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Un miliardo di vaccini ai Paesi poveri. L’impegno del G7 contro il coronavirus

Dopo l’annuncio di Biden sui 500 milioni di dosi ai Paesi poveri, il G7 rilancia e si impegna a donare 1 miliardo di vaccini ai Paesi a basso reddito. In più Usa e Uk firmano una nuova “Carta atlantica” sul modello di quella firmata da Roosevelt e Churchill nel 1941. Intanto il Parlamento europeo ha votato per la sospensione della tutela dei diritti di proprietà intellettuale…

Dopo l’annuncio di Joe Biden di 500 milioni di dosi di vaccino Pfizer che entro il 2022 gli Usa distribuiranno ai Paesi con meno reddito, ecco arrivare anche l’impegno dei leader del G7 riunitosi ieri alla vigilia del Summit in Cornovaglia di donare 1 miliardo di dosi di vaccino sempre ai Paesi poveri.

Lo ha fatto sapere il governo britannico che presiede il vertice. L’obiettivo è “porre fine alla pandemia” nel 2022, ha detto Downing Street in un comunicato, precisando che Uk donerà 100 milioni di dosi.

L’incontro di ieri tra il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il primo ministro del Regno Unito, Boris Johnson, ha dato come frutto anche una nuova “Carta atlantica” per la promozione della democrazia, dei diritti umani e della libera circolazione di merci e persone in tutto il mondo.

L’accento è stato posto sull’importanza del multilateralismo, sull’edificazione di un sistema del commercio globale equo e sostenibile, sul rafforzamento della fornitura di vaccini contro il coronavirus e la libera circolazione delle persone. Un documento studiato da entrambi i governi sul modello dell’atto diplomatico sottoscritto dal presidente Franklin D. Roosevelt e dal primo ministro Winston Churchill il 14 agosto 1941.

BoJo inoltre oggi ha messo nero su bianco sue riflessioni in una lettera pubblicata da alcuni giornali, (Corriere della sera, La Stampa, Il Sole 24 Ore), nella quale si dice convinto che dalle macerie del Covid si possa costruire una società migliore. “Non esiste prova più convincente e tragica del bisogno di cooperazione globale della pandemia che ha travolto il mondo e mietuto oltre 3,7 milioni di vittime”. “Per la prima volta dall’inizio di questa catastrofe, i leader del G7 si incontreranno di persona oggi per un vertice che presiederò io stesso in Cornovaglia, nel Regno Unito e abbiamo un obiettivo condiviso: quello di vincere la pandemia, ridurre al minimo il rischio di nuovi eventi simili e ricostruire società migliori dalle macerie di questa tragedia”.

“Il Regno Unito ha contribuito a fondare Covax – ha continuato – l’alleanza globale che sinora ha fornito 80 milioni di dosi ai Paesi in via di sviluppo. Quasi tutte queste dosi erano di Oxford-AstraZeneca. In questa grave crisi dobbiamo tutti impegnarci di più. Desidero pertanto che il G7 fissi un obiettivo impegnativo ma necessario: fornire 1 miliardo di dosi ai Paesi in via di sviluppo per vaccinare tutte le persone nel mondo entro la fine del prossimo anno. Possiamo farlo, dobbiamo farlo e grazie a questo vertice del G7 lo faremo”.

Inoltre ha aggiunto: “Questo vertice del G7 servirà anche ad accelerare lo sviluppo di vaccini, terapie e test per qualsiasi nuovo virus, con l’obiettivo di passare da 300 a 100 giorni”. “Oltre a contenere il rischio di nuove catastrofi – ha concluso – dobbiamo ricostruire delle società migliori e porre le basi per una ripresa economica globale su fondamenta più ecologiche e più eque. Chiederò al G7 e ai Paesi ospiti di raccogliere 5 miliardi di dollari per le scuole nei Paesi in via di sviluppo”.

Se da una parte Uk e Usa vanno verso la direzione di una distribuzione dei vaccini per i Paesi poveri, dall’altra abbiamo comunque la posizione del Parlamento europeo che ieri ha votato la risoluzione che richiede la sospensione della tutela dei diritti di proprietà intellettuale.

Inoltre, oggi le dichiarazioni che arrivano dal governo britannico e dal summit sono state accolte da Oxfam Italia con scetticismo: “Se il meglio che i leader del G7 possono mettere in campo è la donazione di un miliardo di dosi, il summit si risolverà in un fallimento. Per superare la pandemia serviranno infatti 11 miliardi di dosi. Se avviata tempestivamente la condivisione di dosi disponibili aiuta a tamponare parzialmente l’enorme carenza di vaccini a livello globale. Per aumentare significativamente la fornitura è necessario sospendere i monopoli dell’industria farmaceutica e condividere tecnologia e know-how con altri produttori qualificati in tutto il mondo”. Queste le parole di Sara Albiani, policy advisor per la salute globale di Oxfam Italia.

(Foto Twitter account @BorisJohnson)

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