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Per realizzare i suoi obiettivi, l’Europa ha bisogno del treno. Scrive Farandou (Sncf)

Di Jean-Pierre Farandou

Mentre la Commissione europea lavora sul pacchetto Fit for 55 destinato alla riduzione del 55% delle emissioni nette dell’Unione entro il 2030, il presidente di Sncf ribadisce che per raggiungere questo obiettivo è indispensabile puntare sul settore ferroviario

Lo scorso 10 maggio, un TGV OUIGO ha collegato per la prima volta Madrid e Barcellona. In qualità di Presidente del Gruppo, sono ovviamente orgoglioso di vedere il nostro know-how esportato! Ciò ci spinge a essere sempre più efficienti, anche in Francia, in vista di una futura apertura alla concorrenza sulla rete nazionale.

Dopo il trasporto merci nel 2006, la concorrenza ferroviaria europea sta diventando una realtà per i viaggiatori. Non si tratta di una semplice gara ma del proseguimento di un movimento naturale: la costruzione dell’Europa basata sul trasporto ferroviario!

Fin dalla loro creazione, le ferrovie hanno fatto parte dei grandi movimenti della nostra storia recente. Incarnano innanzitutto la modernità e la rivoluzione industriale al servizio di un’Europa che forgia la prima globalizzazione; uniscono i Paesi mescolando popolazioni e idee; leniscono le ferite del continente nel momento in cui si realizza un’unione effettiva. Non è un caso che i Trans-Europ-Express abbiano iniziato a percorrere il continente nel 1957, in occasione della firma del Trattato di Roma. Dal Tunnel della Manica a Interrail, passando per la Rete transeuropea dei trasporti, l’Eurostar, il Thalys e il TGV Francia-Germania, il treno simboleggia la conquista più preziosa della costruzione europea: la libertà di movimento delle persone e delle merci.

Oggi, l’Europa ha di nuovo bisogno del treno per affrontare una sfida di portata ancora sconosciuta: raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. Se i trasporti sono la prima fonte di emissioni di gas a effetto serra, l’unica in aumento, scegliere il treno significa diminuire le emissioni di 30 volte rispetto all’automobile, 50 volte rispetto al TGV, 80 volte rispetto all’aereo! Un solo treno merci equivale a 40 camion in meno sulla strada.

Un aumento dell’1% della quota modale dei trasporti via ferrovie ridurrebbe le emissioni dell’intero settore dei trasporti del 10%, un dato in linea con la tabella di marcia prevista dall’Accordo di Parigi.

Per tutte queste ragioni, la Commissione europea punta a raddoppiare il traffico ferroviario ad alta velocità per i passeggeri entro il 2030 e per le merci entro il 2050. Approfittiamo dunque dell’Anno europeo delle ferrovie per ricordarci dell’importanza strategica della nostra «cultura del treno»!

Da L’arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat a Assassinio sull’Orient Express, il treno è profondamente radicato nell’immaginario europeo e continua a creare ricordi da un capo all’altro del continente. La «cultura del treno» è anche industriale! L’Europa vanta uno straordinario know-how a livello mondiale nella progettazione, gestione, manutenzione e sviluppo della rete. Questo progresso tecnologico, incarnato dall’alta velocità, permette di far circolare i TGV in Germania e gli ICE in Francia, di ottimizzare il traffico in tempo reale e di prevedere la manutenzione, continuando a ridurre l’impronta ecologica del trasporto ferroviario.

Questa costante innovazione iscrive la «cultura del treno» nella vita quotidiana degli europei, che lo utilizzano sempre di più! Con i 4,2 miliardi di chilometri percorsi in treno in Europa su base annua, si potrebbe quasi collegare il Sole a Nettuno. Una cifra vertiginosa… ma insufficiente! Considerato che la quota modale del traffico passeggeri nell’Unione europea è soltanto del 7%, è imperativo raddoppiare i nostri sforzi se intendiamo raggiungere l’obiettivo della neutralità carbonica in Europa entro il 2050.

A questo scopo, l’Europa ha bisogno ancora una volta del treno. E il treno ha bisogno di decisioni politiche forti per poter competere ad armi pari con gli altri mezzi di trasporto, nel comparare l’insieme i loro vantaggi e svantaggi. Il prezzo deve riflettere il costo reale per la società, compreso il cambiamento climatico, l’inquinamento e il traffico. In concreto, occorre riformare il sistema dello scambio di quote di emissioni dell’UE per integrarvi meglio i trasporti e promuovere il trasferimento modale verso i trasporti «verdi» già esistenti. Dobbiamo anche investire massicciamente nella manutenzione e nell’ammodernamento della rete, promuovendo al contempo il trasporto ferroviario delle merci per consolidare un ecosistema economico, industriale e commerciale europeo integrato ed efficiente.

Mentre la presidenza francese dell’Unione europea si avvicina, c’è ancora tempo per agire. Dotiamoci dei mezzi necessari! Sncf è pronta a svolgere appieno il suo ruolo, a fianco di tutti i suoi partner europei.


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