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Perché il conflitto delle idee non va censurato. Scrive Paganini

La libreria in cui entriamo  dovrebbe essere la casa del pluralismo. Invece no. Negli Usa ritorna la censura. I suoi promotori, paradossalmente, si definiscono paladini della diversità: essi vogliono imporre solo la loro idea di diversità, censurando tutto il resto. È la fine del pluralismo

Ci risiamo. Un esercito di autori, editori, librari statunitensi, ha promosso un appello per censurare la pubblicazione e la vendita di chiunque abbia fatto parte dell’amministrazione del Presidente Trump. Per questi che definiremmo intellettuali, “lo stato in cui versa l’America” è da imputare alla popolarità di autori e pensatori legati al Presidente Trump e all’attacco al Campidoglio. Secondo gli intellettuali Liberal è il desiderio di denaro, e quindi il mercato, che ha spinto editori e librerie a promuovere testi di “persone losche”. 
Il risultato è che negli Stati Uniti le scelte editoriali sono soggette alle volontà ideologiche dei dipendenti delle case editrici e delle organizzazioni non governative. La libertà di stampa e di pensiero è ancora sotto attacco. 
 
La crisi della Liberaldemocrazia non va imputata agli autori controversi legati a movimenti populisti. Questi sono una reazione semmai. Le difficoltà dell’occidente devono essere ricercate nella riduzione delle Libertà per mano di chi vuole imporre il conformismo di una sola Libertà, la sua. 
 
L’apertura e le Libertà di una società sono proporzionali alle condizioni che si coltivano per promuovere idee diverse. 
 
Questi intellettuali censurano, de facto, la diversità, e cioè la pluralità delle idee che i cittadini confrontano. È attraverso il conflitto democratico che evolvono le conoscenze e di conseguenza, le soluzioni ai problemi del convivere. 
 
Eppure, paradossalmente, quegli intellettuali, politicamente schierati a nella Sinistra Liberal (da non confondere con il Liberalismo), si proclamano promotori della diversità e della Libertà. Essi infatti, promuovono una sola diversità, quella che include i loro desideri, ma escludono tutto ciò che non aggrada loro, e cioè che non rientra nella loro idea di come il mondo dovrebbe essere e funzionare. Essi si limitano ad esaltare la Libertà, che è appunto singolare. 
 
I Liberali promuovono invece le Libertà. Proprio perché le Libertà sono plurali, appartengono a ciascuno dei cittadini che condividono uno spazio sociale. 
 
Quanto sta avvenendo negli Stati Uniti è molto pericoloso. Stiamo tornando al pensiero unico che questa volta è confezionato con l’inclusione di categorie che si definiscono diverse. Sono appunto categorie, nella più classica struttura storicista, che si contrappongono ad altre categorie con l’obiettivo di annientarle. 
 
Per chi si affida al metodo liberale non esistono categorie diverse, ma cittadini le cui diversità vanno promosse e mai contrapposte. Piuttosto le diversità vanno premiate il più possibile attraverso il Governo della legge. 
 
Gli editori non sono piattaforme social, la cui “cancel culture” e la “ censura” è soggetta alla legge. Sono liberi di scegliere chi pubblicare. Ma stiano attenti perché, grazie alla tecnologia, sempre più cittadini sono capaci di pubblicarsi da soli. Con più fatica e meno risultati, certamente, ma silenziosamente possono alimentare movimenti di protesta, come i populismi, appunto. 
 
Il conflitto democratico va promosso, non censurato.

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