 settembre 2021, rimangono seri dubbi sull’impegno dei talebani per l’accordo e sul futuro della strategia degli Stati Uniti nella regione”, appunta il report. La Casa Bianca dovrà tenere conto di un ritorno di Al Qaeda e un aumento della violenza e gli omicidi mirati.