Lo “zar del clima” fungerà come un ambasciatore italiano per le questioni climatiche, in vista della presidenza italiana di G20 e COP26
L’Italia avrà il suo zar del clima. A renderlo noto è la Farnesina, comunicando che “da oggi entra in vigore la norma che istituisce l’Inviato speciale per il cambiamento climatico per l’Italia”. Un segnale chiarissimo dell’importanza che il governo di Mario Draghi attribuisce alla collaborazione globale nella lotta al cambiamento climatico.
L’articolo apparso in Gazzetta Ufficiale spiega che il compito dell’inviato speciale sarà di “consentire una più efficace partecipazione italiana agli eventi e ai negoziati internazionali sui temi ambientali, ivi inclusi quelli sul cambiamento climatico”. La nuova figura istituzionale sarà nominata dal Ministro degli affari esteri e il Ministro della transizione ecologica, che forniranno il supporto necessario per il suo operato utilizzando le risorse già previste per questa legislatura.
“La nostra azione deve essere forte, costante e coordinata sul piano internazionale”, ha detto il ministro degli esteri Luigi Di Maio, che già ad aprile aveva dato voce all’idea di creare una figura del genere. “Su questa sfida l’Italia c’è e si batte con il massimo impegno, puntando sulla transizione ecologica anche a livello globale”.
Il tempismo non è affatto casuale, data la doppia presidenza italiana di G20 (in cui il tema del clima campeggia in primo piano) e COP26. La conferenza sul clima a guida italo-britannica è in calendario per novembre a Glasgow ma prevede anche un incontro preparatorio a fine settembre, la PreCop, che si terrà a Milano.
La figura di inviato speciale del clima, presente a intermittenza nelle istituzioni di certi Paesi occidentali, è stata rispolverata lo scorso gennaio con la nomina di John Kerry da parte dell’amministrazione Biden. Lo “zar del clima” incarna l’attenzione del presidente Joe Biden per le questioni climatiche e di fatto agisce come un ambasciatore specializzato, accompagnando figure del calibro di Antony Blinken e organizzando incontri al vertice con ministri di altri Paesi. Anche il Regno Unito ha il suo inviato speciale, Nick Bridge, in carica dal 2017.
Non si tratta di un ruolo cerimoniale. La sfida climatica è di tale portata e importanza da necessitare uno sforzo diplomatico in grado di travalicare i confini delle rivalità geopolitiche – come dimostrato dal Leaders Summit sul clima, organizzato da Biden lo scorso aprile – e assicurarsi che i processi di mitigazione del riscaldamento globale siano portati avanti in concerto.