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Il New Space arriva (dagli Usa) in Italia. Ecco come accoglierlo

Come cogliere la sfida del New Space? Quali opportunità per le imprese italiane? Tra finanza, innovazione e internazionalizzazione, le risposte di Manlio Di Stefano, Massimo Comparini, Pierluigi Di Palma, Mario Mustilli e Andrea Margelletti nell’evento organizzato dalla società consortile ALI

“Investire bene, spendere meglio e sostenere gli interessi italiani rispetto ai partner europei”. È questa la ricetta per lo Spazio nazionale secondo Manlio Di Stefano, sottosegretario di Stato agli Affari esteri, che ieri è intervenuto a Roma all’evento “Innovazione tecnologica, internazionalizzazione, finanza: la sfida delle imprese spaziali”.

L’EVENTO

L’incontro, organizzato dalla società consortile ALI di Napoli, è stato aperto dal suo presidente Giovanni Squame e dai saluti introduttivi di Mario Cosmo, direttore scienza e ricerca dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) ed esperto senior Spazio presso la presidenza del consiglio all’Ufficio Sherpa del consigliere diplomatico G20. Poi la tavola rotonda, moderata dalla direttrice di Airpress Flavia Giacobbe, con Massimo Claudio Comparini, amministratore delegato Thales Alenia Space Italia, Pierluigi Di Palma, presidente dell’Enac, Andrea Margelletti, presidente del Centro studi internazionali (Cesi), e Mario Mustilli, economista, professore e presidente di Sviluppo Campania.

LE OPPORTUNITÀ DAGLI USA

Nel mezzo, la consegna di una targa da parte di ALI al colonnello Aniello Violetti, in procinto di spostarsi da palazzo Chigi all’ambasciata d’Italia a Washington, sempre a occuparsi di Spazio. Tra i progetti di Elon Musk e la corsa suborbitale di Richard Branson e Jeff Bezos, “è un momento rivoluzionario negli Stati Uniti, e l’Italia può parteciparvi in qualità di partner di prim’ordine”, ha detto Violetti. D’altra parte, ha notato Cosmo, “la dimensione pioneristica dello Spazio è cambiata”, con nuovi attori che “stanno modificando il panorama”. Dagli Stati Uniti, ha aggiunto, “arriva un’opportunità troppo grossa per farcela scappare”.

PRATERIE PER L’ITALIA

Con riferimento alla rivoluzione che arriva da oltreoceano, il sottosegretario ha parlato di “praterie che si aprono per l’Italia”, da sfruttare traendo vantaggio dai rapporti privilegiati che l’Italia ha con gli Stati Uniti in questo campo, forti anche per il programma Artemis di ritorno (per restarci) sulla Luna. Certo, ha aggiunto Di Stefano, “servono stimoli concreti”, bisogna “spendere bene” iniziando “a ragionare in modo premiale”, acquisire “indipendenza di pensiero rispetto ai partner europei” e ottimizzare “il rapporto tra Stati e regioni”. L’Italia ha le capacità per cogliere al meglio la sfida, potendo coprire l’intera filiera spaziale.

I NUOVI SERVIZI

Anche perché la rivoluzione del “New Space” ha superato da tempo i confini americani. “La connessione tra tecnologia spaziale ed economia è uscita dalla fase di slogan ed è entrata nella fase in cui si rende visibile e tangibile”, ha spiegato Comparini. In altre parole, “le tecnologie e le infrastrutture spaziali stanno già generando nuovi servizi e applicazioni”, impensabili fino a qualche anno fa, abilitanti per comparti apparentemente molto distanti dallo Spazio come agricoltura, logistica, trasporti e lusso (si pensi al turismo). Senza dimenticare i servizi più tradizionali, come l’osservazione e il contributo alla lotta al cambiamento climatico, per cui proprio ieri è arrivato un importante accordo di collaborazione tra Nasa ed Esa. Guardando il quadro nel suo complesso, “vista la vastità del fenomeno – ha detto il ceo di Thales Alenia Space Italia – nessun grande gruppo oggi è in grado di fare tutto all’interno”. È per questo che si guarda alla collaborazione internazionale, “continuando a giocare bene la partita su due campi: europeo e atlantico”.

IL RUOLO DELLA FINANZA…

La partita è di quelle rilevanti. “Il mercato della Space economy nel 2018 valeva 364 miliardi di dollari; nel 2040 la previsione è di mille miliardi”, ha ricordato il professor Mustilli. “Per due terzi si tratta di una domanda privata”, ha aggiunto notando la particolarità di un settore che è stato finora alimentato da “una spesa tipicamente pubblica”. In tal senso, per alimentare il comparto italiano “c’è bisogno di innovazione finanziaria, c’è bisogno della leva del capitale di rischio”. In Italia, ha notato il presidente di Sviluppo Campania, “abbiamo fatto tantissima ricerca, e ora è il momento di passare allo sviluppo sperimentare”. Per farlo “occorre anche un mercato finanziario moderno”, tra venture capital e strumenti innovativi (come i “basket bond”) da implementare al meglio nel nostro Paese,

… E LA SFIDA GEOPOLITICA

Oltre gli aspetti industriali ed economici, ci sono quelli geopolitici. “Smettiamola di parlare di Spazio pensando che sia qualcosa legato al futuro – ha chiosato Margelletti – nello Spazio si gioca la partita dell’oggi”. Tra il 5G abilitato dai satelliti, nuove costellazioni in orbita e i cospicui interessi militari che riguardano il quarto dominio, la sfida geopolitica è servita. Una corsa che coinvolge le grandi potenze e non solo. È per questo che il presidente del Cesi ha invitato a una “maggiore integrazione con il mondo della Difesa” nonché “a spingere sugli aspetti regionali per la ricerca avanzata”.

LA CENTRALITÀ DELLA REGOLE

E poi c’è il tema della regolamentazione dello Spazio, sottolineato dal nuovo presidente di Enac, Pierluigi Di Palma. “Il problema delle regole è un elemento essenziale, perché questo sono il presupposto della tecnologia”. D’altronde lo Spazio sta vivendo oggi quello che il trasporto aereo ha vissuto qualche decennio fa con la fase della liberalizzazione, quella che fece nascere le low cost. “Stiamo assistendo a un’occupazione deregolamentata dello Spazio, con nuovi attori che abbattono i costi”. Non è un caso che il prossimo 20 luglio l’Enac presenterà il suo Rapporto e bilancio sociale 2020, “lanciando una visione del trasporto aereo verso una nuova idea di policy che preveda il riconoscimento giuridico del comparto aerospaziale”.


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