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La Germania sta con Draghi. Ecco chi critica (pesantemente) Schäuble

Le parole dure di Wolfgang Schäuble scatenano l’endorsement per Draghi del Süddeutsche Zeitung, vicino all’ala moderata della Cdu: “Draghi come primo ministro è un vero colpo di fortuna. Metterlo in discussione sulla base di considerazioni da campagna elettorale è irresponsabile”

“Il tempo sta per scadere”, si legge sul Süddeutsche Zeitung, quotidiano tedesco sempre attento alla vicende della politica italiana. E chi è soggetto al ticchettio è Mario Draghi, che sta lavorando affinché l’Italia abbia 191,5 miliardi di euro del Recovery Fund. Chi il tempo vuole farlo scorrere più velocemente è Wolfgang Schäuble, ex ministro delle Finanze tedesco ed attuale presidente del Bundestag, che con un articolo sul Financial Times ricorda a tutti che dal 2023 tornerà il Patto di Stabilità e quindi anche la questione dell’enorme debito pubblico italiano.

LA STOCCATA

La stoccata di Schäuble arriva in un momento cruciale della politica tedesca come di quella italiana. Entrambi i Paesi stanno riprendendosi della crisi da Covid ma stanno anche vivendo instabilità politiche interne in vista di una tornata elettorale, certa in Germania e possibile in Italia. E seppure l’ex ministro delle Finanze sia stato da sempre definito come “frugale” e “austero”, con l’articolo sul Financial Times – scrive Süddeutsche Zeitung – Schäuble ha rinunciato al suo titolo di “europeo convinto” e anche “al suo talento per la diplomazia”.

Secondo il quotidiano bavarese l’unica spiegazione possibile al fatto che il presidente del Bundestag minacci apertamente il primo ministro italiano su un giornale internazionale è la campagna elettorale, con in più la reiterazione di un atteggiamento sbagliato. Schäuble ha 78 anni, da 50 è in politica e vuole tentare forse il tutto per tutto per l’ennesima rielezione. E la posizione del quotidiano, oltre che molto critica, è anche ascoltata attentamente negli ambienti politici di Berlino.

IL COLPO DI FORTUNA

Secondo SZ  “la minaccia” di Schäuble è la seguente: se Draghi non condurrà presto il suo Paese su un percorso di austerità rigorosa, Bruxelles dovrà costringerlo a farlo. Come anticipato, il politico della Cdu ha compiuto questo “passo falso” già 4 anni fa, quando accusò l’allora presidente della Bce Draghi di assecondare il programma elettorale dell’Afd (partito di estrema destra) con il la sua politica monetaria accomodante. “Il danno che Schäuble provoca con tali dichiarazioni – scrive SZ – è enorme. Proprio ora che, grazie al Recovery Fund, si era ricostruita la fiducia in Europa”.

Insomma la posizione del quotidiano è netta, e raccoglie i malumori di chi, nella Cdu, provava da tempo a smarcarsi dalle posizioni dei “falchi” della vecchia guardia cercando di identificarsi nelle posizioni più caute di Ursula von der Leyen, ex membro della Cdu. Ma l’endorsement del quotidiano nei confronti del premier italiano non finisce qui: “Draghi come primo ministro è un vero colpo di fortuna. Metterlo in discussione sulla base di considerazioni da campagna elettorale è irresponsabile”.

VECCHIE CONOSCENZE

Schäuble e Draghi si conoscono da molto tempo. E seppure nel corso degli anni che l’attuale premier italiano ha passato a Francoforte Schäuble fosse considerato il principale oppositore della politica monetaria di Draghi, tra i due c’è sempre stato rispetto. L’ex ministro delle Finanze, nel corso di un’intervista, disse che Draghi salvò l’euro, lo rese competitivo in un momento di crisi profonda. Ma all’epoca Draghi era una figura super partes, non collegato a un singolo Stato. Per questo adesso l’attacco è diretto, tranchant. Entrambi pensano che “molte difficoltà possono essere risolte solo con riforme economiche e del mercato del lavoro“, che però devono essere implementate dagli Stati membri. La responsabilità, insomma, è sempre stata dei singoli Stati e, ora che Draghi ne rappresenta uno, Schäuble lo attacca, soprattutto sulla diversa visione del pareggio di bilancio.

PARTENZA LAMPO

Il SZ evidenzia come Draghi, nel giro di appena tre mesi, abbia dato prova di essere capace di raggiungere risultati dopo una “partenza lampo”. Ha dato una spinta alla campagna vaccinale; ha scelto persone fidate per ruoli chiave in alcune società partecipate; si sta dedicando a “una maratona di riforme”, da portare a termine entro massimo un anno e mezzo. “A Roma, il primo ministro ha consegnato le prime due riforme una settimana fa. In tempo”, sentenzia il quotidiano.


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