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In Nicaragua aumenta la repressione. La preoccupazione degli Usa

Daniel Ortega

“Il recente attacco contro la libertà di espressione sembra superare la strategia repressiva sviluppata nel 2018, quando la polizia si è scontrata in modo brutale contro le proteste critiche al governo di Ortega”, ha scritto il New York Times dopo che giorni fa era stato vietato l’ingresso in Nicaragua al suo giornalista Anatoly Kurmanaev

La situazione del Nicaragua comincia a preoccupare seriamente gli Stati Uniti. Il Dipartimento di Stato americano ha criticato l’arresto del giornalista Miguel Mora Barbarena, che si sarebbe candidato alle elezioni presidenziali di novembre. Barbarena è accusato di aver sollecitato l’ingerenza straniera negli affari interni del Paese sudamericano, in base ad un progetto di legge sulla difesa della sovranità nazionale, che ricorda la legge imposta da Pechino a Hong Kong.

Julie Chung, sottosegretaria ad interim per gli Affari dell’emisfero occidentale, ha scritto su Twitter: “Miguel Mora è stato arrestato, è il quinto candidato presidenziale. Humberto Belli è stato costretto all’esilio, la sua famiglia terrorizzata, la casa saccheggiata. I leader del settore privato sono perseguitati. Il mondo sta guardando”.

Per Human Rights Watch, organizzazione internazionale di difesa dei diritti umani, la campagna di violenza e repressione del governo di Daniel Ortega in Nicaragua contro i membri dell’opposizione e della società civile richiede un maggiore coinvolgimento delle Nazioni Unite a tutela dei diritti umani e civili.

José Miguel Vivanco, direttore per le Americhe di Human Rights Watch, ha spiegato che “sulla base delle misure già adottate dall’Onu, è essenziale che il Segretario generale faccia leva sulle azioni dell’Onu e presenti la situazione al Consiglio di sicurezza”.

In un rapporto intitolato “Critici sotto attacco: molestie e detenzione di oppositori, difensori dei diritti e giornalisti in vista delle elezioni nicaraguensi”, Human Rights Watch sostiene che “gli arresti di attori chiave e altre gravi violazioni dei diritti contro i critici sembrano essere parte di una strategia più ampia per eliminare la competizione politica, reprimere il dissenso e aprire la strada al quarto mandato consecutivo del presidente Daniel Ortega”.

“Tra il 2 e il 20 giugno, le autorità nicaraguensi hanno arrestato e avviato indagini penali – apparentemente motivate da interessi politici – contro cinque principali candidati presidenziali dell’opposizione e almeno nove importanti critici del governo – ha aggiunto l’organizzazione […] Ortega controlla da vicino le forze di sicurezza. La polizia e persino i membri dell’esercito spesso stazionano fuori dalle case dei critici del governo, impedendo loro di lasciare le loro case come se in atto ci fosse un arresto, arbitrario”.

Giorni fa era stato vietato l’ingresso al Paese al giornalista del The New York Times Anatoly Kurmanaev. “Più di una decina di politici oppositori, imprenditori e leader delle società civili sono stati arrestati nelle ultime settimane prima delle elezioni generali del 7 novembre, quando Ortega cercherà il quarto mandato presidenziale”, scrive il NYT.

Domenica, il governo nicaraguense ha coinvolto 13 media locali – tra cui i giornali più importanti del Paese – in un’inchiesta criminale contro i leader dell’opposizione con l’accusa di riciclaggio di denaro, tradimento e cospirazione. Ad oggi una ventina di giornalisti e attivisti per i diritti umani sono stati interrogati.

“Il recente attacco contro la libertà di espressione sembra superare la strategia repressiva sviluppata nel 2018 – aggiunge il quotidiano americano -, quando la polizia si è scontrata in modo brutale contro le proteste critiche al governo di Ortega”.

Ad ottobre, il governo approvò una “Legge di cyber-delitti”, con la quale le autorità possono arrestare qualsiasi giornalista che pubblichi una notizia considerata “falsa”.

Prima del giornalista Mora Barbarena erano stati arrestati altri pre-candidati alle elezioni presidenziali, tra cui Cristiana Chamorro, figlia dell’ex presidente Violeta Barrios de Chamorro, Arturo Cruz, Juan Sebastian Chamorro e Felix Madariaga. Ma anche esponenti dell’opposizione a Ortega, tra cui Humberto Belli, fratello della scrittrice Gioconda, e Gerardo Baltodano Cantarero, ex dirigenti della Fondazione economica per lo sviluppo economico e sociale (Funides).

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