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Bce, cosa lega Lagarde all’eleganza della contessa Madeleine

“Falchi” e “colombe” si arrovellano sulla necessità o meno di mantenere invariate le misure monetarie adottate quando la pandemia era al suo culmine. Ma guidato da Christine Lagarde, il Consiglio Bce ha concluso che non è il momento di decidere. Come la contessa Madeleine nell’opera di Richard Strauss. Aspettiamo la sessione di luglio

Christine Lagarde è una signora di grande cultura. Giurista di formazione, avvocato d’affari di professione, ha assorbito, con studio e con profitto, la “triste scienza” dell’economia sia come ministro dell’Economia e delle Finanze della Repubblica Francese sia come managing director del Fondo Monetario Internazionale ed ora applica le sue conoscenze e la sua eleganza al suo ruolo come Presidente della Banca Centrale Europea (Bce),

Ha pilotato la riunione del Consiglio Direttivo del giugno con la maestria della Gräfin (la Contessa Madeleine) dell’ultima opera (pardon “Eine Konverastionstück for Musik” una conversazione in musica) di Richard Strauss, che allora aveva 78 anni compiuti. La “Conversazione” debuttò a Monaco nell’ottobre 1942, momento in cui era importante, per ciascuno, prendere decisioni. Si intitola “Capriccio”, ossia una forma musicale molto libera e spregiudicata.

La bella ed attraente Gräfin, vedova appena trentenne, è corteggiata da due giovanotti, il poeta Olivier (che rivendica il primato del verso) e il musicista Flamand (il quale ritiene invece che la musica sia il protagonista di ogni cosa), Sono “fraterni rivali” anche nel tentativo di andare sotto le lenzuola della Gräfin. Siamo in un castello poco distante da Parigi solo pochi anni prima della presa della Bastiglia; ma tant’è, questi sono i temi della “Conversazione”, complicati dal fatto che nel maniero c’è il fratello della Gräfin, un vero sciupafemmine, ed una compagnia di teatranti italiani, con una prima attrice molto sexy. Mentre la rivoluzione francese sta per esplodere, si cerca di fare teatro.

Cosa c’entra tutto ciò con il Consiglio Bce? C’entra, c’entra. Si sta, forse, uscendo dalla pandemia, ma non si sa. “Falchi” e “colombe” si arrovellano sulla necessità o meno di mantenere invariate le misure monetarie adottate quando la pandemia era al suo culmine. Ci sono segni di una possibile ondata di inflazione dovuta sia all’aumento della domanda sia all’interruzione delle catene del valore sia a strozzature dal lato dell’offerta di alcune materie prime e di alcuni prodotti (come le microchip) essenziali per beni e lavorazioni tecnologiche.

Nel castello di Christine Lagarde, come in quello della Gräfin, si vuole restare lontani da tutto ciò anche e soprattutto perché c’è molta incertezza e la “teoria economica dell’incertezza” (si rilegga il libro di Dixit e Pyndick di circa trenta anni fa) la cosa migliore è aspettare che si abbiano maggiori informazioni e si dipani la nube d’incertezza.

Non so se Christine Lagarde abbia letto Dixit e Pyndick (troppa matematica per un avvocato). Ha però visto ed ascoltato “Capriccio” in repertorio da anni all’Opera di Francoforte. Quando i fraterni rivali hanno smesso di elogiare le rispettive arti/professioni, il Conte sì è portato nella sua stanza l’attricetta sexy, il capocomico solo sul palcoscenico per rammentare che in teatro e non solo “più importante di come si entra e di ciò che si fa è come si esce”, il palcoscenico è nudo e pare che “la Conversazione” sia terminata, la Gräfin riappare e per rilassarsi prima del desinare si mette all’arpa per circa un quarto d’ora. Quando il cameriere le dice che «la cena è servita» si ricorda di avere dato appuntamento ai due giovani nella biblioteca accanto alla sua camera da letto. Occorre decidere, ma ciò è “trivial” (banale). Mentre scende il sipario.

Guidato da Christine Lagarde, il Consiglio Bce ha concluso che decidere è “trivial”. Come la Gräfin.
Aspettiamo la sessione di luglio.

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