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L’auto del futuro? È elettrica, digitale e circolare. Parla Di Silvestre (Bmw)

La mobilità sostenibile e l’innovazione nel settore automotive rappresentano i fattori abilitanti della creazione di valore dell’intera filiera e un’importante leva per il rilancio del potenziale unico dell’Italia. Su questi temi centrali per il settore hanno dialogato Valerio De Luca, presidente di Task Force Italia e Massimiliano Di Silvestre, presidente e amministratore delegato Bmw Italia S.p.A. durante il web talk “Rilanciare il potenziale dell’Italia”

La tecnologia e la mobilità sostenibile rappresentano uno degli architravi del trend mondiale sulla riduzione delle emissioni e i temi della sostenibilità ambientale al centro del Next Generation Eu e del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Valerio De Luca presidente di Task Force Italia ha intervistato Massimiliano Di Silvestre, presidente e amministratore delegato Bmw Italia per indagare l’andamento del settore automotive, centrale per fare sistema attorno alle tematiche riguardanti la mobilità del futuro.

Tra i partecipanti al successivo dibattito, moderati da Dina Ravera vice presidente di Task Force Italia, Paolo Aversa, professore di Strategy e direttore full time Mba, Cass Business School, University of London, Patrizia Giangualano, consigliere di amministrazione di Leonardo, Saipem, Sea Aeroporti, Ferragamo e Gianmarco Montanari, direttore generale Istituto italiano di tecnologia.

IL FUTURO ELETTRICO

La voglia di mobilità sostenibile è esplosa anche in Italia, lo certifica il presidente e ad di Bmw, al di là degli effetti della pandemia che soprattutto nella prima fase ha rallentato il mercato, in un secondo momento sull’elettrificato c’è stata una crescita di circa il 120% per quanto riguarda il volume del matricolato.

In un panorama, quello italiano, diverso dal panorama europeo dove il peso delle auto elettrificate sul parco circolante italiano al momento è dello 0,25% e il peso delle auto elettrificate sull’immatricolato annuale del mercato Italia è pari al 4%, quindi nell’ambito di percentuali molto contenute.

L’approccio di Bmw alla mobilità elettrica è iniziato nel 1972 con due macchine completamente elettriche che hanno debuttato alle Olimpiadi di Monaco di Baviera. Nel 2007 ha creato un brand dedicato alla mobilità sostenibile e nel 2013 è nata la prima automobile elettrica Bmw del mercato premium, un’auto nata elettrica, con delle logiche particolari.

Il 95% dell’auto, infatti, è riciclabile ed è stata prodotta con un impianto che non prevede il consumo di acqua e si alimenta soltanto con energia eolica e verde. Più che un’automobile è stato lanciato il concetto di sostenibilità. Nel 2020 la Commissione europea ha richiesto alle case automobilistiche una riduzione di Co2 che garantisse di arrivare a 104 grammi/km e Bmw ha chiuso l’anno con il risultato di 99 grammi/km.

SOSTENIBILITÀ E TECNOLOGIA

L’attenzione all’innovazione che comprende l’elettrificazione, la circolarità e la connettività ha portato Bmw a rinnovare il proprio Manifesto alla mobilità sostenibile con due automobili nate elettriche e a integrare il Rapporto di sostenibilità nel bilancio dell’azienda.

Dal 1995 a oggi il gruppo ha ridotto del 53% le emissioni di Co2 della sua flotta e gli obiettivi per il futuro prossimo, come sottolineato da Di Silvestre, sono ancora più ambiziosi. Nel 2025, infatti, tutte le auto Bmw nasceranno elettriche.

È soprattutto l’approccio olistico alla mobilità la chiave della strategia di Bmw, una visione cioè che non si occupi unicamente delle emissioni in fase di utilizzo ma che valuti anche la sostenibilità dell’auto nel momento in cui viene prodotta e della fase di riciclo della stessa.

Nello specifico, il presidente di Bmw ha dato tre numeri chiave per il futuro del piano di sostenibilità: 80% di emissioni da ridurre in fase di produzione, 40% in fase di utilizzo e 20% di emissioni da diminuire da parte della supply chain.

PRIORITÀ CONDIVISE

L’elettrificazione è molto importante, ma “deve derivare da un processo che sia sostenibile a monte e a valle ed essere accompagnata dalla connettività, perché altrimenti l’auto non può garantire i livelli di sostenibilità per i quali è concepita” ha detto Di Silvestre.

Da un punto di vista pratico, le priorità italiane per quanto riguarda il settore automotive riguardano le infrastrutture tecnologiche e il 5G, che rappresenta una priorità per migliorare l’efficienza delle relazioni tra il settore automotive e gli altri.

Per quanto riguarda le nuove frontiere tecnologiche Gianmarco Montanari ha spiegato come l’Istituto italiano di tecnologia stia garantendo progettualità innovativa sia sulla realtà dell’elettrico, attraverso l’utilizzo di nuovi materiali e batterie sia soprattutto sull’idrogeno, nel cui ambito sono presenti numerose progettualità che riguardano la fase di produzione e stoccaggio, tutto legato alla sostenibilità e al riciclo.

“L’idrogeno elettrico rappresenta la nostra prossima sfida” ha detto il presidente e ad di Bmw, che a gennaio 2022 lancerà il primo flottino di automobili a idrogeno fuel-cell.

UN’ECCELLENZA (ANCHE) ITALIANA

Su un fatturato medio annuo diretto di circa 2 miliardi e mezzo di euro Bmw acquista 1 miliardo e mezzo di componentistica ogni anno da fornitori italiani, ha evidenziato Massimiliano Di Silvestre. La grande sfida rappresenta la necessità di accompagnare questi fornitori nella trasformazione del proprio modello di business, al fine di acquisire competenze nuove.

Nella scia della mobilità sostenibile per quanto riguarda il motorsport è impossibile non citare la Formula E, che ha segnato importanti risultati a livello di emissioni ridotte, come ricordato da Paolo Aversa. La Formula E è stata un esempio importante per Bmw, dal quale imparare per trasferire i benefici della tecnologia sulla produzione di serie e quindi su larga scala.

Il lavoro all’interno di un impianto come quello delle infrastrutture e della mobilità sostenibile prevede una serie di circostanze e operatività che devono agire contemporaneamente, ha ricordato Patrizia Giangualano. Il governo inevitabilmente darà linee guida, programmi e piani ma questi dovranno poi essere declinati nelle varie infrastrutture locali.

Il tema della mobilità passa attraverso le modalità attraverso le quali le auto sia leggere sia pesanti posano circolare dando dei benefici a chi le usa in modo congiunto o le collega ad altre forme di mobilità.

UN LAVORO DI SQUADRA

Gli operatori del settore e le aziende che ricomprendono i temi della mobilità sostenibilità possono e devono contribuire al lavoro del governo comportandosi in modo solidale nello sviluppo sostenibile, secondo Giangualano.

“Tutti gli stakeholder coinvolti nel processo devono fare sistema – ha confermato Massimiliano Di Silvestre – partendo dalla ricerca che è molto importante per arrivare poi al provider che fa tecnicamente l’operazione di installazione dell’infrastruttura”. La ricerca e l’università quindi, devono tornare a essere il cuore pulsante delle iniziative al fine di partecipare come soggetti attivi allo sviluppo sociale.

Lo ha ricordato anche Kevin Pimpinella, presidente sezione giovani dell’Accademia internazionale per lo sviluppo economico e sociale, sottolineando come la creazione di cluster innovativi sia determinante non solo per favorire la produzione di mezzi per la mobilità ma anche per potenziare il rafforzamento internazionale dell’identità della filiera.



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