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Corea del Nord e Stati Uniti, a che punto è il (difficile) rapporto?

Da domani, fino a mercoledì, il nuovo rappresentante speciale del governo americano per il Paese asiatico parteciperà a colloqui con rappresentanti della Corea del Sud e il Giappone. Kim pronto al dialogo e al confronto con Biden, ma nel suo Paese…

Novità sul fronte dei rapporti bilaterali tra Corea del Nord e gli Stati Uniti. Sung Kim, nuovo rappresentante speciale del governo americano per il Paese asiatico, volerà a Seul domani per partecipare a colloqui con i rappresentanti di Corea del Sud e Giappone.

Il Dipartimento di Stato americano ha riferito che la missione, da sabato a mercoledì, prevede la discussione dei dossier Pyongyang con Noh Kyu-duk, rappresentante speciale di Seoul per gli Affari di pace e sicurezza della penisola coreana, e Takehiro Funakoshi, direttore generale di Tokyo per gli Affari asiatici.

“Il viaggio del rappresentante speciale Kim a Seul sottolinea l’importanza fondamentale della cooperazione trilaterale Usa-Corea del Sud-Giappone – si legge nella nota del Dipartimento di Stato -, nel lavorare verso la completa denuclearizzazione della penisola, la protezione della nostra sicurezza e prosperità condivise, il sostegno dei valori comuni e il rafforzamento dell’ordine basato sulle regole”.

È da diversi giorni che si parla di una nuova fase nei rapporti Pyongyang- Washington. Il leader della Corea del Nord, Kim Jong-un, ha detto di essere pronto per “il dialogo e il confronto” con il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Questa è la prima apertura di Kim nei confronti del nuovo coinquilino della Casa Bianca, dopo un periodo di stallo e silenzio di circa 18 mesi.

Secondo l’agenzia statale Korean Central News Agency, ripresa dall’agenzia Nova, il leader nordcoreano ha condotto una “analisi dettagliata delle tendenze politiche della nuova amministrazione Usa” durante una seduta del Comitato centrale del Partito del lavoro nordcoreano.

Kim ha sottolineato “la necessità di prepararsi sia al dialogo che al confronto, e in particolare di essere pienamente preparati al confronto per proteggere la dignità del nostro Stato e il suo interesse ad uno sviluppo indipendente”, si legge nell’agenzia. Inoltre, ha chiesto di reagire “con prontezza e acume ad una situazione in rapido mutamento, e di concentrare gli sforzi nel mantenimento del controllo della situazione nella Penisola coreana”.

La visione di Kim sul suo Paese sembra molto (forse troppo) ottimista. Il leader nordcoreano ha detto che l’economia è migliorata nel 2021, con la produzione industriale in crescita del 25%, ma comunque ha chiesto ulteriori sforzi alla popolazione per superare le difficoltà della crisi sanitaria globale.

Per gli Usa, le condizioni dei nordcoreani sono tutt’altro che migliorate. E per questo il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha annunciato che intende procedere alla nomina di un inviato speciale per i diritti umani in Corea del Nord. Questa figura, prevista dall’amministrazione statunitense dal 2004, chiede un miglioramento dei diritti e delle condizioni di vita dei nordcoreani, e punta a fornire assistenza umanitaria e protezione ai rifugiati.

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