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Rivoluzione verde e digitalizzazione delle imprese nel Pnrr. Parla De Capitani (Municipia)

È stato da poco presentato dal governo italiano il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). La strategia mira a inserire nuove riforme volte alla transizione digitale del Paese, come la transizione ecologia, la rivoluzione verde e la digitalizzazione dei municipi e dei Comuni. Formiche.net ne ha parlato con Stefano De Capitani, Presidente di Municipia-Gruppo Engineering

Per rispondere alla crisi pandemica, l’Unione Europea ha presentato un programma molto ambizioso, che prevede investimenti e riforme per accelerare la transizione ecologica e digitale dei Paesi membri. Il piano, chiamato Next Generation Eu (Ngeu), rappresenta un’opportunità incredibile per lo sviluppo digitale dello Stato italiano, che, tra le tante cose, deve ancora modernizzare la pubblica amministrazione.

Come sottolineato nel programma attuato dal governo italiano, “il Ngeu può essere l’occasione per riprendere un percorso di crescita economica sostenibile e duraturo rimuovendo gli ostacoli che hanno bloccato la crescita italiana negli ultimi decenni.”

Tra i due principali strumenti del Ngeu, vi sono il Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (Rrf) e il Pacchetto di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori d’Europa (React-Eu). In particolare, il dispositivo Rrf chiede agli Stati membri dell’Eu di presentare un proprio pacchetto di investimenti e riforme. In Italia, è stato presentato il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), e Formiche.net ne ha parlato con il presidente di Municipia – Gruppo Engineering Stefano De Capitani.

Come Municipia, di cosa vi occupate nello specifico?

Affianchiamo i Comuni di ogni dimensione nel percorso di trasformazione digitale con l’obiettivo di automatizzare i servizi pubblici per renderli più efficaci e accessibili a imprese e cittadini. Questo significa ad esempio gestire la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti attraverso tecnologie IoT abbattendo i costi; garantire una mobilità sostenibile limitando l’impatto sull’ambiente e riducendo le ore sprecate nel traffico o alla ricerca di un parcheggio grazie a tecnologie Cloud e sensori; limitare gli sprechi con l’efficientamento energetico dell’illuminazione pubblica o delle scuole; creare infrastrutture a supporto della sicurezza urbana, stradale e sociale; offrire servizi digitali per politiche pubbliche data driven e proattive tutelando dati e privacy degli utenti. Le città sono il cuore della ripresa nazionale sostenibile e inclusiva, stimolata anche dall’impatto che la pandemia Covid-19 ha avuto sulla società e l’economia. Adesso quindi è il momento di passare dalle parole ai fatti rendendo concreto il cambiamento.

Il Pnrr, ambiziosa strategia per l’ammodernamento del Paese, secondo lei come verrà attuata?

Ė una partita da giocare come se fosse la finale degli europei di calcio, con le migliore risorse in campo e facendo squadra. Le dico questo perché il problema fondamentale sarà spendere bene i fondi, snellendo i processi per evitare ritardi nell’esecuzione e duplicazioni di progetti a livello locale. Ecco perché è fondamentale anche avere delle figure di riferimento adeguate nell’ambito della digitalizzazione. I Comuni hanno un ruolo chiave, ma non sono soli e per questo parlavo dell’importanza del team. Il partenariato pubblico-privato consente infatti alle amministrazioni di limitare l’impatto sulla spesa pubblica senza assunzioni di rischi finanziari, considerato che sono a carico del privato, e di ridurre i tempi di realizzazione del progetto ottenendo anche una maggiore efficienza gestionale. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza deve saper dare risposte concrete nell’immediato e al tempo stesso riuscire a guardare lontano, al di là dei prossimi cinque anni, gettando quindi le basi per un futuro diverso e migliore.

Cosa manca nel Pnrr e su cosa, invece, è necessario porre più attenzione? Quali saranno le strategie che, sempre secondo lei, avranno più impatto a livello nazionale una volta attuate?

Un punto cruciale è legato al tema delle piattaforme digitali, di cui finora si è discusso solo indirettamente. Eppure, soprattutto negli ultimi due anni, ci siamo resi conto di quanto siano necessarie l’interoperabilità tra sistemi informativi e l’integrazione di dati in tempo reale, favorendo la collaborazione e la comunicazione tra Enti, nel rispetto delle normative. Questo vale per la sanità come per la mobilità, la gestione dei rifiuti o i servizi sociali dove l’utilizzo intelligente delle piattaforme consente di progettare misure di intervento costruite su vere e non presunte platee di beneficiari. Un tema che va affrontato con strumenti giusti e tempi rapidi perché, come dimostrano gli ultimi dati Istat, la pandemia ha portato un aumento della povertà assoluta nel nostro Paese con più di 2 milioni di famiglie coinvolte. E dietro questi numeri ci sono persone.

Come Municipia-Gruppo Engineering, essendo la più grande realtà italiana di Digital Transformation, avrete un ruolo in questo piano nazionale?

Siamo in prima linea come partner strategici dei Comuni. La leva dei co-investimenti privati va sfruttata e, grazie al Pnrr, questa diventa una opportunità per mettere a fattore comune le esigenze dei territori, progettando soluzioni integrate tra loro. È questa la strada giusta per attrarre gli investimenti che finanziano lo sviluppo sostenibile energetico, ambientale, sociale del nostro Paese.

 

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