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Obiettivo Europa. Lo Spazio italiano si ritrova all’Asi (con Tabacci)

Con il sottosegretario Bruno Tabacci, l’Asi ha riunito il mondo spaziale italiano per definire la tabella di marcia nell’Agenda 2025 del direttore generale dell’Esa, Josef Aschbacher. Il piano per essere protagonisti passa dal “sistema”, un dialogo costante tra istituzioni, aziende e mondo della ricerca

L’Italia vuole essere protagonista del nuovo Spazio europeo (e non solo). È l’obiettivo risuonato oggi dalla conferenza stampa organizzata dall’Agenzia spaziale italiana (Asi), a margine dell’evento “Obiettivo Europa: l’Italia e il futuro dello spazio” che ha riunito il settore nazionale. A presiedere i lavori il sottosegretario Bruno Tabacci, delegato dal premier Mario Draghi alle politiche del settore. Insieme a lui sono intervenuto il presidente dell’Asi Giorgio Saccoccia e il direttore generale dell’Esa Josef Aschbacher. Occhi puntati sull’Agenda 2025 già lanciata dall’austriaco, che punta a ridefinire il ruolo dell’agenzia europea nella nuova governance europea. Per ora, sul documento, la valutazione italiana è “molto positiva” ha detto Tabacci, riservando per l’Italia ulteriori valutazioni, a partire dalla riunione del Comint in programma il 17 giugno.

IL TEMA POLITICO

L’esigenza di un’agenda sul futuro dell’Esa nasce soprattutto dall’accresciuto ruolo dell’Ue, che ha approvato un programma spaziale da 14,8 miliardi di euro per i prossimi sette anni e che si è dotata di una sua agenzia, l’Euspa. L’obiettivo di Bruxelles è assumere la gestione strategica delle politiche spaziali, lasciando così all’Esa la parte esecutiva. I negoziati sono in corso, concentrati in particolare sul Ffpa (Financial framework partnership agreement), cioè il quadro normativo con cui le due organizzazioni dovranno co-finanziare i futuri programmi. Intanto, però, l’Esa ha già una sua tabella di marcia, definita proprio dall’Agenda 2025.

L’AGENDA DI ASCHBACHER

Come ricordato da Aschbacher nel convegno odierno, raccoglie i contributi degli Stati membri e il dibattito finora avviato sul tema, a partire dall’Italia, “potenza spaziale”, che contribuisce per il 13% al budget dell’Esa, terzo contributore dopo Germania e Francia. L’Agenda 2025 punta a un orizzonte temporale che arriva fino al 2035, anche se si rivolge in particolare agli appuntamenti del prossimo anno. Aschbacher ha già annunciato il lancio per il 2022 dello “European Space Summit”, che dovrà “definire l’ambizione dell’Europa nello spazio per il prossimo decennio”. Potrebbe avvenire nell’ambito della Conferenza del futuro dell’Europa già programmata dall’Ue, e comunque prima del consiglio ministeriale dell’Esa che cadrà alla fine del prossimo anno.

LE PRIORITÀ

Le priorità sono cinque, ha ricordato Aschbacher. Prima di tutto, “il rafforzamento delle relazioni tra l’Esa e l’Unione europea”. In secondo luogo, “alimentare la trasformazione green e la commercializzazione digitale”, con un maggiore coinvolgimento degli attori privati. Terzo, “sviluppare lo spazio per la sicurezza”, con l’attenzione a nuove infrastrutture di monitoraggio e al tema della space debris. Quarto, “affrontare le sfide programmatiche principali”, tra cui si citano i lanciatori Vega C e Ariane 6, le missione esplorative, ma anche la partecipazione al programma Artemis. Quinto, “completare la trasformazione dell’Esa”, per un’agenzia più snella, con procedure burocratiche alleggerite e una più forte uguaglianza di genere.

L’ATTENZIONE ITALIANA

Per l’Italia tutto questo è di particolare interesse, e da qui l’iniziativa dell’Asi volta a “fare sistema” con i vari componenti dello Spazio nazionale. Il nostro Paese ha accresciuto il proprio ruolo in Esa nell’ultima ministeriale (Siviglia 2019), portando l’investimento a 2,3 miliardi di euro. Di quella cifra, a dicembre 2020, si registravano già ritorni per 1,3 miliardi in contratti all’industria italiana. L’obiettivo ora è confermarsi protagonisti anche nel nuovo assetto europeo. L’Agenza 2025, ha detto Tabacci, “ha una forte valenza politica, poiché inquadra le attività spaziali non solo come il successo della scienza, della tecnologia e dell’industria, ma pone anche la questione di come rafforzare l’idea d’Europa”. In tale “disegno strategico”, ha detto Tabacci, l’Italia vuole fare la sua parte.

FARE SISTEMA

“Il punto fondamentale di questo percorso è la collaborazione fra industrie, enti di ricerca e l’Asi”, ha aggiunto il presidente Saccoccia. “Avendo dalla nostra parte l’attenzione della politica e dell’intero Paese – ha detto – possiamo puntare, in maniera coesa, alle prossime sfide nazionali nel settore e anche a una partecipazione efficace alla ministeriale dell’Esa del 2022 con uno sguardo concreto verso quelli che saranno i prossimi passi delle attività spaziali imminenti”. Il futuro, ha rimarcato, “impone l’attenzione nei confronti dei giovani; saranno loro la linfa vitale che porterà avanti le idee innovative e i progetti che stiamo pensando di sviluppare”. Per questo, “in stretta collaborazione con il mondo della formazione e dell’Università faremo in modo che nuove competenze siano presto disponibili per alimentare la forza-lavoro per il domani del settore”.

IL PIANO DI TABACCI

L’Italia, notava Tabacci nella recente audizione alla Commissione attività produttive della Camera, “è chiamata a contribuire con autorevolezza alla definizione dei rapporti tra Esa e Ue, un punto nodale per il futuro dello Spazio per il nostro Paese in Europa”. Bisognerà “evitare le sovrapposizioni”, ha aggiunto oggi, notando che “l’idea di un vertice spaziale nella primavera del 2022 è cosa giusta”, soprattutto se inserita nella Conferenza sul futuro dell’Europa. E a livello industriale, ci possono essere “interesse divergenti” tra Paesi membri, ha detto Tabacci citando Francia, Germania e Italia. Vige dunque “la necessità di trovare un punto di incontro”, anche attraverso l’ormai noto “tavolo a tre gambe” che ri-equilibri i rapporti di forza interni all’Europa.

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