Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Lo staff di Biden riassume il viaggio in Europa in tre “c”. Ecco quali

Il think tank Cnas ha organizzato un evento prima del viaggio in Europa del presidente Biden con tre membri del Consiglio per la sicurezza nazionale: Singh, Sloat e Green. Ecco cos’hanno detto su Cina, Russia, Turchia e non solo

In tre “c”, più altre tre, si può riassumere il primo viaggio all’estero del presidente statunitense Joe Biden, che dalla prossima settimana sarà in Europa: prima a Londra per il G7, poi a Bruxelles per il vertice con i leader europei, infine a Ginevra per il faccia a faccia con l’omologo russo Vladimir Putin.

Covid-19, clima e Cina sono le tre priorità indicate da Amanda Sloat, senior director per l’Europa del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, nel corso di un evento organizzato dal Center for a New American Security, guidato da Richard Fontaine. Intervistati sui temi del primo viaggio del presidente da Andrea Kendall Taylor, a capo del Transatlantic Security Program del think tank, anche altri due membri del Consiglio per la sicurezza nazionale: il numero due Daleep Singh (che è anche vicedirettore del Consiglio economico nazionale) e il diplomatico Eric F. Green, senior director del dipartimento Russia e Asia centrale.

Dal dibattito sono emerse altre tre “c”. Due le ha aggiunte la stessa Sloat: ciberminacce e corruzione. Le prime, in cima all’agenda Biden dopo i recenti attacchi ad agenzie governative e aziende statunitensi, sono inevitabilmente tema di cooperazione transatlantica, come già sottolineato su Formiche.net. La seconda è stata il tema caldo di questa settimana, con il memorandum del presidente che ha elevato il contrasto alla corruzione a questione di sicurezza nazionale impegnando gli Stati Uniti a guidare gli sforzi globali. Nei quali, ha spiegato intervistata da Formiche.net l’ambasciatrice statunitense Kathleen Doherty, il ruolo dell’Europa è cruciale.

Green ha parlato, invece, di “core values”, cioè valori fondamentali, rispondendo a una domanda sull’atteggiamento dell’amministrazione verso la Russia e verso casi come quello che riguarda l’oppositore Alexei Navalny: sembra essere questa la terza “c” aggiuntiva, la sesta in totale. Gli Stati Uniti con la Russia non cercano né un reset né un’escalation, ha aggiunto il diplomatico indicando in “prevedibilità e stabilità” le stelle polari degli sforzi di Washington, come già era emerso nell’ultima telefonata tra i due leader e come sottolineato dallo stesso presidente in un editoriale pubblicato sul Washington Post. Nei giorni scorsi, un altro ex diplomatico statunitense, Daniel Fried, aveva commentato così con Formiche.net l’incontro di Ginevra tra i presidenti Biden e Putin: “Serve ripristinare prevedibilità e stabilità, ha detto [Biden], ma senza ignorare l’assertività di Putin e i crimini commessi contro gli oppositori in patria e all’estero. Cioè, gli Stati Uniti non sacrificheranno i principi o gli alleati per avere prevedibilità e stabilità”.

Gli Stati Uniti “guida delle democrazie nel mondo” è, invece, uno dei concetti che ricorrono più spesso nelle parole di Singh. E si nota un aspetto cruciale: l’addio al concetto di Occidente per far spazio a quello di democrazie del mondo o Paesi “like-minded” per superare i confini geografici e sottolineare l’attenzione di Washington verso l’Indo-Pacifico su cui Pechino ha mire espansionistiche. L’altro tema è “l’unità” del fronte democratico, in contrasto con l’agenda della precedenza amministrazione, quella di Donald Trump, che riteneva la Nato “obsoleta”. In questo contesto vanno inquadrate le dichiarazioni pronunciate sul sostegno statunitense ali sforzi globali nella lotta al Covid-19 che non hanno “nessun vincolo” – a differenza degli impegni cinese e russo era il messaggio sottinteso.

Infine, la Turchia, il membro Nato che più dà filo da torcere agli Stati Uniti. Con Ankara l’amministrazione Biden è decisa a raggiungere “una relazione costruttiva” sugli “interessi condivisi” in Afghanistan e Siria, ha spiegato Sloat. Ma rimangono le preoccupazioni per “i passi indietro della democrazia”, ha aggiunto.

×

Iscriviti alla newsletter