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Spazio, ecco la nuova governance europea. L’accordo tra Ue ed Esa

Thierry Breton e Josef Aschbacher hanno firmato questa mattina, dopo mesi di intensi negoziati, il “Financial framework partnership agreement” tra l’Unione europea e l’Esa. Definisce i ruoli e la governance del Vecchio continente. Bruxelles ha messo sul piatto 9 miliardi di euro, mentre sui lanciatori…

C’è l’accordo tra Ue ed Esa per la nuova governance spaziale del Vecchio continente. Il commissario al Mercato interno Thierry Breton e il direttore generale dell’agenzia Josef Aschbacher hanno firmato oggi il “Financial framework partnership agreement” (Ffpa), cioè il quadro normativo con cui le due organizzazioni dovranno collaborare per i futuri programmi.

L’ESIGENZA

L’esigenza è sorta dall’accresciuto ruolo che l’Unione europea si è data sul fronte spaziale, con un programma da 14,8 miliardi di euro per i prossimi sette anni e una nuova agenzia, l’Euspa, frutto della trasformazione della precedente Gsa che aveva competenza sui programmi di navigazione satellitare. Da ormai un anno la Commissione si è inoltre dotata di un’apposita direzione generale (Difesa, industria e spazio), rientrante nelle competenze del commissario francese Thierry Breton, con in mano il portafoglio del programma spaziale. L’Esa, che riunisce 22 Stati in qualità di organizzazione internazionale (extra-Ue), ha dovuto prendere le misure con tale ambizione maturata dall’Unione. Il direttore generale Aschabacher, che ha preso le redini dell’agenzia a febbraio, ha per questo lanciato la sua Agenda 2025. A livello di governance, secondo la nuova impostazione sarà l’Ue ad avere la gestione strategica dello Spazio continentale nei prossimi anni, lasciando all’Esa il ruolo di esecutore a implementatore, pur nel mantenimento della sua “autonomia” quale agenzia esterna all’Unione.

LE PAROLE DI ASCHBACHER…

Non un cambio da poco, anche visti i mesi di intensi negoziati per arrivare a un accordo. Ora la firma sul Ffpa è “un importante ottenimento per l’Esa, riconosciuta per la sua eccellenza scientifica e l’expertise tecnico nella progettazione di sistemi spaziali e strutture di terra a beneficio dei cittadini europei”, ha commentato Aschbacher. “Ringrazio il commissario Breton per la fiducia accordata all’Esa, la cui esperienza in tutte le aree di attività spaziale è riconosciuta ora attraverso una rafforzare cooperazione tra le due istituzioni, generando così nuove ambizioni per lo spazio in Europa”.

… E DI BRETON

Ringraziamenti ricambiati da Breton nel corso del suo intervento. “Una politica spaziale europea moderna e agile – ha detto il commissario – richiede una governance moderna e agile”. Il Ffpa “stabilisce il modo in cui lavoriamo tutti insieme” e chiarisce il ruolo di “ciascun attore, Commissione, Esa ed Euspa”. Eppure, ha notato Breton, “in Europa passiamo troppo tempo a discutere di chi fa cosa invece di fare; confido davvero che ora, dopo la firma odierna sul Ffpa, inizieremo ad attuare congiuntamente la nostra strategia”.

I FONDI

Con l’accordo odierno, l’Ue ha stabilito di investire “almeno” 9 miliardi di euro del suo programma spaziale (dunque più della metà) per “l’Esa e l’industria europea” al fine di “progettare sistemi e programmi di nuova generazione, cruciali per l’economia e per un Europa verde e digitale”. Così, spiega una nota dell’agenzia, “i fondi si aggiungono al budget dell’Esa e consolidano un ambizioso set di programmi opzionale e obbligatori, come definito dagli Stati membri”. Per quanto riguarda la governance, il Ffpa “definisce ruoli e responsabilità di tutti i partner”, ovvero Commissione, Esa ed Euspa. “Assicurerà – spiega la nota – il livello di autonomia dell’Esa che è necessario per sviluppare e implementare i programmi”.

I FLAGSHIP

L’attenzione maggiore è per i programmi flagship: Copernicus per l’osservazione della Terra, Galileo per la navigazione satellitare ed Egnos per il posizionamento. Per il primo si prevede il passaggio “al prossimo livello”, rafforzando il ruolo dell’Esa come “architetto dell’osservazione terrestre europea sviluppando e costruendo” le nuove sentinelle che compongono la costellazione. L’obiettivo è potenziare le capacità europee anche in riferimento a Green Deal e lotta al cambiamento climatico. Pure per Galileo si prevede il passaggio “al prossimo livello”, ovvero alla seconda generazione di satelliti. Si manterrebbe anche in questo caso l’impostazione con l’Ue in qualità di decisore e finanziatore e l’Esa come esecutore.

I NUOVI PROGRAMMI

L’accordo include inoltre “responsabilità” per l’Esa nella preparazione e progettazione di GovSatCom, il nuovo programma europeo (fortemente voluto da Breton) per le comunicazioni sicure dallo spazio. Comprende poi la validazione di un prototipo satellitare per la “Quantum Key Distribution” per le comunicazioni sicure. Si parla di servizio “In-Orbit demonstration/Validation service” e di attività di sicurezza spaziale per monitorare i rischi spaziali. “Con oltre un milione di debris in orbita – ha detto Breton – e migliaia di satelliti che saranno lanciati nei prossimi anni, lo spazio è sempre più affollato, con rischi crescenti di collisioni”.

E I LANCIATORI?

“Non esiste una politica spaziale senza un accesso autonomo allo spazio”, ha rimarcato Breton nel suo intervento. Il segmento, tuttavia, è interessato da “notevoli cambiamenti economici e tecnologici, accompagnati da una diminuzione dei prezzi commerciali dei vettori extra-Ue dovuta, lo sappiamo tutti, a massicci sussidi governativi”, ha spiegato il commissario francese riferendosi, tra le righe, alla SpaceX di Elon Musk. Per Breton è dunque necessaria una “strategia lungimirante che vada oltre gli interessi nazionali”. Con la firma sul Ffpa, l’Ue stanzia per la prima volta risorse per i lanciatori targati Esa. “Abbiamo fantastici lanciatori europei, competitivi sulla scena globale, ma gli standard sono attualmente in fase di ridefinizione al di fuori dell’Europa”. Dunque, “credo che serva una strategia più offensiva e aggressiva”.

LA PROPOSTA

Ne deriva la proposta di Breton: “un’alleanza per i lanciatori per avere una tabella di marcia condivisa per la prossima generazione di lanciatori dell’Ue., così da avere una tabella di marcia che si basi su attori tradizionali e del New Space; l’iniziativa coinvolgerà tutti gli Stati membri, le agenzie spaziali nazionali, l’Esa e l’industria; esplorerà nuove modalità di accesso allo spazio, consentendo all’Europa di disporre dell’intera gamma di lanciatori, dai micro e piccoli vettori a quelli medi e pesanti”. Sul tema l’Italia (direttamente interessata) ha già avviato il dialogo con Francia e Germania. È il “tavolo a tre gambe” voluto dal sottosegretario Bruno Tabacci, utile a trovare convergenze evitando gli allunghi francesi sul dossier.

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