La transizione energetica e le sfide legate al raggiungimento dell’obiettivo zero emissioni sono al centro delle strategie di molte aziende che ne hanno fatto una vera e propria responsabilità, da affrontare con la massima urgenza. L’ultimo tassello sta nel coinvolgere anche i consumatori su scelte consapevoli, al fine di ridurre la propria impronta ambientale. Le indicazioni di Marco Alverà, amministratore delegato di Snam intervistato da Valerio De Luca, presidente di Task Force Italia
Le energie rinnovabili e la sfida dell’idrogeno rappresentano fattori determinanti per governare il cambiamento climatico e rilanciare il potenziale unico dell’Italia. Da questo tema centrale è partito il web talk “Rilanciare il potenziale dell’Italia” durante il quale Valerio De Luca, presidente di Task Force Italia, ha intervistato Marco Alverà, amministratore delegato di Snam.
Tra i partecipanti al successivo dibattito, moderati da Gianmarco Montanari direttore generale dell’Istituto italiano di tecnologia, Piero Crivellaro head of Public Policy di Amazon, Valentina Canalini consigliere di amministrazione di Terna S.p.A. e Antonio De Palmas vice president Global market development public sector Microsoft.
DIREZIONE ZERO EMISSIONI
L’obiettivo ormai è chiaro, l’Agenzia internazionale per l’energia ha pubblicato recentemente la road map che nel 2050 dovrebbe garantire uno scenario a zero emissioni a livello globale. Oggi questo traguardo è davvero raggiungibile per tre motivi, ha spiegato Marco Alverà.
Innanzitutto, il fatto di avere un obiettivo chiaro permette di partecipare attivamente alla realizzazione dello stesso, senza limitarsi a parlare di riduzione delle emissioni.
In secondo luogo, con il ritorno degli Stati Uniti nell’Accordo di Parigi e la Cina che a sorpresa ha annunciato di voler centrare il target delle zero emissioni, si è rafforzato l’impegno climatico a livello internazionale. Oggi numerosi Paesi, che generano il 70% delle emissioni globali, hanno dichiarato la volontà di ridurle a zero.
Infine, uno scenario ottimistico si apre oggi alla luce della riduzione del costo delle energie rinnovabili che era sì prevista, ma non in tempi così brevi. Di questo passo, ha sottolineato Alverà, potremo arrivare al 2050 con zero emissioni e un costo dell’energia più basso di quello di oggi.
Di conseguenza, si ribalta il paradigma secondo il quale la transizione ecologica vada finanziata tassando i Paesi sviluppati e questo rappresenta una gigantesca opportunità di business.
I QUATTRO PILASTRI DI SOSTENIBILITÀ
Il piano di Snam per arrivare al target delle zero emissioni si basa fondamentalmente su quattro pilastri: l’efficientamento energetico, per il quale Snam si avvale di Renovit, società leader in Italia sul tema, il biometano con Snam4Environment, la mobilità sostenibile attraverso Snam4Mobility e l’idrogeno.
Grazie alla discesa repentina del costo del solare, dove c’è il sole sarà possibile produrre idrogeno verde a 50 euro a mw/ora tra cinque anni e a 25 euro a mw/ora tra dieci anni, e quindi a parità di costo rispetto al carbone. Questi elementi, come rilevato da Marco Alverà, segnano una sostanziale discontinuità rispetto al passato.
La sfida legata all’idrogeno è una sfida globale, l’Italia ha una rete infrastrutturale estesa e interconnessa e grandi opportunità legate alla sua collocazione geografica, un’eccellenza nelle sue piccole e medie imprese, un vantaggio geopolitico e una serie di aziende di eccellenza protagoniste della transizione ecologica.
PNRR E DEFINIZIONE DEGLI INCENTIVI
All’interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza i progetti sono numerosi ed è importante comprendere che non saranno tanto i fondi del Recovery quanto la definizione degli incentivi, che devono essere molto mirati, a dare la giusta direzione sul campo delle energie rinnovabili, ha sottolineato Alverà.
Il tema che si pone è la gestione dei lavori, dei cambiamenti per le modifiche necessarie negli impianti e gli investimenti sui gasdotti al fine di trasferire l’idrogeno, come ricordato da Valentina Canalini. La rete di Snam è già in gran parte pronta per trasportare fino al 100% di idrogeno, ha spiegato l’ad Alverà.
Un’altra energia rinnovabile al centro del lavoro di Snam è il biometano, che è in grado di smaltire rifiuti urbani e scarti agricoli trasformandoli in energia rinnovabile, inoltre in quanto chimicamente identica al metano è stoccabile e quindi è una delle rinnovabili più nobili.
Gli investimenti in decarbonizzazione sono al centro dell’impegno di molte aziende, tra cui Amazon che sta cambiando numerosi processi al fine di raggiungere gli obiettivi di Parigi con dieci anni di anticipo, al pari di Snam, quindi nel 2040, come ha sottolineato Piero Crivellaro.
IL TASSELLO CHE MANCA
Il mondo avrà quindi sempre più bisogno di aziende che investano per togliere CO2 dall’atmosfera. Nel 2026 si terrà la United Nations Climate change conference, che dovrebbe aggiungere l’ultimo tassello che manca alla strategia zero emissioni.
Per raggiungere l’obiettivo sarà utile attivare anche la potenza dei consumatori e delle loro scelte di acquisto.
Il tema di una intrinseca unificazione di digitalizzazione e sostenibilità è oggi all’ordine del giorno di tutti i governi che sono focalizzati a portare avanti le due questioni in parallelo, come ricordato da Antonio De Palmas.
PARITÀ DI GENERE E ISTRUZIONE
La parità di genere è un tema sul quale l’Italia deve fare ancora progressi, ma ci sono aziende come Snam che si distinguono per l’attenzione attiva alla questione. L’amministratore delegato ha ricordato infatti che l’azienda è stata la prima quotata italiana a inserire nel proprio statuto il gender balance. Oggi quasi la metà dei componenti del top management è donna.
Le imprese devono poter garantire supporti come gli asili nido e i congedi parentali anche per i padri, che Snam ha provveduto ad allungare, al fine di ridurre le disparità di genere.
È importante intervenire sin dall’istruzione, in particolare oggi sono poche le giovani che si iscrivono a materie tecnico-scientifiche quando l’80% dei mestieri del futuro richiede qualche competenza Stem. Va in questa direzione anche il lavoro dei giovani dell’Accademia internazionale per lo sviluppo economico e sociale, guidata da Kevin Pimpinella.
Tra tanti c’è un dato che colpisce, “solo il 40% delle bambine nelle scuole medie in Italia pensano di prendere lo stesso voto dei maschi a un compito in classe di matematica, mentre all’estero è il contrario. Si tratta di uno stereotipo culturale che va combattuto” ha detto Marco Alverà.
Le aziende dovrebbero anche creare maggiore sinergia con le scuole, al fine di combattere queste disparità a livello culturale perché l’istruzione sia all’altezza delle transizioni epocali che ci aspettano.