Skip to main content

La Camera discute la commissione d’inchiesta Covid-19. Cina nel mirino

Già domani potrebbe arrivare in Aula la proposta della Lega per l’istituzione di una commissione d’inchiesta sull’origine del Covid-19 e le responsabilità dei Paesi (in primis la Cina). Dal Carroccio trapela ottimismo, mentre anche gli Usa premono sull’acceleratore. Tutti i dettagli

La commissione Affari esteri della Camera ha approvato la proposta di “Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause dello scoppio della pandemia di SARS-CoV-2 e sulla congruità delle misure adottate dagli Stati di origine del virus per evitarne la propagazione nel mondo”, presentata dall’onorevole Paolo Formentini (Lega).

LE MODIFICHE

Nell’iter in commissione si è resa necessaria qualche modifica. Non c’è più, infatti, il riferimento nel titolo all’Organizzazione mondiale della sanità. Infatti, la proposta iniziale faceva riferimento alle “misure adottate dagli Stati e dall’Organizzazione mondiale della sanità”.

LA COMPOSIZIONE

L’articolo 2 del testo riguarda la composizione della commissione: 20 deputati nominati al presidente della Camera nominati “in proporzione al numero dei componenti dei gruppi parlamentare, comunque assicurando la presenza di un rappresentante per ciascun gruppo parlamentare”. Nella prima seduta è prevista l’elezione del presidente, di due vicepresidenti e di due segretari.

I POTERI

L’articolo 3 disciplina poteri e limiti della Commissione che “procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria”. Inoltre, “non può adottare provvedimenti attinenti alla libertà e alla segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione nonché alla libertà personale, fatto salvo l’accompagnamento coattivo di quell’articolo 133 del codice di procedura penale”. È previsto dall’articolo 6 che la Commissione possa “avvalersi dell’opera di agenti e ufficiali di polizia giudiziaria e di tutte le collaborazioni, che ritenga necessarie, di soggetti interni o esterni all’amministrazione dello Stato, autorizzati, ove occorra e con il loro consenso, dagli organi a ciò deputati e dai ministri competenti”.

LA DURATA

L’articolo 7, l’ultimo, prevede che “la commissione conclude i propri lavori entro 14 mesi dalla sua costituzione ed entro il mese successivo presente alla camera dei deputati una relazione finale sull’attività svolta e sui risultati dell’inchiesta”.

I PROSSIMI PASSI

L’istituzione della Commissione è incardinata e dovrebbe essere oggetto della discussione generale alla Camera domani. Dal Carroccio trapela un discreto ottimismo sull’iter, anche se difficilmente la commissione diventerà bicamerale: dovrebbe rimanere alla Camera, come la Regeni.

IL CONTESTO GEOPOLITICO

Nel mirino c’è la Cina, su cui anche l’amministrazione statunitense di Joe Biden ha puntato un faro. Infatti, entro fine mese l’intelligence a stelle e strisce dovrebbe consegnare al presidente il nuovo rapporto sulle origini del Covid-19. Inoltre, alcuni membri della Blue Dog Coalition, un gruppo di esponenti centristi del Partito democratico, hanno scritto nelle scorse ore una lettera ai leader di Camera e Senato chiedendo una commissione d’inchiesta sulla pandemia Covid-19 sullo stile della commissione sull’11 settembre. La proposta H.R. 6429 rappresenta “un buon modello”, scrivono con riferimento a un disegno bipartisan, presentato a inizio marzo 2020 dalla deputata democrat Stephanie Murphy e dall’esponente dei repubblicani John Katko.

LE PAROLE DI PALÙ (AIFA)

“Per 6 mesi i cinesi sapevano del virus e non l’avevano ancora detto“. È quanto aveva dichiarato Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), nel corso dell’audizione per l’istituzione della Commissione. “C’è più di una stranezza in questo coronavirus, per il 98% è identico a un virus del pipistrello cinese rinvenuto 10-12 anni fa dai ricercatori cinesi di Wuhan, ed è stato da loro studiato”, aveva proseguito l’esperto sottolineando che “il Covid-19 sicuramente è partito dalla Cina” e invitando la politica a richiamare “la Cina a essere trasparente”.



×

Iscriviti alla newsletter