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Delta plus, Green Pass e Maiorca. La pandemia scatena nuove domande

Di Luca Mazzacane

Ormai siamo abituati a repentini cambi di fronte causati dalle ennesime novità celate dal virus, in grado di stravolgere anche i piani più meticolosi. Per una decisione finale bisognerà aspettare i dati raccolti sul territorio nazionale nei prossimi 7-14 giorni. Intanto, si può fare attenzione alla curva presente nel Regno Unito e al “caso Maiorca”

La variante Delta potrebbe rimodulare i Green Pass. Lo ha annunciato questa mattina, durante un’intervista radiofonica, il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri. A seguito del “caso Maiorca”, sorgono nuovi dubbi sulla libertà di cui potremo godere con una sole dose vaccinale. La temuta variante Delta ha raggiunto circa il 20% dei contagi in Italia, ed è probabilmente destinata a salire. Con un occhio proteso verso gli effetti nel Regno Unito, il sottosegretario urge a tempi di richiamo vaccinale più brevi. Solo a quel punto potrebbe essere emesso il  Green Pass definitivo.

L’IPOTESI DEL SOTTOSEGRETARIO SILERI

Quanto detto dal sottosegretario rappresenta solo un’ipotesi. Ormai siamo abituati a repentini cambi di fronte politici causati dalle ennesime novità celate al virus, in grado di stravolgere anche i piani più meticolosi. Per una decisione finale bisognerà aspettare i dati raccolti sul territorio nazionale nei prossimi 7-14 giorni. Intanto, si può fare attenzione alla curva presente nel Regno Unito e al “caso Maiorca”. Durante l’attesa bisogna però riprogrammare la campagna vaccinale, ovvero le tempistiche della dose di richiamo per i vaccini a base RNA messaggero. Dopo un’estensione a 5 settimane per la seconda somministrazione della dose, Sileri ora invoca una ritrattazione riportando il richiamo agli originari 21 giorni per Pfizer e 28 giorni per Moderna.

La preoccupazione sembra comunque rimanere di natura logistica e non sanitaria. Come ricordato dal sottosegretario, guardando i casi del Regno Unito, si nota che l’aumento dei contagi non si è tradotto in una risalita dei ricoveri e dei decessi. Questo porterebbe, infine, nuove certezze sull’efficacia della doppia dose, a prescindere dall’etichetta, considerando che Londra ha già completato gran parte dei richiami.

LA MUTAZIONE IN ITALIA

Al momento in Italia si annoverano 9 regioni colpite dalla variante Delta, senza la presenza di focolai degni di nota, o della misura del “caso Maiorca”. Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia (dove la variante rappresenta il 3,2%), Marche, Piemonte, Sardegna e Veneto sono le regioni dove si è registrata l’esposizione e il contagio alla mutazione indiana. Alla luce dei fatti, per il Ministro della Salute Speranza il mantra da seguire è quello di tracciare i possibili contagi, sequenziare la variante e rispettare le norme essenziali.

Valgono quindi gli stessi temi che ci hanno permesso di fare crollare la curva dei contagi e di svuotare le terapie intensive negli ultimi mesi. Dal punto di vista politico, i pareri divergono ma senza troppo disequilibrio.  Per alcuni, fa fede la tesi di Locatelli, Presidente del Consiglio Superiore di Sanità, che vede la necessità di creare zone rosse temporanee e dedicate solo alle regioni ad alta diffusione. In altri vige una corrente più morbida e meno drastica, dove si chiede un esaustivo ed efficace processo di sequenziamento prima di parlare di zone rosse, come ribadito anche dal Presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli.

COMPRENDERE LA VARIANTE DELTA

Questa forma di Covid-19 si è presentata al mondo per la prima volta a Ottobre 2020. La persistenza di questa nuova variante conferma uno dei problemi più seri legati al virus: la nascita di varianti con traiettorie dal difficile tracciamento e contenimento. E proprio questa mutazione sembra alzare nuovamente l’asticella in una battaglia scientifica altamente dinamica. Secondo il Centro Europeo  per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie, in poche settimane la variante indiana sarà quella preponderante in tutta Europa, e quindi anche in Italia. Alla luce dei dati forniti, l’Italia ha un’ incidenza fluttuante tra il 15 e il 25%, tra i numeri più alti in Europa.

La variante indiana non è però rappresentata unicamente dalla Delta. Questa rappresenta solo una delle tre declinazioni, ovvero B.1.617.1, B.1.617.2 e B.1.617.3. La variante Delta, conosciuta anche come B.1.617.2, presenta un’ulteriore sviluppo. Da giorni si è venuti a conoscenza della Delta Plus, una nuova presenza sviluppata sempre sulla proteina spike. Al momento, si conosce ancora poco su questa nuova variante, ma, sfortunatamente, se ne parla come una mutazione potenziata, più aggressiva.

La matrice indiana Delta sembra resistere maggiormente al calore rispetto alle altre forme del virus. Secondo una circolare emessa dal Ministero della Salute il 25 giugno, si riconosce un aumento dell’impatto dei sintomi classici da coronavirus, dove però sembra prevalere la presenza di mal di testa, tosse e rinorrea, senza febbre e perdita dell’olfatto. Si notifica anche un alto rischio di contagio per non vaccinati, persone fragili e per coloro che devono ancora ricevere la seconda dose.

IL “CASO MAIORCA”

La situazione sviluppatasi nell’isola spagnola ha allertato tutta Europa. In pochi giorni nelle Baleari si sono registrate 3.000 quarantene e 850 contagi. Un focolaio di dimensioni enormi, reso possibile grazie al clima di festa e movida caratteristico dell’isola durante l’estate. La miccia potrebbe essere scaturita da un concerto reggaeton tenutosi a Plaza de Toros, Palma di Maiorca, senza il rispetto delle misure di sicurezza. Da qui, il virus avrebbe poi proliferato grazie ad altre feste tenutesi negli hotel, ora sotto investigazione delle autorità spagnole per non aver presumibilmente rispettato i protocolli di sicurezza.

Nell’occhio del ciclone al momento vi sono nove hotel di Llucmajor, dove molti turisti e studenti hanno festeggiato e pernottato. Ora Maiorca diventa un vero e proprio caso studio, insieme al Regno Unito, per tutta Europa. La popolazione locale, oltre che a dover fare i conti con la variante, rischia un nuovo e duro contraccolpo economico: l’isola era finalmente pronta ad ospitare migliaia di turisti provenienti da tutto il continente, forti del crollo dei contagi.

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