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La Cina su Marte. Ecco il “dio del fuoco” inviato da Pechino

È previsto per questa notte l’arrivo sulla superficie di Marte del rover cinese Zhurong. Dovrebbe permettere a Pechino di superare la pressione originata dalla caduta incontrollata del razzo Lunga Marcia 5B, a patto di superare i terribili sette minuti dall’atmosfera marziana alla superficie. Ecco tutti gli obiettivi del “dio del fuoco”

La Cina si prepara ad arrivare su Marte. È previsto nella notte italiana di oggi l’approdo sulla superficie di “Zhurong”, letteralmente “dio del fuoco”, un rover destinato ai primi studi scientifici del Dragone d’Oriente su un pianeta diverso dalla Terra. Il prezioso carico fa parte della missione Tianwen-1, la “ricerca della verità celeste”, partita a luglio dello scorso anno e arrivata nell’orbita di Marte a febbraio.

Prima di festeggiare, per l’agenzia cinese Cnsa si attenderà conferma del superamento dei terribili sette minuti di discesa. È quanto servirà a Zhurong dall’ingresso in atmosfera al contatto con la superficie, passando da una velocità di circa 5.500 metri al secondo e una temperatura di 1.300 Celsius (sopportabile solo grazie allo scudo protettivo) a una velocità di poche decine di centrimetri al secondo e una temperatura di circa -63.

Il rover misura poco meno di due metri per un peso (al lancio) di 240 chilogrammi, circa un quarto del peso di Perseverance, il rover degli Stati Uniti che già sta scorrazzando sul Pianeta facendo registrare record su record, compreso il primo storico volo del drone-elicottero Ingenuity, seguito da altri cinque voli. È anche questo che conferma la nuova corsa all’esplorazione spaziale, che vede Stati Uniti e Cina protagonisti di un confronto che coinvolge tutti i segmenti oltre l’atmosfera, dalla bassa orbita terrestre (recentissimo il lancio di Pechino per la sua terza stazione spaziale) alla Luna (entrambe le potenze puntano a una base permanente sul polo sud) fino, appunto, a Marte.

La missione Tianwen-1 è la prima interplanetaria per la Cina. È partita a luglio con uno dei tanti razzi a disposizione di Pechino, il “Lunga marcia 5”, decollato dalla base di Wenchang, sull’isola di Hainan lungo la costa sud del Paese, inaugurato circa tre anni fa. Dopo la prima fase di assestamento, la Tianwen-1 si è piazzata in orbita ellittica intorno al Pianeta rosso, per poi avvicinarsi fino a un’orbita polare a 265 chilometri dalla superficie. Lì è restata per qualche mese, in attesa del momento giusto per rilasciare il rover. In tutto, tra orbiter e lander, gli strumenti scientifici sono tredici e dovrebbero operare per almeno tre mesi con l’obiettivo di studiare il suolo, la struttura geologica, l’ambiente e l’atmosfera di Marte.

L’ambizione marziana prende il nome “Tianwen”, o “ricerca della verità celeste”, in ricordo di un brano del poeta cinese Qu Yuan. Il simbolismo è un classico del programma spaziale e certifica l’importanza che Pechino vi attribuisce. Non a caso, il nome della missione marziana è stato svelato solo il 23 aprile dello scorso anno, in occasione della Giornata spaziale cinese, ufficializzata quattro anni fa in ricordo del lancio del primo satellite: il Dongfanghong-1, nel 1970. E sempre il 23 aprile, ma di quest’anno, è stato svelato il nome di Zhurong, frutto del voto popolare su diverse proposte avanzate dalla Cnsa.

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