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Decolla il Tempest. Ecco il contratto di Londra per il velivolo del futuro

Il ministro della Difesa britannico ha assegnato oggi un contratto da 250 milioni di sterline al “team Tempest”, il raggruppamento industriale che lavora sul programma, guidato da Bae Systems con Rolls Royce, Leonardo Uk e Mbda Uk. Il progetto, che vede anche l’adesione italiana, resta per il momento alternativo al Fcas franco-tedesco, anche se…

Via libera allo sviluppo del velivolo di sesta generazione promosso dal Regno Unito. Il ministro della Difesa britannico ha assegnato oggi un contratto da 250 milioni di sterline al “team Tempest”, il raggruppamento industriale che lavora sul programma, guidato da BAE Systems con Rolls Royce, Leonardo UK e MBDA UK. “È un passo fondamentale verso la progettazione e la costruzione di un nuovo sistema aereo da combattimento che darà impulso alla nostra industria, già leader mondiale, e che ci terrà al sicuro per il resto del secolo”, ha detto il ministro Ben Wallace. Il contratto rientra in un piano di investimenti da due miliardi di sterline in quattro anni.

“Ora lavoreremo con i nostri partner per elaborare il miglior concetto possibile e far decollare questo progetto incredibilmente eccitante e ambizioso”, ha rimarcato il ministro britannico. Di più: “Non commettere errori: rimarremo al primo posto nell’ambito del combattimento aereo”. Il contratto odierno copre progettazione e primo sviluppo. Chiede all’industria di sviluppare una serie di “concetti digitali”, incorporando “nuovi strumenti e tecniche”. Il Tempest è difatti già immaginato come un “sistema di sistemi”, tecnologicamente avanzato, connesso e collegato all’interno di una rete di difesa più complessa. Per questo la nota della Difesa di Sua Maestà parla di intelligenza artificiale, machine learning e sistemi autonomi.

“Questo passo avanti darà una spinta ulteriore all’iniziativa, che nei prossimi anni contribuirà fortemente all’innovazione tecnologica dei Paesi che vi prenderanno parte”, ha commentato l’ad di Leonardo Alessandro Profumo. L’azienda è dentro al programma sin dall’inizio con la parte Uk “con l’obiettivo di continuare a giocare un ruolo-chiave nello sviluppo delle capacità tecnologiche nel campo dei sistemi di difesa aerea del futuro”, ha aggiunto il manager nel giorno della semestrale per la One Company.

L’assegnazione del contratto da vigore al progetto britannico, per ora alternativo al programma Fcas promosso da Francia e Germania (con a bordo la Spagna). Al Tempest hanno già aderito Italia e Svezia. Il ministro Lorenzo Guerini ha firmato a dicembre per questo un apposito memorandum, contenente l’assicurazione di un “collaborazione paritaria” per l’industria nazionale. Garantirà il piazzamento necessario per essere protagonisti in caso di convergenza con il progetto franco-tedesco, opzione che al momento resta lontana ma che, da più parti, è considerata quasi inevitabile.

A luglio 2020, in occasione del salone di Farnborough (seppur in versione digitale), le industrie di Regno Unito, Italia e Svezia hanno avviato formalmente un gruppo di lavoro congiunto. Partecipano per ogni Paese le principali aziende del comparto aerospaziale: BAE Systems, Leonardo UK, Rolls Royce e MBDA UK per il Regno Unito; Leonardo, Elettronica, Avio Aero e MBDA Italia per il nostro Paese; Saab e GKN Aerospace Sweden per la Svezia. L’intesa industriale è stata il frutto della strada tracciata dai rispettivi governi nel corso del 2019, con due diverse dichiarazioni di intenti tra Londra e Roma, e tra Londra e Stoccolma, prodromiche al memorandum dello scorso dicembre. In tale occasione palazzo Baracchini spiegava che sarebbero seguiti più avanti i “project arrangement” e la fase di “full development”, attualmente prevista a partire dal 2025.

Nell’ultimo Documento programmatico pluriennale (Dpp) della Difesa italiana, il Tempest figura tra i programmi prioritari ma privi di copertura finanziaria. In realtà, ha già specificato Guerini alle commissioni parlamentari competenti, “le risorse necessarie sono state individuate all’interno del programma operante Eurofighter”. Perché? “Perché il Tempest passa attraverso la transizione tecnologica che riguarda tale velivolo”. Nella stessa occasione Guerini notava che il programma “rappresenta un’opportunità strategica che garantirà significativi sviluppi per la filiera nazionale”. Lo stesso è specificato dalla nota dedicata al memorandum del 21 dicembre: l’intesa “consentirà di valorizzare l’ industria nazionale, garantendo l’accrescimento del know-how in un settore pregiato come quello delle tecnologie abilitanti ai velivoli di sesta generazione”. Di più: “un ulteriore fattore di crescita economica per il Paese sarà rappresentato dal coinvolgimento delle piccole e medie imprese nazionali e il programma Tempest potrà riversare i propri effetti benefici anche sull’aspetto occupazionale nel settore dell’industria della difesa, nei centri di ricerca e nelle università”.

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