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Lo Spazio per l’Europa (digitale). Alla ricerca di Elon Musk

Luca Capasso, Massimo Comparini, Luigi Pasquali, Giorgio Saccoccia e Morena Bernardini. Tutti allo Iai per discutere del nuovo studio a cura di Jean Pierre Darnis sullo Spazio per la sovranità digitale europea. Ecco cosa si è detto

L’ambizione dell’Europa in campo digitale passa per lo Spazio. Tuttavia, di fronte alla rivoluzione del New Space targato Elon Musk, il Vecchio continente dovrà fare “massa critica”, sfruttando le competenze acquisite, mettendo a fattore comune gli investimenti e sviluppando nuovi modelli di collaborazione. È quanto emerso dal dibattito “Spazio e sovranità digitale europea”, organizzato dall’Istituto affari internazionali (Iai) per presentare lo studio a cura di Jean Pierre Darnis, “Space as a key element of Europe’s digital sovereignty”, realizzato nell’ambito della partnership tra lo Iai, l’Institut français des relations internationales (Ifri), e il think tank tedesco Dgap. “Abbiamo spostato molto in avanti la riflessione – ha spiegato il vice presidente dello Iai, Michele Nones, introducendo i lavori – concentrandoci non solo sullo Spazio, ormai dimensione immanente, ma anche sul Digitale”.

IL DIBATTITO

Moderati dalla direttrice di Formiche e Airpress Flavia Giacobbe, sono intervenuti il generale Luca Capasso, capo ufficio generale Spazio dello Stato maggiore della Difesa e comandante del Comando operazioni spaziali, Massimo Comparini, amministratore delegato di Thales Alenia Space Italia, Luigi Pasquali amministratore delegato di Telespazio e coordinatore delle attività spaziali di Leonardo, Giorgio Saccoccia, presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) e Morena Bernardini, vice presidente per le strategie di ArianeGroup. Unanime il giudizio sullo Spazio, centrale nell’era digitale e dunque anche per le ambizioni europee di autonomia strategica.

IL CONTESTO

A dare la cifra del fermento, ha spiegato Darnis presentando lo studio, le notizie di cronaca recente: l’Ue ha attivato la sua nuova agenzia (l’Euspa); il commissario Thierry Breton è tornato a promuovere una costellazione per le comunicazioni sicure; Eutelsat ha investito nella costellazione OneWeb che dovrebbe partire con 650 satelliti all’anno. Intanto, prosegue l’attivismo dei grandi privati d’oltreoceano, come Elon Musk e Jeff Bezos. SpaceX e Amazon stanno già dispiegando costellazioni spaziali a banda larga, cambiando il paradigma dello Spazio, le cui tecnologie appaiono ormai incluse nella catena globale di acquisizione e trasmissione dei dati, pezzi fondamentali di una rete globale di dati. E se i dati sono al centro di ogni ambizione di autonomia digitale, allora lo sono anche le tecnologie spaziali, fuse con le tecnologie dell’informazione. Ciò, spiega lo studio, rappresenta un’opportunità di crescita, ma anche un pericolo per un settore rimasto a lungo separato da altri comparti. Non è un caso che lo Spazio sia un settore a crescente competizione, sempre più protagonista del confronto geopolitico globale, anche sul fronte militare.

LO SPAZIO MILITARE

Lo ha spiegato il generale Capasso, che guida il Comando operazioni spaziali (Cos), di cui l’Italia si è dotata sulla scia dell’evoluzione internazionale, attivata a dicembre 2019 quando la Nato ha dichiarato lo Spazio un “dominio operativo” a tutti gli effetti. E ogni dominio, ha notato Capasso, deve avere un “dominus”, cioè un ente responsabile al suo presidio. È nato per questo il Cos, che ha già registrato le sue prime attività. D’altra parte, ha aggiunto, “c’è bisogno di controllare lo Spazio perché è ormai un’infrastruttura critica per il nostro Paese, non solo perché serve alle operazioni militari e alle attività della Difesa, ma anche perché è imprescindibile per la vita comune”. Tra le sfide c’è l’affollamento delle orbite basse, dove “non c’è regolamentazione”. Sta accadendo quello “che succedeva nel far west”, e cioè impone nuove esigenze di monitoraggio, oltre alla promozione di un impegno internazionale in tema di space law.

UN MUSK EUROPEO?

È il risultato dello Spazio come “ambito pervasivo”, ha notato Massimo Comparini, almeno quanto il Digitale. E il connubio tra i due domini sarà “dirompente ed esponenziale nei prossimi anni”, ha aggiunto l’ad di Thales Alenia Space. Dominano le cronache i grandi attori privati del cosiddetto “New Space”: Musk, Bezos e Branson. “È indubbio che stanno cambiando il dominio spaziale, e cioè non può non avere impatto sull’Europa e sulla sua industria”, ha detto Comparini. Lo stimolo più forte è sulla “rapidità”, sulla capacità di “innestare innovazione in tempi brevi”. È qui che l’Europa può recuperare terreno, magari “federando gli investimenti da diversi capitoli”. Il messaggio di Comparini è rassicurante: “Abbiamo tutti gli elementi per poter attivare dinamiche che non siano solo di inseguimento”.

BIG DATA SPAZIALI

A questi elementi si dovrà aggiungere una migliore capacità di gestire “l’enorme massa di dati spaziali”, ha spiegato Luigi Pasquali. D’altra parte, “siamo immersi in una bolla che sarà sempre più alimentata da tali dati”, destinati ad aumentare tra nuove capacità di osservazione, navigazione, puntamento e quant’altro. E poi ci sono le grandi avventure esplorative, a partire dalla Luna. Saranno intrecciate tra Spazio e Digitale. “Molte delle cose che accadranno nella futura comunità lunare – ha detto l’ad di Telespazio – saranno basate sul principio della guida autonoma e della robotica”. Ciò significa “più dati”, da dover gestire e sfruttare nel migliore dei modi. L’Europa ci sta provando, con il rinnovamento dei programmi storici (Copernicus e Galileo) e con il lancio di nuovi progetti, dalla Ssa alla costellazione per le comunicazioni sicure.

UN FATTORE DI COMPETITIVITÀ

Offriranno supporto alla sovranità digitale, “fattore di competitività globale”, ha detto il presidente dell’Asi Giorgio Saccoccia. Il momento pare propizio. Lo Spazio europeo è in riforma, tra il potenziato ruolo dell’Unione europea e la nuova governance nei rapporti con l’Esa. Anche in campo nazionale è elevata l’attenzione per il valore dello Spazio, pure per il contributo che da lì può arrivare per il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). “La maturità acquisita ci pone nelle condizioni di realizzare progetti importanti e significativi nei tempi previsti da un piano così rapido”, ha detto Saccoccia. Non si prescinderà dal contesto europeo. “Lo Spazio è il settore dove, storicamente, il delicato equilibrio tra competizione e integrazione ha portato il nostro continente all’aumento della competitività”. Da qui, ha aggiunto, può arrivare un contributo determinante alla “sovranità digitale europea”.

IL TEMA DEI LANCIATORI

Ma tra i temi più delicati per l’Europa c’è l’accesso allo Spazio, dove la competitività dei privati americani (SpaceX su tutti) pare particolarmente ostica da superare. Ma “sovranità spaziale significa anche avere accesso indipendente allo Spazio, il primo step necessario per un’infrastruttura abilitante oltre l’atmosfera”, ha spiegato Morena Bernardini, vp Strategy di ArianeGroup. Secondo la manager, l’esigenza crescente di costellazioni trainerà i numeri dei lanci e sosterrà i vettori europei.

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