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Chi è Kristi Noem, la repubblicana che sogna la Casa Bianca

È governatore dello Stato del Dakota del Sud e si profila come candidata alle elezioni presidenziali del 2024. Ha una posizione ferrea contro l’aborto, contro le misure anti-Covid e a favore dell’uso delle armi. Vita e passioni

“Dakota del Sud. Moglie. Mamma. Onorata di servire come governatore del Dakota del Sud”. Questa è la sintetica biografia su Twitter di Kristi Noem, la donna che si profila come candidata alla Presidenza degli Stati Uniti, ed erede di Donald Trump nel Partito Repubblicano.

Nella vastità di personaggi repubblicani, tra l’ex vicepresidente Mike Pence e il senatore Ted Cruz, Noem spicca come la potenziale prima donna alla Casa Bianca.

Nata a Watertown nel 1971, è cresciuta in una famiglia di agricoltori, ed è riuscita a finire gli studi di Scienze politiche solo da grande, dopo che il padre è morto in un incidente nella fattoria. Noem è sposata e ha tre figli.

Ha iniziato la sua carriera nel mondo della politica alla Camera dei Rappresentanti locale e poi alla Camera dei Rappresentanti nazionale. Dal 2019 è alla guida del Dakota del Sud.

La sua bandiera politica è del Tea Party, condividendo i principi di lotta contro l’aborto, contro i diritti della comunità LGBT e a favore del possesso di armi. L’ultimo polemico annuncio da parte della governatrice è che sarebbe pronta a usare denaro di un donatore repubblicano per finanziare l’arrivo di 50 membri della Guardia Nazionale del suo stato nella frontiera con il Messico. L’obiettivo: frenare l’arrivo (record) di migranti illegali dal Centroamerica.

Il donatore, tramite una fondazione, è Willis Johnson, un miliardario del Tennessee proprietario di una casa di aste di auto chiamata Copart. È un grande finanziatore delle cause repubblicane: nel 2020, ha donato 200.000 dollari al Comitato di Vittoria di Trump.

“La frontiera rappresenta una crisi di sicurezza nazionale che richiede una risposta sostenuta che solo la Guardia Nazionale può fornire – ha spiegato Noem in un comunicato -. Non dovremo permettere che le nostre comunità siano meno sicure inviando la nostra polizia o pattuglie per risolvere un problema di lungo periodo che il presidente Biden sembra incapace o non disposto a risolvere”.

La strategia di Noem è chiara: criticare duramente il presidente americano per posizionarsi come un’opzione politica, a destra. Per l’emittente americana Cnn, la tattica mediatica è famigliare e ricorda il Donald Trump degli ultimi cinque anni, e l’uso che ha fatto dei social network.

Per molti analisti, se Kristi Noem si presenta alla nomination del Partito Repubblicano per le elezioni del 2024, è molto probabile che diventi la prima donna presidente degli Stati Uniti. Il suo discorso alla convention dei conservatori a febbraio di quest’anno è stato soggetto di molte analisi. Con umore e auto-ironia, Kristi ha saputo usare una formula retorica molto competitiva, elencando le libertà individuali per le quali bisogna lottare e promovendo la riduzione del peso dello Stato.

Molto efficace la chiusura, per dare “umanità” al discorso, usando la sua storia personale e parlando dell’impatto della morte del padre e come è riuscita a superarlo, grazie anche all’impegno per sollevare il negozio di famiglia.

Ad aumentare la recente popolarità di Noem è la posizione adottata contro le misure della crisi sanitaria. A differenza degli altri stati, il Dakota del Sud è l’unico Stato negli Usa che ha deciso dall’inizio della pandemia di non chiudere le attività commerciali, lasciando la scelta ai cittadini su come comportarsi. Il risultato: è l’ottavo stato con l’indice di mortalità più alto per ogni 100.000 abitanti e uno con il più basso tasso di disoccupazione.

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