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Usa, Bahrein e Italia. Gli incontri del ministro israeliano Lapid a Roma

Primi incontri del nuovo ministro degli Esteri israeliano Yair Lapid. A Roma vede Blinken e l’omologo del Bahrein. Nucleare iraniano in cima all’agenda: posizioni non distanti da quelle di Netanyahu ma toni diversi. Poi il faccia a faccia con Di Maio, che prepara il viaggio in Medio Oriente

È stata una visita lampo quella del nuovo ministro degli Esteri israeliano Yair Lapid a Roma. Poche ora poi il volo di rientro, pronto a partire nuovamente martedì, per la prima visita di un ministro israeliano negli Emirati Arabi Uniti.

Ore 18: incontro, all’hotel Westin Excelsior, con il segretario di Stato americano Antony Blinken per il primo contatto ufficiale tra il governo di Naftali Bennett appena insediato a Gerusalemme e l’amministrazione di Joe Biden. “Non c’è relazione più importante per Israele di quella con gli Stati Uniti”, ha spiegato Lapid al capo della diplomazia statunitense. “Non c’è amico più leale agli Stati Uniti di Israele”, ha aggiunto probabilmente richiamando alla recente decisione di criticare la Cina sui diritti umani violati nello Xinjiang, un messaggio di fedeltà a Washington pensato per dare anche un segnale di cambiamento rispetto all’era di Benjamin Netanyahu.

Poi la disponibilità a lavorare assieme, con una nuova critica a Netanyahu e un rilievo sul cosiddetto “governo del cambiamento” a Gerusalemme: “La posizione bipartisan di Israele è stata danneggiata. Risolveremo questi errori insieme”. Blinken ha ribadito a Lapid l’impegno di Washington a difesa della sicurezza di Israele e a espandere gli accordi di Abramo. Ma con due sottolineature: la ripresa del dialogo israelopalestinese e l’Iran.

Tema, quest’ultimo, su cui rimangono distanze tra Washington e Gerusalemme, con il ministro israeliano che ha espresso “forti riserve” al collega americano sulla ripresa dei negoziati per il rientro degli Stati Uniti nell’accordo Jcpoa. Ma anche qui Lapid ha voluto segnare una distanza del suo governo rispetto al precedente esecutivo, ma anche alla precedente amministrazione statunitense, quella di Donald Trump: “Riteniamo che il modo per discutere questi disaccordi sia attraverso conversazioni dirette e professionali, non in conferenze stampa”. E a tal proposito, mentre Lapid lasciava Roma, il presidente Reuven Rivlin si preparava a partire per Washington, per un incontro alla Casa Bianca con il presidente Biden, ultimo suo viaggio all’estero prima di lasciare la guida del Paese a Isaac Herzog, che entrerà in carica il 9 luglio.

Ore 19:15: faccia a faccia, sempre al Westin, con Abdullatif bin Rashid Al Zayani, ministro degli Esteri del Bahrein. “La pace con il Bahrein dovrebbe fungere da esempio del processo corretto che deve verificarsi nella nostra regione”, ha affermato Lapid al termine dell’incontro. E anche in questo incontro, l’Iran è stato al centro dei colloqui: ”Abbiamo parlato anche delle sfide che investono il Medio Oriente, a partire dall’Iran. Il legame tra lo Stato di Israele e il Bahrein è importante e significativo per entrambi i Paesi, e continuiamo a rafforzarlo e ad approfondirlo a beneficio di entrambe le nazioni”, ha concluso Lapid.

Ore 21: incontro alla Farnesina con l’omologo italiano Luigi DI Maio, reduce da una giornata di lavori con il segretario Blinken a Villa Taverna, residente dell’ambasciatore statunitense a Roma. Come già scrivevamo su Formiche.net dopo l’annuncio della visita del neoministro israeliano, che nell’estate 2023 dovrebbe diventare premier secondo gli accordi di rotazione nella coalizione, la diplomazia di Gerusalemme guarda con grande attenzione alla riunione della Coalizione globale anti Isis che Blinken e Di Maio presiederanno assieme oggi (lunedì) prima di spostare a Bari e Matera per la ministeriale G20.

Lapid e Di Maio hanno discusso della lotta contro la pandemia, di questioni economiche, di questioni regionali, e della minaccia iraniana, riferisce una nota della diplomazia israeliana. Ma anche di cybersecurity e dell’iniziativa italo-spagnola per il processo di pace mediorientale che nei giorni scorsi Di Maio aveva presentato come un modo per “riaccendere e rivitalizzare il ruolo del Quartetto (Unione europea, Stati Uniti, Nazioni Unite e Russia) e provando a innalzare il profilo dell’Unione europea” per riportare le parti al negoziato del processo di pace. In questo scenario si incastra la visita del ministro, assieme all’omologa Arancha Gozalez Laya, in Israele e nei Territori palestinesi prevista a fine luglio.

I tre faccia a faccia organizzati a Roma dalla diplomazia israeliana sembrano poter mettere a tacere le voci che parlano di un imminente cambio alla guida dell’ambasciata a Roma, dove sembra destinato a rimanere fino a fine scadenza Dror Eydar, nominato da Netanyahu a settembre 2018.



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