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L’Aiad sarà nel comitato per il Fondo europeo della Difesa. Parla Crosetto

“Sono contento; abbiamo vinto la battaglia”. Guido Crosetto affida a Formiche.net il commento sull’inserimento dell’Aiad nel comitato di esperti che supporterà le istituzioni dell’Ue nella gestione del fondo europeo di Difesa. Per rispondere allo sgarbo si è alzato “un fronte compatto”, dal commissario Gentiloni a diversi ministri. Ecco perché…

L’Italia è al lavoro per aumentare la sua presenza nella Difesa europea. Il prossimo 10 settembre si riunirà per la prima volta il comitato di esperti che supporterà gli organi dell’Ue nella gestione dei 7,9 miliardi (fino al 2027) del nuovo fondo Edf, destinato a co-finanziare i programmi di ricerca e sviluppo della difesa europea. Al tavolo del comitato ci sarà anche il candidato presentato dall’Aiad, la federazione che riunisce in Italia le aziende di settore, il segretario generale Carlo Festucci.

Lo scorso mercoledì il quotidiano La Verità aveva raccontato dell’esclusione dell’Aiad dal comitato e della reazione dura del suo presidente Guido Crosetto.

A quanto apprende Formiche.net, la lista si è chiusa oggi, con la presenza anche del candidato della federazione italiana. L’Aiad, che da un paio d’anni ha aperto una propria sede a Bruxelles per seguire l’evoluzione della Difesa comune, ha presentato la propria candidatura ritenendo utile essere presente, soprattutto come punto di contatto per le realtà medie e piccole che popolano il comparto nazionale. I posti “italiani” nel comitato di esperti sono sette, assegnati (oltre all’Aiad) alle principali aziende del settore.

A scegliere la composizione del comitato di esperti è stata una commissione composta da membri della Defis, la direzione generale “Difesa industria e spazio” della Commissione europea generazione (che latita di figure italiane al suo interno), guidata dal finlandese Timo Pesonen, chiamata a gestire le risorse dell’Edf e rientrante nelle competenze del commissario al Mercato interno, il francese Thierry Breton.

Nei giorni scorsi era arrivata all’Aiad la notizia “ufficiosa” circa la possibilità che la federazione italiana potesse restarne fuori, mentre sarebbero state ammesse quella francese e tedesca, fatto sufficiente ad alimentare l’impressione che i partner (nonché competitor) potessero essersi mossi per limitare la presenza italiana. D’altra parte, negli ultimi anni Parigi e Berlino (più la prima della seconda) hanno manifestato a più riprese l’interesse a guidare la Difesa comune con un asse a due.

L’Aiad ha dunque reagito, facendo presente alla Defis l’opportunità di includere la realtà federativa nazionale che, ad oggi, riunisce 175 entità. In realtà a reagire con determinazione è stato in prima persona il presidente Guido Crosetto, tirato in ballo come sconfitto in una vicenda gestita da Festucci e da Massimo Artini, responsabile dell’Ufficio di Bruxelles. Crosetto quindi si è attivato contattando il commissario europeo Paolo Gentiloni, i ministri Lorenzo Guerini, Giancarlo Giorgetti e Luigi Di Maio, il sottosegretario Vincenzo Amendola, il segretario generale della Farnesina Ettore Sequi, il rappresentante permanente all’Ue Piero Benassi e il generale Claudio Graziano, presidente del Comitato militare dell’Ue. Una potenza di fuoco alla quale si sono aggiunti diversi europarlamentari, tra cui Fabio Massimo Castaldo, Raffaele Fitto, Carlo Fidanza Alessandra Moretti. Un fronte compatto per reagire a ciò che sembrava uno sfregio al Paese più che all’associazione.

Oggi è arrivata la comunicazione ufficiale sull’inserimento del candidato dell’Aiad nel comitato di esperti, con tanto di convocazione per la prima riunione, il 10 settembre. “Sono contento – ha commentato ai nostri microfoni Guido Crosetto – non tanto perché abbiamo ripristinato le condizioni di parità della nostra rappresentanza nazionale rispetto a quelle di altre nazioni, ma perché c’è stata una sinergia di intenti e lavoro, da Gentiloni, al governo italiano, dalla struttura della Farnesina alla Difesa, che mi ha inorgoglito come cittadino”.

“Mi era dispiaciuto invece vedere come nei giorni scorsi, alcuni esponenti del settore e della stampa avessero provato a fare ricostruzioni e retroscena fantasiosi con il solo obiettivo di buttare fango”, ha rimarcato Crosetto. “Questo modo di fare, tipicamente italiano, indebolisce il nostro comparto, perché persone che dovrebbero lavorare per le loro aziende e per il loro settore lavorano per loro cordate e per interessi di parte, talvolta di altri Paesi”. Di più: “La cosa non sarebbe problematica se non riguardasse anche persone rilevanti in grandi aziende o nello Stato, ma tocca prenderne atto e combattere”. Per ora, ha chiosato Crosetto, “questa battaglia l’abbiamo vinta”.


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