A palazzo Madama la presentazione del volume “Ustica, un’ingiustizia civile” (Rubbettino) di Gregory Alegi e Leonardo Tricarico. Il libro ripercorre i fatti, i processi e le tesi attraverso una rigorosa opera di fact-checking. Ribadisce la verità acclarata in sede penale: una bomba nel bagno in coda del DC-19. Verità che, tuttavia, resta controcorrente…
A quarantuno anni dal disastro, la tragedia di Ustica continua a far discutere. Come pochi altri fatti della storia recente ha segnato il dibattito pubblico nel nostro Paese. Nell’immaginario collettivo la morte delle 81 persone a bordo del DC-19 Itavia nel 1980 resta collegata a cause oscure, tra combattimenti aerei mai dimostrati e il coinvolgimento di Paesi stranieri. Eppure, la verità è scritta nero su bianco nella sentenza penale, dopo venticinque anni di processo, 272 udienze, migliaia di testimonianze e decine di perizie dei maggiori esperti al mondo. Una verità ripercorsa ora dal libro “Ustica, un’ingiustizia civile”, edito da Rubbettino e scritto dal giornalista e storico Gregory Alegi e dal generale Leonardo Tricarico, già capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare. Ieri, a palazzo Madama, il volume è stato presentato in conferenza stampa dai due autori.
I FATTI
Oggi, nell’epoca della post-verità, su quanto scritto e detto per i fatti di Ustica parleremmo in molti casi di fake news e misinformation, se non di vera e propria disinformazione. Eppure il disastro di Ustica “non ha più opacità”, ha spiegato il generale Tricarico. Nel 2005, dopo un processo durato venticinque anni, la sentenza penale confermata fino in Cassazione ha fugato ogni dubbio: il DC-9 Itavia in servizio tra Bologna e Palermo precipitò in mare, provocando la morte delle 81 persone a bordo, a causa dello scoppio di una bomba posta nella toilette in coda all’aereo.
SE LA VERITÀ VA CONTROCORRENTE
Ma (“un paradosso”) la verità resta oggi “controcorrente”. Lo è perché la tesi del “combattimento aereo” continua a dominare l’opinione pubblica, basata su un parallelo processo civile che ha preso il via tenendo conto di quanto formulato in ambito penale nell’impianto accusatorio del giudice istruttore nell’ordinanza di rinvio a giudizio. Impianto che però è durato poco nel processo penale, dove l’ipotesi del combattimento aereo è stata bollata dai giudici d’appello “più degna della trama di un film giallo”. Ma il processo civile è andato avanti su questa tesi, alimentato da ricostruzioni mediatiche allettate dall’idea di una battaglia segreta sui cieli italiani, spesso grazie alle posizioni di politici e rappresentanti istituzionali pronti a cavalcare l’ipotesi più diffusa tra il pubblico.
IL VOLUME
Il perché e il come è ben spiegato nel libero “Ustica, un’ingiustizia civile” di Alegi e Tricarico. “Ingiustizia” perché lo Stato dovrà pagare risarcimenti per 300 milioni di euro per una battaglia che non c’è mai stata. Tra l’altro, una battaglia che ha distolto l’attenzione dalle vere cause del disastro e dalla ricerca dei veri responsabili. “Non pretendiamo che un libro possa, da solo, ribaltare 41 anni di comunicazione a senso unico – spiegano gli autori – ma speriamo di far sapere a tutti che nelle loro sentenze magistrati coraggiosi di Assise e Cassazione hanno saputo distinguere tra fantapolitica e realtà”.
PER UN’ANALISI RIGOROSA
“Una analisi dettagliata e rigorosa” su “una delle pagine più dolorose della storia della nostra Repubblica”, ha scritto la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati nel messaggio inviato al generale Tricarico per la presentazione del volume a palazzo Madama, moderata da Frediano Finucci. Di “operazione verità” ha parlato il senatore Francesco Mario Giro, promotore dell’incontro. Il libro, ha aggiunto, “è convincente” perché “affronta un tema complicato con grande abilità”. Di più: potrebbe essere letto nelle scuole, nei licei e nelle università”. Il volume, ha spiegato Maria Tripodi, capogruppo di Forza Italia in commissione Difesa alla Camera, “ripercorre i fatti in maniera lucida e razionale mostrandoli per come sono, cioè incontrovertibili”. Di conseguenza, “di fronte a una tragedia finora narrata in un solo modo – ha aggiunto – il libro contribuisce a riportare alla luce una verità già acclarata dalle sentenze, rivelandosi un ottimo strumento formativo”.
OPERAZIONE VERITÀ
Serve soprattutto all’immagine dell’Aeronautica militare, inevitabilmente coinvolta da decenni di ipotesi su presunte opacità. “Bisognava restituire alla nostra Arma Azzurra quella verità e quella chiarezza che spettano a una forza armata che ha dato così tanto al Paese”, ha notato Tripodi. E infatti, ha ammesso il generale Tricarico, “ho deciso di scrivere questo libro perché ancora non riesco a smettere questa divisa; nonostante la pensione, dopo 45 anni di servizio mi resta cucita addosso”.