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Il G7 trova l’accordo sulla tassa globale per i giganti del web. Ma senza fretta

Il cancelliere britannico Rishi Sunak annuncia lo storico accordo sulla tassazione globale sulle multinazionali: aliquota minima al 15%. Il ministro Franco spiega che serviranno almeno 8-9 anni. Gentiloni loda la svolta Usa

Quello che il cancelliere britannico Rishi Sunak ha definito un “un accordo storico” raggiunto dai ministri delle Finanze del G7 a Londra sulla tassazione globale è stato possibile grazie a due fattori secondo Paolo Gentiloni, commissario europeo all’Economia: da una parte il “clima di ottimismo” e “i segni di una ripresa in corso”, dall’altra il “cambio di politica dell’amministrazione statunitense”. “Senza Janet Yellen sarebbe stato sinceramente molto difficile avere questo rilancio, una spinta multilaterale che è il senso di questo G7 dopo tante tensioni fra le due sponde dell’Atlantico e anche qualche tensione fra noi europei”, ha aggiunto il commissario.

L’IDEA

“Probabilmente il pilastro uno, quello sulla riallocazione dei profitti delle grandi multinazionali, potrebbe essere una convenzione plurinazionale da adottare con ratifiche nazionali”, ha continuato Gentiloni. “L’altro, quello relativo alla tassazione minima al 15 per cento, potrebbe aver bisogno di direttive europee. Prima però aspettiamo di avere i termini esatti di quello che sarà convenuto a livello Ocse e G20 e poi vedremo il tema della trasposizione in termini tecnici. In termini politici io sono fiducioso”, ha aggiunto. “È una spinta talmente forte che sarà difficile contrastarla”.

I TEMPI

“L’accordo odierno”, ha spiegato il ministro dell’Economia italiano Daniele Franco, “sblocca un dibattito durato otto-nove anni. Questa nuova forma di tassazione sarà operativa fra qualche anno, non ci sono tempi tecnici per farlo prima. Quando (la legge) sarà diventata operativa, i Paesi che hanno già una digital tax la elimineranno e adotteranno la nuova”, ha aggiunto Franco.

LE PROSSIME MOSSE

C’è un forte slancio nelle parole del commissario Gentiloni. “Sono convinto che sulla base di questo passo, un accordo negli incontri tecnici che ci saranno a fine giugno e nel G20 di luglio sia possibile ma non bisogna confondere i due piani”, ha proseguito. “L’accordo di cui abbiamo bisogno di raggiungere è un accordo più largo”, ha ribadito.

GLI AUSPICI ITALIANI

Il ministro Franco ha auspicato che l’accordo raggiunto in sede G7 sui due pilastri del modello di tassazione internazionale venga ampliato anche a livello del G20 di cui il nostro Paese detiene la presidenza. La questione verrà discussa, ha aggiunto Franco, anche in sede G20, in particolare durante la riunione dei ministri delle Finanze che si terrà a luglio a Venezia e nel summit di conclusione della presidenza italiana previsto a Roma nel mese di ottobre. “Noi contiamo di trovare un accordo anche in sede G20 in modo che questi pilastri diventino il riferimento per la tassazione globale”, ha detto Franco, rimarcando che questa misura non è rivolta contro le multinazionali del settore digitale. “Non è una tassazione mirata verso questo settore, riguarda tutte le multinazionali, fra cui vi sono anche quelle digitali”, ha detto il ministro.

IL RAPPORTO ROMA-LONDRA

Secondo il ministro Franco due presidenze concomitanti – G7 del Regno Unito, G20 dell’Italia – sono state “un’opportunità per collaborare”. “Abbiamo gestito molte questioni in parallelo, per esempio quella ambientale: su Cop26, Italia e Regno Unito, siamo affiancate. La cooperazione è andata molto bene”, ha aggiunto.

(Foto: Twitter, @G7)

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