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La febbre da Spac si sposta in Europa? Numeri e previsioni

La crisi di fiducia negli Stati Uniti e la stretta della Sec spingono le società veicolo nate per portare in Borsa le startup verso il Vecchio Continente. Ma i volumi americani restano comunque lontani

Dallo sboom al boom. Il baricentro delle Spac si sposta lentamente dagli Stati Uniti all’Europa, traversando l’Atlantico. Il feudo delle Special purpose acquisition company, le società ad alto tasso di liquidità che traghettano sui listini le realtà più innovative, sono da sempre gli Usa. Il quali però ora, come raccontato da Formiche.net, scontano gli effetti di una sfiducia strisciante, dettata dalle scarse performance delle società sbarcate a Wall Street proprio grazie all’acquisizione da parte di una Spac.

Il tutto si è tradotto in un progressivo sgonfiamento del fenomeno Spac in terra americana. Lo dice, soprattutto, un dato. Secondo Refinitiv le banche di investimento americane, che nelle operazioni con le Spac guadagnano con le commissioni, hanno incassato, tra aprile e maggio poco più di 430 milioni di dollari dalle Ipo rese possibili grazie alle Spac. Ciò ha rappresentato il 4,5% delle commissioni complessive dell’investment banking per il periodo. Un dato che però stride e non poco con quello relativo a gennaio e febbraio, dove le commissioni hanno toccato i 3 miliardi di dollari.

E chi ne beneficia è l’Europa, anche se il boom europeo rischia di non raggiungere i volumi di quello statunitense. Secondo la società di tecnologia americana Pitchbook, da inizio anno fino a maggio negli Stati Uniti sono state quotate 293 Spac per un controvalore di circa 19,2 miliardi di dollari. L’Europa insegue da lontano con solo 17  quotazioni per un valore di 2,2 miliardi di euro. “Ma l’attività è in aumento nel Vecchio continente, rispetto alle 12 offerte dell’anno scorso e alla singola del 2019”, spiega la società, citata dal sito finanziario specializzato Morningstar.

“Gli europei, fino a qualche tempo fa, sono stati più inclini a quotare le loro Spac negli Stati Uniti piuttosto che da questa parte dell’Atlantico”, spiega Alex Warfel, Data analyst di Pitchbook. “Due esempi recenti sono la società tedesca Rocket Internet, che ha lanciato Rocket Internet Growth Opportunities a marzo, e l’ex ad di Credit Suisse, Tidjane Thiam, che ha co-fondato Freedom Acquisition I Corp. Tuttavia, un potenziale giro di vite della Sec e un mercato statunitense troppo affollato hanno reso l’Europa più interessante, in particolare per gli strumenti che cercano asset diversi da quelli Usa”. Il riferimento è al fatto che negli Usa il nuovo presidente della Sec (la Consob americana), Gary Gensler, ha promesso controlli più serrati su questo tipo di strumenti dopo che alcune Spac sono state accusate di scarsa trasparenza nelle comunicazioni con gli investitori.

Per tutte queste ragioni, ha proseguito l’analista di Pitchbook, “il boom delle Spac in Europa non avrà le stesse dimensioni di quello visto negli Usa, dove c’è molta più dry powder e si ha la possibilità di rivolgersi a un bacino più ampio di potenziali investitori. Una pipeline più stabile di società che approderanno in Borsa e che raccolgano buone quantità di denaro sarà la norma pure in Europa. Anche se con modalità diverse a seconda delle piazze finanziarie”.

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