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Navalny, quando il veleno fa scuola. Se Bellingcat incastra le spie russe

Oppositori di Vladimir Putin pedinati, avvelenati, e lasciati al loro destino. C’è uno schema dietro la scia di omicidi delle spie di Mosca fra Russia ed Europa, svela il team investigativo Bellingact. E il caso Navalny è solo la punta dell’iceberg

 

 

C’è un lungo elenco di nomi di oppositori russi avvelenati, di cui Alexey Navalny è il più recente. L’ex capo dell’intelligence russa, Pavel Sudoplatov, ha detto al quotidiano The Guardian, che i servizi della Kgb avevano concluso molto tempo fa che il veleno era il miglior metodo per “eliminare” persone scomode.

Il leader nazionalista ucraino, Stepan Bandera, è stato ucciso con una pistola di cianuro nascosta in un giornale, mentre il dissidente bulgaro Georgi Markov è stato colpito con la punta di un ombrello avvelenata quando attraversava il ponte Waterloo a Londra.

Ci sono anche Roman Tsepov, guardia del corpo di Vladimir Putin negli anni ’90, morto dopo avere bevuto una tazza di tè negli uffici del Fsb, e la giornalista Anna Politkovskaya, anche lei avvelenata con una tazza di tè in aereo. La donna era sopravvissuta, ma poi è stata uccisa due anni dopo a Mosca a colpi di pistola di fronte a casa.

Secondo il sito britannico di giornalismo di inchiesta Bellingcat ci sarebbe uno schema che si ripete. L’indagine ha identificato una relazione tra i viaggi di alcuni membri della squadra dell’Fsb e gli avvelenamenti di alcuni personaggi pubblici, tra qui l’oppositore Vladimir Kara-Murza e attivisti per i diritti umani nel Caucaso.

“Nelle prime fasi – si legge sul sito, il bersaglio dell’avvelenamento sarebbe pedinato da membri del servizio segreto, mentre gli esperti dell’istituto di criminalistica si unirebbero a loro nella seconda fase, nel momento di attuazione dell’operazione di avvelenamento. In ogni caso, i membri di entrambe le unità dell’Fsb hanno partecipato agli ultimi viaggi operativi durante i quali la vittima è stata avvelenata”.

Nei casi che sono stati studiati, l’attacco con il veleno è avvenuto fuori da Mosca, quasi sempre durante il viaggio della vittima in una cittadina di provincia. Forse perché in località remote è più difficile l’intervento medico immediato.

Uno di questi personaggi che è stato pedinato dai servizi segreti russi è il poeta e intellettuale russo Dmitry Bykov, critico del presidente Putin. “I viaggi della squadra si sono svolti nel periodo tra maggio 2018 e aprile 2019 e sono culminati in un volo per Novosibirsk il 12 aprile 2019 che ha preceduto di poche ore l’arrivo di Bykov in un tour di conferenze in Siberia – prosegue Bellingcat -. Due membri della squadra dell’Fsb hanno soggiornato a Novosibirsk insieme a Bykov il 13 aprile 2019, e la mattina successiva sono ripartiti per Mosca”.

Successivamente, Bykov è volato a Ekaterinburg e si è ammalato gravemente in volo. Dopo aver rimesso, ha perso conoscenza una volta atterrato l’aereo. “Rimase in coma per cinque giorni, soffrendo di quello che i medici inizialmente diagnosticarono come edema cerebrale e livelli critici di glucosio nel sangue – racconta Bellingcat -. È stato sottoposto a ventilazione artificiale e trattato anche in modo sintomatico attraverso antibiotici ad ampia azione contro una fonte sconosciuta di ‘avvelenamento batterico’”.

Dopo l’intervento dei colleghi e nonostante l’iniziale ostruzione delle autorità, Bykov è stato trasportato in un istituto neurologico di Mosca, dove ha ripreso conoscenza. Prima si pensava ad un ictus, ma poi la diagnosi è stata cambiata: “danno cerebrale non specificato” legato a una condizione di diabete di tipo 2 e infine “intossicazione alimentare batterica non identificata”.

La dinamica del presunto avvelenamento di Bykov somiglia fintroppo a quella di Navalny, compreso il pedinamento dell’Fsb, la presenza degli agenti, i sintomi, il coma durante un volo e la resistenza delle autorità al trasferimento in un centro medico specializzato.

Bykov è un poeta, scrittore e giornalista russo. È noto per avere partecipato nel progetto Citizen Poet, che commenta criticamente la situazione politica e sociale in Russia. È anche uno dei critici più famosi del presidente Putin, che ha rifiutato di incontrare personalmente più volte. Attivista e organizzazione di proteste, è stato il più votato – dopo Navalny – nelle primarie per il consiglio di coordinamento dell’opposizione russa nel 2012. Ha manifestato contro l’arresto del regista ucraino Oleg Sentsov in Russia e contro l’annessione della Crimea.

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