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Zambon e le domande sul rapporto proibito dell’Oms

Sta alla magistratura indagare se, nella vicenda raccontata, ci sono reati e chi li ha eventualmente commessi. Dalla lettura del libro di Francesco Zambon “Il Pesce Piccolo-Una Storia di Virus e di Segreti” (Feltrinelli), sorgono alcune domande a cui l’Oms, il ministero della Salute e il ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale dovrebbero dare  risposta

Questa testata si è occupata più volte del rapporto preparato da un team di esperti dell’Ufficio di Venezia dell’Organizzazione Mondiale della Salute (Oms) sulla risposta italiana all’emergenza del Covid-19. Tale rapporto, dopo essere stato pubblicato per alcuni giorni sul sito dell’organizzazione, è stato ritirato. Si è, poi, cercato, in modo anche goffo, di manipolare il testo perché una frase dava ombra ad un personaggio che, nell’ambiente medico, è, a ragione o torto, poco apprezzato. Il documento è ora agli atti della procura di Bergamo che sta indagando sulle determinanti della pandemia nel capoluogo lombardo al fine di appurare eventuali responsabilità.

Il responsabile del team che ha redatto il rapporto, dopo diversi di carriera presso l’Oms e con un contratto che durava sino al 2036, ha dato le dimissioni dall’Organizzazione a ragione delle (vere o presunte) pressioni esercitate perché modificasse un’affermazione fattuale (dimostratasi provata ampiamente dai dati esistenti). Ha scritto un libro (Francesco Zambon Il Pesce Piccolo-Una Storia di Virus e di Segreti- Feltrinelli, pp. 186 € 15) che si gusta come un giallo e si può leggere sotto varie chiavi.

Sta alla magistratura indagare se, nella vicenda raccontata, ci sono reati e chi li ha eventualmente commessi. Dalla lettura del libro, sorgono alcune domande a cui l’Oms, il ministero della Salute e il ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale dovrebbero dare  risposta:

  1. Perché all’Oms è stato assunto un Direttore aggiunto dopo che aveva superato i 62 anni, limite di età per essere in servizio presso le Nazioni Unite e le sue agenzie specializzate?
  2. Non c’è un conflitto di interessi nel rivestire contemporaneamente il ruolo di Assistant Director-General for Strategic Initiatives (Polio Eradication, Polio Transition, Antimicrobial Resistance and Migrant Health) e quello di Consigliere del Ministro della Salute dello Stato di provenienza? Tale “doppi ruoli” sono esplicitamente vietati sia al Segretariato Generale delle Nazioni Unite sia nelle agenzie specializzate dell’Onu. Esiste una deroga per l’Oms?
  3. È vero o non è vero che i costi dell’incarico coperto dal Direttore aggiunto in questione sono coperti da un “contributo volontario” dell’Italia (ossia dei contribuenti italiani all’Oms?

Le risposte a queste domande contribuirebbero a chiarire in modo determinante una vicenda che, sino ad ora, ha screditato sia l’Oms sia il governo italiano, in particolare il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, che non è sceso in campo in difesa di un funzionario dell’Oms di nazionalità italiana, a cui veniva rimproverato essenzialmente di dire quanto aveva riscontrato nella documentazione disponibile presso il ministero della Salute e che veniva sottoposto, o aveva l’impressione, di venire sottoposto a minacce.

Il libro è un’ottima lettura da suggerire a chi intende iniziare una carriera presso le agenzie specializzate delle Nazioni Unite e riflette esperienze che io stesso ho fatto presso la Fao e l’Ilo.

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