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Venezuela, perché Maduro cerca la mediazione dell’Ue

Il leader del regime venezuelano è disposto a sedersi a un tavolo con Juan Guaidó solo se affiancato dai rappresentanti dei Paesi europei, specialmente la Norvegia

Alla proposta di riprovare la strada del dialogo in Venezuela, Nicolás Maduro ha detto di essere pronto, ma con qualche condizione. Il leader del regime venezuelano vorrebbe impegnarsi in un processo di negoziazione con l’opposizione del Venezuela, ma solo se partecipano anche l’Unione europea, il Gruppo internazionale di contatto e la Norvegia. Un tentativo, con questi stessi attori, che era già stato fatto in passato.

“Sono d’accordo con l’aiuto dell’Ue, della Norvegia e del Gruppo di contatto – ha dichiarato Maduro -. Quando volete e come volete, pronto a riunirmi con tutta l’opposizione per vedere se esce qualcosa di buono […]  se esce qualcosa di buono e le opposizioni abbandonano il terreno della guerra, dell’invasione, degli attentati e del colpo di Stato, portandosi sulla strada delle elezioni, la proposta è accettata”.

La proposta di un Accordo di Salvezza Nazionale presentata dal leader dell’opposizione, Juan Guaidó, comporterebbe un meccanismo di verifica e controllo da parte della comunità internazionale, con l’obiettivo di avviare elezioni presidenziali, regionali, legislative e municipali in condizioni di trasparenza, equità e libertà (qui l’articolo di Formiche.net).

I toni però non sono cambiati. Maduro è tornato ad accusare Guaidó di aver intrapreso la strada del dialogo solo perché ha perso peso all’interno dell’opposizione e a livello di immagine internazionale: “Adesso Guaidó vuole sedere con me. Cosa avrà in mano? Che trappola avrà? Gli è stato dato l’ordine dal nord? La tua presidenza, Guaidó, è finita. Sei solo un pezzo di leader delle opposizioni. Ora ti tocca parlare con Maduro”.

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