Approvato ieri il testo base della proposta di legge contenente disposizioni in materia di morte volontaria medicalmente assistita. Il prof. avv. Cesare San Mauro, Università La Sapienza Roma, auspica che però l’eutanasia venga riservata esclusivamente alle strutture pubbliche ospedaliere
Ieri pomeriggio 6 luglio la Commissione Giustizia e Affari Sociali della Camera dei Deputati ha approvato (relatore Bazoli) il testo base della proposta di legge contenente disposizioni in materia di morte volontaria medicalmente assistita e cioè di eutanasia.
Tale norma tende a colmare la vacatio legis creatasi dopo la sentenza della Corte Costituzionale del 2019 che, dichiarando incostituzionale l’art.579 del Codice Penale, invitò il legislatore ad intervenire con sollecitudine adottando una compiuta disciplina in materia. Il Parlamento deve quindi legiferare per evitare una sentenza interpretativa della Corte cosiddetta additiva, abdicando alla funzione normativa cui è preposto.
Premetto subito che la mia posizione di cattolico non può in alcun modo influenzare la valutazione su una proposta di legge in uno Stato laico così come ancora recentemente ribadito dal presidente Draghi in occasione della nota della Segretaria di Stato Vaticana sul ddl Zan, nell’ambito di una antica e consolidata divisione delle responsabilità e delle funzioni etiche tra Stato e Chiesa.
Ne deriva che la mia personale opposizione all’eutanasia non può confondersi con un principio assolutamente laico e cioè che l’intervento medicalmente assistito debba essere riservato esclusivamente alle strutture pubbliche ospedaliere.
Il profilo che intendo quindi contestare del testo approvato ieri è proprio quello che consente alle persone gravemente malate richiedenti la morte volontaria medicalmente assistita di poter praticare ciò presso il proprio domicilio o presso una clinica privata. Ciò permetterebbe, in pratica, abusi che legittimerebbero il suicidio assistito che, naturalmente, è cosa ben diversa dall’eutanasia.
Auspico fortemente che i componenti della Camera si rendano conto di questa incongruità del testo base modificandolo e prevedendo che l’eutanasia sia praticabile, come peraltro oggi previsto per l’interruzione volontaria della gravidanza e per la disciplina dei trapianti di organo, esclusivamente in strutture ospedaliere pubbliche laddove il Comitato Etico dell’ospedale, il codice di comportamento, le modalità di controllo e le procedure adottate dalle strutture garantiscono la corrispondenza tra i principi enunciati nella proposta di legge e la realtà quotidiana nel nostro Paese.
Né può ritenersi che l’interpretazione additiva della Corte Costituzionale giunga sino a ritenere legittima la morte volontaria medicalmente assistita anche a domicilio o presso le strutture private.