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Disinformazione, Covid e le schermaglie tra Biden e social network

Come l’Ue, siti come Twitter e Facebook hanno introdotto nuove regole per prevenire la diffusione di false informazioni sul web, fino a bloccare account e profili di politici. La disputa tra il presidente e Facebook

Per contrastare la disinformazione presente sul web sulla pandemia da Covid-19, l’Ue ha dovuto creare una pagina ad hoc in cui vengono spiegate tutte le azioni prese dall’Unione per proteggere i cittadini dalle false notizie e dar loro l’opportunità di leggere fonti attendibili. Questo perché, sin dall’inizio della pandemia, si è diffusa anche una “infodemia,” come l’ha definita l’Oms, nonché “un eccesso di informazioni, comprese quelle false o fuorvianti, in ambienti digitali e fisici durante un’epidemia.”

Come l’Ue, anche le più grandi piattaforme social al mondo hanno introdotto nuovi regolamenti per proteggere i propri utenti ed evitare la diffusione delle fake news. Però non tutte le misure sono state efficaci, e lo ha sottolineato anche il Presidente Usa Joe Biden.

Durante una conferenza stampa, il Presidente Biden, ha dichiarato che i social che diffondono notizie false sulla pandemia stanno “uccidendo le persone” come ha subito riportato la CNN. La disinformazione, che consiste nella creazione e diffusione volontaria di informazioni false per causare danni (diversa dalla misinformazione che è la creazione di notizie false in modo involontario o per negligenza), è una “una grave minaccia per la salute pubblica” ha ammonito il Dottor Vivek Murthy, primo chirurgo generale degli Usa. Ma la colpa non è veramente di Facebook e il Presidente Biden lo sa.

Pochi giorni dopo l’accusa, il Presidente Usa ha replicato, come riportato da Reuters, che in realtà “non è Facebook ad uccidere le persone, ma coloro che diffondono notizie false,” aggiungendo, inoltre, che spera che la piattaforma di Zuckerberg faccia di più per fermare le fake news. Anche l’addetta stampa della Casa Bianca ha chiarito la situazione, affermando che “non siamo in una guerra o in una battaglia contro Facebook, siamo in una guerra contro il virus.”

Facebook, rispondendo alle accuse del Presidente, ha sottolineato che in realtà i dati dicono il contrario e che l’azienda ha provveduto molteplici volte ad eliminare qualsiasi notizia falsa, proporre informazioni corrette e approvate dalle organizzazioni internazionali e bloccato pagine e account.

Twitter, proprio come Facebook, ha introdotto regole ferree per contrastare la disinformazione, anche al costo di bloccare gli account degli esponenti politici – come nel caso della rappresentante Repubblicana dello stato della Georgia, Marjorie Taylor Greene.

La rappresentante Greene aveva pubblicato un tweet scrivendo che il Covid-19 non è un virus pericoloso per le persone “non-obese e per gli under-65,” e che “le organizzazioni non dovrebbero forzare vaccini o maschere non approvati dalla Fda.” In seguito a queste parole, il tweet è stato etichettato come notizia falsa, e poco dopo, l’account è stato sospeso.

Come riportato da Axios, la sospensione dell’account Twitter della Rappresentante Greene è più che in linea con le nuove regole, ma, analizzando il quadro dei fatti complessivo, potrebbe causare forti ripercussioni all’azienda dato che molti rappresentanti repubblicani stanno utilizzando fatti come questi per aumentare la loro retorica contro il “potere” dei social.



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