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Strategie e azioni per la creazione di valore nel settore aereo

Di Patrizia Giangualano

Lo sviluppo delle infrastrutture aeroportuali rappresenta un fattore strategico per il rilancio del potenziale unico del sistema Paese in Europa e nel mondo. I principali temi del web talk di Task Force Italia che giovedì 24 giugno alle ore 18:00 ospiterà Francesca Isgrò, presidente di Enav e Nazareno Ventola, ceo dell’aeroporto G. Marconi di Bologna anticipati a Formiche.net da Patrizia Giangualano, Sustainability and Governance advisor

Il web talk “Rilanciare il potenziale dell’Italia” ” organizzato da Task Force Italia (Tfi), guidata da Valerio De Luca, in partnership con l’Accademia internazionale per lo Sviluppo economico e sociale (Aises), Universal trust e Global investors alliance prevede una doppia audizione sul tema della ripresa del settore aereoportuale e delle iniziative e azioni virtuose poste in essere dagli operatori nazionali nell’ambito del comparto aereo, finalizzate al contenimento dell’impatto del trasporto aereo sul clima.

Con il supporto di una serie di esperti della Task force Italia, Francesca Isgrò presidente di Enav e Nazareno Ventola, ceo dell’aeroporto G. Marconi di Bologna si confronteranno su temi di carattere strategico e gestionale per creare valore da parte delle diverse strutture aeroportuali e consentire la crescita del settore in modo compatibile con le sfide poste dal cambiamento climatico anche nel rispetto del progetto globale di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra.

Recentemente l’Enac (Ente nazionale aviazione civile), come richiesto dall’Icao, ha presentato al pubblico le principali strategie messe in atto dagli stakeholder del trasporto aereo italiano per ridurre l’impatto di CO2. L’Autorità, riferimento nel settore del trasporto aereo, da sempre sensibile ai temi della decarbonizzazione nel settore e, più in generale, del cambiamento climatico, ha svolto ruolo di ente catalizzatore delle iniziative poste in essere dai vari soggetti pubblici e privati coinvolti nell’ambito della sostenibilità ambientale, riduzione dei consumi e diminuzione dell’impatto acustico, con l’obiettivo di incentivare e coadiuvare le iniziative e le azioni virtuose poste in essere dagli operatori nazionali nell’ambito del comparto aereo, finalizzate al contenimento dell’impatto del trasporto sul clima.

Nell’ottica della transizione ecologica i prossimi anni saranno determinanti per il futuro delle eccellenze aerospaziali italiane e dell’adeguamento delle infrastrutture aeroportuali. Le possibili iniziative che porteranno al 2030 e al 2050 potrebbero avere effetti diametralmente opposti, qualora gli obiettivi di sviluppo non venissero adeguatamente individuati e supportati. È sempre più necessario assumere le linee guida dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, del Pnrr e quelle delineate dal Green Deal (Carbon Neutrality entro il 2050) per governare la transizione ecologica, generare nuove competenze e favorire lo sviluppo economico.

Destination 2050 è il documento di sintesi della strategia che la Commissione europea ha adottato con l’adozione dell’European Green Deal che, tra i diversi obiettivi prevede misure precise di riduzione dei target delle emissioni di carbonio ai quali il settore aeronautico è chiamato a contribuire: 37 per cento nella tecnologia aeronautica, 6 per cento nella gestione del traffico e delle operazioni aeronautiche, 34 per cento nell’area dei combustibili, 8 per cento nell’individuazione di nuove misure di smart intelligence.

Il tema della sostenibilità è prioritario nel settore aereo sia per quanto riguarda l’analisi degli impatti dovuti ai cambiamenti climatici sia quando ricorrono importanti elementi tecnologici. Per contribuire a raggiungere obiettivi ambiziosi, gli accordi globali raggiunti attraverso l’Icao, richiedono un significativo impegno degli Stati anche nel settore dell’innovazione tecnologica e quindi nel favorire le attività di Ricerca e Sviluppo da parte dell’industria. Al riguardo sono da sviluppare ed elaborare progetti di sviluppo di motori in un’ottica di riduzione di CO2; politiche di sostentamento della commercializzazione di carburanti alternativi e sostenibili; sviluppo di tecnologie radicalmente nuove che in un futuro prossimo possano consentire una nuova generazione di aviazione civile.

In relazione agli impatti climatici in particolare si prevede che la frequenza, l’intensità, l’estensione spaziale, la durata e la tempistica degli eventi meteorologici aumenteranno, mentre cambiamenti incrementali a lenta insorgenza potranno portare a una trasformazione fondamentale del sistema socio-economico.

I principali fenomeni che potranno impattare le infrastrutture di trasporto riguardano l’aumento delle temperature, e la crescente frequenza di giorni caldi, la variazione nelle precipitazioni, in particolare di quelle concentrate (eventi estremi), la variazione nel livello del mare, che pone dei rischi per le infrastrutture localizzate sui litorali; le alluvioni, che hanno impatti sulle infrastrutture di trasporto che si trovano in prossimità dei corsi d’acqua. Questi fenomeni hanno una rilevanza molto importante sulla mobilità aerea, con specifico riferimento agli aeroporti e alle loro caratteristiche insediative.

L’analisi dei potenziali impatti e delle conseguenze di eventi meteorologici estremi su tutti gli aspetti delle attività e delle operazioni aeroportuali deve consentire agli aeroporti di stabilire le priorità e rispondere meglio ai possibili rischi, attraverso un’analisi dettagliata delle opzioni di mitigazione e la valutazione dei costi-benefici come parte del piano di resilienza di un aeroporto.

Poiché gli aeroporti sono infrastrutture nodali delle reti di trasporto aereo, ma anche intermodale, le interruzioni o i danni prolungati in un aeroporto possono avere un impatto a cascata su altri aeroporti, sull’economia in generale e persino sulla resilienza nazionale (si veda ad esempio l’importanza delle infrastrutture aeroportuali nella risposta globale alle fasi iniziali della pandemia da COVID-19).

Dal punto di vista del potenziale impatto del cambiamento climatico sulle infrastrutture e le operazioni aeroportuali, l’Airport Council International, già nella Risoluzione ACI 3/2018 sulla resilienza e l’adattamento ai cambiamenti climatici, incoraggiava gli aeroporti membri a condurre valutazioni del rischio, sviluppare misure di mitigazione e canali di comunicazione e prendere in considerazione la resilienza e l’adattamento al clima per i loro piani generali.

Nei nuovi piani non dovrà neanche essere sottovalutata l’evoluzione della domanda di trasporto aereo che potrebbe anche determinare modifiche notevoli all’esigenza stessa di volare. Tipologie ed entità di tali modifiche sono oggi difficilmente individuabili in quanto fortemente connesse ad equilibri socioeconomici regionali e globali a loro volta influenzati dalle variazioni del clima: infatti se la componente business della domanda di mobilità aerea può esserne indifferente, gli effetti sul sistema turistico e sugli spostamenti per motivi relazionali dipenderanno anche da differenti assetti demografici e sociali.

Nel definire i loro piani gli operatori aeroportuali dovranno comprendere a fondo i rischi e avviare misure di adattamento sia per le infrastrutture esistenti che per quelle nuove, nonché gestire le operazioni critiche per diventare sempre più resilienti. A fronte delle previsioni di aumento dei danni indotti dagli eventi meteorologici estremi, è fondamentale che le infrastrutture di trasporto (in particolare quelle di nuova costruzione) presentino un comportamento resiliente per garantirne la funzionalità nel lungo periodo e che l’analisi costi-benefici di una possibile opzione di adattamento tenga conto anche del complesso di interazioni tra ambiente ed infrastruttura, prendendo in considerazione sia benefici aggiuntivi dell’opzione di adattamento ma anche i costi dell’opzione scelta a scapito di altri settori e del mutamento degli impatti e della vulnerabilità nell’arco di tutta la vita dell’infrastruttura.

Le risposte ai cambiamenti climatici dovranno essere fornite, in primo luogo, privilegiando l’ottimizzazione delle reti esistenti rispetto alla realizzazione di nuove e grandi opere e effettuando una valutazione ponderata degli standard di efficienza delle infrastrutture e della loro vulnerabilità rispetto alla loro funzionalità per, tra l’altro, limitare il consumo di suolo non antropizzato.

La lunga vita media dei sistemi di trasporto giustifica infatti interventi di adattamento delle infrastrutture esistenti. Alcuni esempi sono la previsione di strutture e asfalti più resistenti al deterioramento dovuto alle variazioni di temperature e alle piogge intense, o la costruzione di argini o opere di scavalco più alti dove è maggiormente probabile una piena.

In Italia, allo stato attuale, non esiste ancora un riferimento univoco, specifico e completo che consenta di valutare gli effetti dei cambiamenti del clima e dei nuovi comportamenti sui trasporti. L’adattamento del sistema infrastrutturale e delle mobilità dovrà trovare attuazione attraverso i diversi strumenti di pianificazione della mobilità aerea con l’obiettivo di integrare le diverse esigenze di cambiamento e adattamento.

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